La settimana in corso dovrebbe concludersi con il Consiglio dei ministri attesa ormai da mesi dove approntare la riforma della Pa, con il rinnovo dei contratti statali e l’aumento medio per tutti i dipendenti pubblici, un’attesa che dura ormai da otto anni. Luce verde per il testo unico del Pubblico Impiego e allo stesso tempo anche per il decreto abbinato sulla valutazione della performance dei dipendenti pubblici: «I due provvedimenti sono stati vagliati dalle Commissioni Parlamentari che hanno espresso lo scorso 3 maggio i propri pareri favorevoli con alcune osservazioni.



Contestualmente il Governo emanerà l’atto di indirizzo della Funzione Pubblica all’Aran per il rinnovo dei contratti pubblici». Tra gli ultimi nodi ancora in campo prima dell’approdo in Consiglio dei Ministri della riforma Madia, vi sono ancora le visite fiscali e le Commissioni Parlamentari hanno chiesto alcune disposizioni di carattere transitorio che di fatto garantirebbero il passaggio al nuovo sistema con efficienza e piena operatività.



Per il Governo e la PA vi è l’immediata esigenza di adottare i provvedimenti attuativi previsti dalla “seconda fase” della Riforma Madia che ancora non è stata approvata.

Sul nodo “precariato” e lotta alle misure di contratti non stabili, le Commissioni al ministro Madia hanno suggerito il requisito della maturazione, inteso in questo modo: dovrà essere alle dipendenze dell’amministrazione, di almeno tre anni di servizio, anche non continuativi, negli ultimi otto anni, e che sia maturato al 31 dicembre 2017, anziché alla data di entrata in vigore del decreto legislativo e «che il piano straordinario di assunzioni sia rivolto anche nei confronti dei lavoratori che non siano più in servizio presso l’amministrazione che procede all’assunzione», riporta ancora il portale di PensioniOggi.