Dovrebbe finalmente arrivare oggi un importante passo avanti sull’Ape social, una delle novità della riforma delle pensioni che sarebbe dovuta partire il 1° maggio. Durante il question time alla Camera, infatti, Giuliano Poletti ha spiegato che il decreto attuativo dovrebbe essere trasmesso in giornata alla Corte dei Conti. Il ministro del Lavoro ha anche detto che nel testo è stato previsto che, al di là della data di presentazione della domanda, “l’erogazione della prestazione venga retrodatata al 1 maggio, sempre che l’interessato possieda i requisiti necessari”. Poletti ha anche evidenziato che ci sono voluti accertamenti complessi per poter mettere a punto l’Ape sociale, come quella volontaria. Per questo ci sono stati dei ritardi nei tempi di adozione dei relativi decreti attuativi.



L’Ape rischia di creare dei nuovi esodati, come quando c’è stata la riforma delle pensioni targata Fornero. Solo che stavolta si troverebbero anche con un mutuo a carico. È questo il succo della nota di Roberto Simonetti, che ha posto una domanda precisa a Giuliano Poletti, senza ricevere risposta, circa il fatto che chi accederà all’Ape volontaria non avrà alcuna certificazione del diritto pensionistico. Il deputato della Lega Nord, infatti, segnala che se verranno innalzati i requisiti pensionistici, chi ha avuto accesso all’Anticipo pensionistico rischia di trovarsi per un periodo privo di pensione e anche dell’assegno Ape. Con la beffa di avere un prestito bancario da restituire.  “Questa è la situazione che ha creato questo governo con la finta flessibilità in uscita che mette in seria difficoltà lavoratori, imprese e gli stessi patronati, impossibilitati a rispondere alle migliaia di richieste di accesso all’Ape sociale e volontaria”, conclude Simonetti.



I lavoratori precoci scenderanno in piazza domani, davanti a Montecitorio, per chiedere una riforma delle pensioni che contenga Quota 41 per tutti. Purtroppo dovranno fare i conti con il non previsto, al momento in cui la manifestazione è stata indetta, sciopero del trasporto pubblico locale, che di fatto rendere difficili gli spostamenti nella capitale. Ciò nonostante tra di loro c’è un certo entusiasmo per questo appuntamento, con il quale contano di far sentire forte la loro voce. Soprattutto c’è anche interesse per capire come risponderà il mondo politico alla loro manifestazione. È molto probabile che ci saranno dei deputati che incontreranno in manifestanti, considerando che non mancano tra i politici coloro che ritengono giusto poter andare in pensione dopo 41 anni di contributi. Non resta che aspettare quindi fino a domani per scoprirlo.

A quanto pare l’incontro tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni previsto per oggi è saltato. Non sono giunte infatti notizie dell’inizio del confronto o dichiarazioni dei protagonisti che di solito vengono rilasciate alle agenzie prima di questi importanti appuntamenti o subito dopo. Secondo quanto riporta contattonews.it, si sarebbe deciso di far slittare l’incontro. Non vengono riportate le ragioni di tale rinvio, anche se c’è da dire che i temi che si sarebbero dovuti discutere avevano una certa importanza. Tuttavia il focus sarebbe ovviamente stato sull’Ape social e la mancanza dei decreti attuativi. In merito la posizione dei sindacati è nota. Poletti ha ripetuto che a breve si potrà a tutti gli effetti cominciare a presentare domanda di accesso all’Anticipo pensionistico “a costo zero”, ma finché non ci saranno i decreti non sarà possibile farlo.

Sull’Ape social Annamaria Furlan chiede di “accelerare tutti gli iter burocratici che sono a capo” del ritardo che ha fatto sì che la misura della riforma delle pensioni contenuta nella Legge di stabilità non partisse il 1° maggio come ipotizzato dal Governo. Il Segretario generale della Cisl, parlando a margine del congresso dell’Emilia Romagna del suo sindacato, ha ricordato che la fase due del confronto con l’esecutivo è stata avviata come previsto e che l’obiettivo principale sarà quello di affrontare il tema del futuro pensionistico dei giovani. Secondo quanto riporta Mf-Dow Jones, Furlan ha anche dichiarato che quelli sull’Ape social sono “ritardi tecnici ingiustificabili”.

Mentre oggi sindacati e Governo tornano a parlare di riforma delle pensioni, domani in piazza a Roma ci saranno non solo i lavoratori precoci, ma anche le italiane che vogliono una proroga di Opzione donna. In queste ore che precedono l’appuntamento, un post sulla pagina Facebook di Movimento Opzione donna si chiede dove siano i sindacati, in particolare la Cgil, che si era impegnata l’8 marzo “a portare il nostro tema al tavolo delle trattative col governo. Ma questo, come ben sappiamo, non è finora accaduto. Esibire una fotografia non testimonia alcun impegno, purtroppo. Anzi, se non seguono atti concreti, una foto costituisce solo una presa in giro per migliaia di Donne! Non siamo farlocche!”. Dunque non è solo l’esecutivo a essere bersaglio delle proteste, ma anche un sindacato che viene percepito come non realmente interessato alle proprie istanze.

I contributi figurativi o quelli volontari possono essere utili per la maturazione della pensione. Lo ricorda pmi.it rispondendo a un dubbio di un lettore e chiarendo che  “in generale per la pensione anticipata si possono valere tutti i contributi versati o accreditati quindi, oltre a quelli da lavoro, anche quelli figurativi o da riscatto e i contributi volontari”. E dal 26 aprile diventa più facile versare i contributi volontari perché nell’accordo tra Inps e Reti amiche sono state inserite anche 23mila tabaccherie come punti di pagamento. Si tratta di esercenti che già aderiscono al circuito Reti amiche/Lottomatica e presso cui è già possibile versare i contributi per i lavoratori domestici e per i riscatti, ricongiunzioni e rendite. Come ricorda pensionioggi.it, “per accedere al servizio sono necessari il codice fiscale e il codice prosecutore. Il pagamento può essere effettuato in modalità rateale (quando previsto) o in un’unica soluzione entro la data di scadenza”.

Governo e sindacati tornano a parlare oggi di riforma delle pensioni. A quanto pare non si dedicheranno però ancora alla cosiddetta fase due. Orietta Armiliato, dalla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social, riposta infatti alcuni rumors di palazzo, secondo cui i punti all’ordine del giorno saranno l’Ape social e volontario, visto che ancora non sono partiti, e la Quota 41 per i lavoratori precoci. Per quel che riguarda l’Ape, Giuliano Poletti ha ribadito in diverse occasioni che sono state recepite le osservazioni del Consiglio di Stato sull’Ape social e presto, quindi, un nuovo testo verrà trasmesso alla Corte dei Conti. Appare scontato l’inserimento della retroattività di modo che il ritardo con cui si sta procedendo non leda i diritti di alcuno e dovrebbe anche essere una proroga dei termini per la presentazione della domanda. I sindacati hanno però fatto altre richieste di modifica al provvedimento e non è detto che potranno essere accolto nel testo dei decreti attuativi. Esse riguardano in particolare la previsione di una franchigia di 24 (contro gli attuali 12) mesi per la continuità dello svolgimento di attività gravose negli ultimi sei anni precedenti la presentazione della domanda. Ma c’è anche la richiesta di portare da 36 a 35 gli anni di contribuzione minima necessaria per accedere all’Ape social.

Il ministro del Lavoro, per quanto riguarda l’Ape volontaria, ha fatto riferimento al fatto che è il ministero dell’Economia ad avere il pallino delle convenzioni con l’Abi e l’Ania che serviranno al prestito bancario, senza dimenticare che si era parlato della necessità di creare una piattaforma informatica che servirà a raccogliere le domande per la certificazione dei requisiti necessari all’accesso all’Ape volontaria.

Tra le novità della riforma delle pensioni, di cui non si parla in realtà molto, c’è l’Ape aziendale. Mancano ancora i decreti attuativi sull’anticipo pensionistico e tra gli atti del Governo che mancano all’appello c’è proprio quello per rendere più “appetibile” ai lavoratori l’Ape volontaria. Come ricorda Il Corriere della Sera, infatti, le aziende possono integrare i contributi versati dai dipendenti più anziani, in modo da far sì che possano accedere all’Ape volontaria con una decurtazione ventennale sull’assegno ridotta o persino azzerata. “In pratica, il datore di lavoro può accordarsi col dipendente che va in Ape volontaria, per versargli ugualmente i contributi previdenziali per gli anni di uscita anticipata dal lavoro. In questo modo il lavoratore riceverà una pensione più pesante che andrà a compensare la rata di rimborso del prestito conseguente all’accesso all’Ape volontaria”, si legge sul quotidiano milanese. Che ricorda che potranno fare ricorso all’Ape aziendale anche i fondi di solidarietà bilaterale. Dunque si tratterà di uno strumento per favorire i prepensionamenti dei dipendenti: le aziende si sobbarcheranno il costo per garantire la pensione meno penalizzata ai lavoratori, liberando dei posti.

Resta, come detto, da definire la modalità concreta con cui tutto questo potrà avvenire e dunque i decreti attuatiti del Governo diventano ancor più importanti. Anche perché, come ricorda ancora Il Corriere, anche le modalità di accesso alla Rita dovranno essere messe nero su bianco, di modo che i lavoratori possano anche utilizzare la loro pensione integrativa per accedere all’Ape.