Governo e sindacati tornano a incontrarsi oggi sulla riforma delle pensioni e la Cgil evidenzia che il confronto tra le parti sta incontrando non poche difficoltà. Roberto Ghiselli ha evidenziato, infatti, che ancora non si riesce a chiedere la fase uno, con l’attivazione dell’Ape sociale e gli interventi per i lavoratori precoci. Di conseguenza non è possibile entrare nel merito della fase due, dove si dovrebbe parlare, oltre che del futuro previdenziale dei giovani, anche di nuove misure di flessibilità e della revisione del meccanismo che lega i requisiti pensionistici all’aspettativa di vita. Il Segretario confederale della Cgil torna quindi a chiedere al Governo di rendere operativi al più presto i decreti attuativi riguardanti l’Ape, “visti gli insostenibili ritardi che lasciano nell’incertezza e rischiano di danneggiare decine di migliaia di lavoratori”.



Sull’Ape arrivano nuove dichiarazioni di Giuliano Poletti che cercano di fare rassicurazioni sul fatto che presto le novità della riforma delle pensioni potranno essere utilizzate a pieno regime. Il ministro del Lavoro, secondo quanto riporta Adnkronos, ha infatti detto che “l’Ape social è all’ultima curva prima del traguardo, mentre per l’Ape volontaria siamo sulla pista di partenza”. Riguardo il decreto attuativo sull’Anticipo pensionistico “a costo zero”, Poletti ha spiegato che il provvedimento è all’esame della Corte dei conti e che è stata inserita la retroattività, di modo che la prestazione possa partire dal 1° maggio, per chi ne ha diritto, anche se la domanda venisse presentata a luglio.  Il che fa capire che probabilmente ci sarà una proroga della data di scadenza per la presentazione delle domande. Per quel che riguarda l’Ape volontaria, il ministro ha spiegato che “la strada è più complicata. Dobbiamo costruire la rete. C’è una complessità degli strumenti. Ci stiamo impegnando al massimo”.



I lavoratori precoci sono scesi in piazza a Roma per chiedere una riforma delle pensioni all’insegna di Quota 41 per tutti. Sulla pagina Facebook del gruppo Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti non mancano foto e video realizzati dagli stessi manifestanti davanti a Montecitorio. In alcune si possono notare alcuni politici, come Michele Emiliano, che hanno deciso di fermarsi a parlare con chi in piazza chiede di poter andare in pensione dopo aver lavorato 41 anni. Anche Rosario Trefiletti, Presidente di Federconsumatori, ha parlato molto con i presenti. Del resto in televisione ha più volte sostenuto quanto si sentono danneggiati dalla Legge Fornero. Non è mancato nemmeno Elio Lannutti, Presidente Adusbef e persino Ferdinando Imposimato ha parlato con i precoci.



Marco Cobianchi propone una riforma delle pensioni di reversibilità piuttosto drastica. Il giornalista economico elenca su Businesspeople.it infatti alcune misure “lacrime e sangue” che dovrebbero essere fatte in Italia, ma che nessuno vuole. Una di queste è “l’abolizione (graduale, ma sarebbe meglio immediata) delle pensioni di reversibilità”. Cobianchi spiega infatti che l’Italia è il Paese che spende di più per le pensione di reversibilità: ben il 5,4% della spesa sociale, quando la Germania arriva al 4,8% e la Francia al 2,8%. Questo perché in quei paesi esiste un tetto alla parte di pensione che il coniuge superstite può ricevere. Nel Regno Unito ci sono invece dei vincoli così stretti che le pensioni di reversibilità rappresentano lo 0,1% della spesa sociale. Inutile ricordare cos’era successo recentemente quando si era parlato di nuovi parametri di calcolo delle pensioni di reversibilità.

Nella fase due del confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni dovrà esserci spazio per interventi volti a ridurre il divario di genere che esiste anche a livello di assegni pensionistici. Rita Turati, numero uno dello Spi-Cgil del Veneto, evidenzia infatti che continua a persistere un gap tra l’importo delle pensioni che fa sì che le donne ricevano mediamente la metà di quanta incassano gli uomini. “Questo argomento diventa prioritario nel confronto con il governo sulla previdenza”, ha detto la sindacalista secondo quanto riporta veronasera.it. Turati ha poi aggiunto che “noi da sempre chiediamo il riconoscimento del lavoro di cura”. Un riconoscimento che può concretizzarsi in diversi modi, anche con dei contributi figurativi per i periodi che una donna trascorre per la cura di un familiare stretto.

Matteo Renzi ha voluto nominare ben 20 millenials nella Direzione nazionale del Pd. Tra di loro anche Umberto Costantini, sindaco di Spilamberto, che a IlPost.it parla anche di riforma delle pensioni, non nascondendo che il suo partito sul tema avrebbe potuto e dovrebbe fare di più. “Sulle pensioni bisognerebbe avere più coraggio. Renzi di coraggio ne ha, ma dovrebbe avere anche quello di toccare le pensioni”, ha spiegato il giovane dem, che ritiene occorra dare più spazio alle proposte del Presidente dell’Inps Tito Boeri, che considera una sorta di “paladino in questa lotta di riequilibrio”. Vedremo se all’interno della Direzione nazionale del Pd il tema verrà ripreso. Non bisogna dimenticare che ora nella segreteria del partito c’è anche Tommaso Nannicini, che ha seguito in prima persona la trattativa con i sindacati alla fine del 2016.

Il Movimento 5 Stelle continua a pressare il Pd sulla riforma delle pensioni dei parlamentari. Come ricorda Repubblica, i pentastellati vogliono portare in aula alla Camera il ddl Richetti, sfidando quindi i dem a votare la loro stessa proposta, mentre al Senato attendono ancora di poter vedere discussa la loro modifica del regolamento (con l’innalzamento dell’età pensionabile allo stesso livello di quella prevista per tutti i cittadini con la Legge Fornero), che Montecitorio ha di fatto “respinto” approvando una mozione del Pd. A Palazzo Madama la discussione è stata spostata al 24 maggio e Paola Taverna ritiene che il Partito democratico stia facendo di tutto “per arrivare a settembre e maturare la pensione privilegiata, che scatterà dopo soli 4 anni e sei mesi in Parlamento, alla faccia degli italiani che in pensione ci vanno, forse, solo dopo una vita di sacrifici”. Tra l’altro sembra che il Pd voglia riproporre anche al Senato il testo approvato alla Camera, bloccando quindi ancora una volta l’iniziativa del Movimento 5 Stelle.

La riforma delle pensioni dei parlamentari torna ad animare il dibattito politico. Mario Giarrusso accusa infatti il Partito democratico di non aver voluto votare la proposta del Movimento 5 Stelle per abolire i privilegi dei membri di Camera e Senato. “Così facendo i parlamentari del Pd si avviano allegramente verso il mese di settembre, quando si intascheranno la pensione dopo soli 4 anni e 6 mesi di lavoro. Sono senza vergogna”, dice il senatore pentastellato, che poi evidenzia come i dem facciano “finta di proporre i tagli ai vitalizi, poi invece alla prova dei fatti si tirano indietro come codardi”. Tutto questo mentre ci sono dei cittadini che non riescono ad arrivare alla fine del mese o lo fanno con grande fatica. “Hanno tradito la fiducia dei cittadini e davanti a loro ne risponderanno”, conclude Giarrusso.

Giuliano Poletti è tornato a parlare dei decreti attuativi dell’Ape, la principale misure della riforma delle pensioni contenuta nella Legge di stabilità. Il ministro del Lavoro, come fatto la scorsa settimana, ha ripetuto che entro pochi giorni partirà l’Anticipo pensionistico. “Abbiamo detto e ribadiamo che chi ha maturato il diritto al primo maggio avrà la possibilità di utilizzarlo liberamente, quindi il fatto di avere una settimana in più o in meno da questo punto di vista non propone problemi”, ha detto Poletti secondo quanto riporta Askanews. Il ministro ha anche aggiunto che sono stati predisposti i cambiamenti necessari sull’Ape social dopo il parere del Consiglio di Stato e che una volta pronto il testo verrà trasmesso alla Corte dei conti. Resta da capire se davvero in tempi brevi gli italiani potranno presentare domanda per l’Ape.

Mentre si preparano a scendere in piazza domani per chiedere una riforma delle pensioni all’insegna di Quota 41, i lavoratori precoci continuano a dover fare i conti con le incertezze sull’Ape social. Chi di loro, infatti, avrebbe diritto ad accedere a questa forma di pensionamento anticipato non ha ancora capito se dovrà aspettare i decreti attuativi o potrà comunque fare qualcosa prima di allora. Per esempio, c’è chi segnala che ci sono patronati che già raccolgono una sorta di domanda preventiva, in forma “cautelativa” in attesa degli atti ufficiali. Ma c’è anche chi non è a conoscenza di questa possibilità e riferisce che il proprio Caf gli ha detto di presentarsi solo dopo che saranno stati pubblicati i decreti attuativi. Dunque si sta verificando una situazione che era per certi versi prevedibile, visto che si è promesso più volte che la domanda di accesso all’Ape si sarebbe potuto presentare dopo il 1° maggio, ma a oggi non è chiaro quanto si dovrà aspettare ancora.