Alle ultime primarie Renzi ha vinto senza ombra di dubbio, ma al momento il Partito democratico paga un peso eccessivo delle generazioni più anziane (classe 1945-50), che ne rappresentano la base, l’ossatura e rischiano di rappresentare ancora per molti anni il proprio futuro. Attenzione, il Pd almeno nei suoi vertici, piaccia o meno ammetterlo, negli ultimi anni si è decisamente “rottamato” sia in Parlamento, sia in termini di dirigenza, e questo è avvenuto in favore di generazioni più giovani rispetto al proprio elettorato.



Tuttavia, il Partito democratico non piace proprio ai giovani, visto come la vecchia Dc, troppo istituzionale e fortemente vincolata ai cosiddetti o presunti tali “poteri forti”. Il famoso “accordo” del Nazareno stretto con Silvio Berlusconi è piaciuto alla generazione dei 40enni rampanti pragmatici e vogliosi di riforme da realizzare, ma ovviamente, come del resto c’era d’aspettarselo, ha rovinosamente e catastroficamente allontanato anche le schiere di giovani sognatori di sinistra, vero bacino di pesca del vecchio Partito comunista. La fatica di chi fa parte del Partito democratico è piuttosto visibile, ad esempio nel realizzare in alcuni territori le feste, ma anche nella difficoltà di mantenere e organizzare le iniziative di partito. I convegni, poi sono sempre più “autorefenziali” e l’età media degli uditori è molto alta, e anche qui i giovani si contano sulle dita delle mani.



A differenza di Renzi, stando alle poche ricerche disponibili, il Movimento 5 Stelle invece pesca moltissimo tra i giovani, soprattutto tra i delusi o tra i più esclusi della società, vera ossatura dell’anti-politica. M5S pesca tramite una demagogia tipica del Movimento sociale con slogan populisti come il Reddito di cittadinanza, facilitato dal ruolo di opposizione dove la critica non comporta responsabilità.

Aspetti vincenti cui il Partito democratico non deve neppure pensare (lo si è purtroppo visto con la “boiata” sulla legittima difesa, che ha ottenuto l’effetto totalmente contrario a quello desiderato), piaccia o meno Matteo Renzi è il segretario del principale partito di Governo e ogni azione di esso è direttamente collegato al suo operato, non convincerà mai nessuno attraverso critiche o proposte populiste.



A differenza di Renzi, Macron e Sanders hanno ottenuto grande riscontro tra i giovani, piace pensarlo, ma forse sbaglierò, per merito delle loro idee. Allora per conquistare i giovani vanno pensate poche ma buone proposte, di sinistra? Insomma, diciamo di “buon senso” che richiedono in alcuni casi un pizzico di coraggio:

1) il precariato in Italia è tornato non per il Jobs Act, ma perché il Decreto Poletti che norma un contratto a tempo determinato di tre anni senza causale è una “porcata”. Il precariato è costante anche perché la Garanzia Giovani si è trasformata in un “tirocinioficio” a 200 euro al mese per sei mesi. E tale forma di contratto rischia palesemente di aver prodotto effetti di spiazzamento nel mercato del lavoro (si assume con tirocinio e non più con contratto a tutele crescenti o in apprendistato e quando termina il tirocinio si prende un altro tirocinante);

2) non serve a nulla inseguire le soluzioni degli economisti su sgravi contributivi o riduzione del cuneo. Qui non sto parlando più di economia, ma di “comunicazione”. Le multinazionali o le aziende italiane saranno contente, ma non votano, i giovani invece sì; e in tanti votano 5 stelle perché dicono che i soldi si potevano utilizzare meglio e in modo diverso. Non me ne vorranno i miei amici economisti, su questo i “grillini” forse hanno anche ragione, in termini di collocazione l’effetto del “combinato disposto 2015” è tutto da dimostrare, ma con 18 miliardi risparmiati si poteva realizzare un piano di mobilità internazionale o programmi di sviluppo economico per incentivare le attività agro-alimentari nel Sud;

3) una legge di accesso al mercato del lavoro, seppur temporaneo, a tutti clandestini richiedenti asilo, a eccezione di coloro che hanno pendenze penali a causa di reati contro persone e patrimonio. L’obiettivo è svincolare la possibilità o meno di lavorare con l’attesa di un permesso di soggiorno o del riconoscimento dello status di rifugiato. L’attuale alternativa è non essere comunque in grado di gestire il problema e creare un esercito per il lavoro sommerso e per attività illegali. Difatti i clandestini in alcuni settori sono i nuovi “crumiri” ed è l’attuale legge che ne produce a quantità industriali;

4) una vera norma contro il “femminicidio”, partendo dalle scuole e dall’eduzione al rispetto dell’altro sesso. Però questo non basta, per i condannati per stalking va previsto il braccialetto elettronico per almeno 30 anni, l’impossibilità di risiedere nello stesso comune della vittima, e nei casi più gravi di permettere a quest’ultima di avere un porto d’armi (almeno quelle non letale) per tutelarsi, unico modo di difendersi nei confronti delle persone più violente e recidive;

5) un paino nazionale di rilancio e ristrutturazione dell’edilizia pubblica, non costruendo nuove case, ma ristrutturando quelle attualmente presenti. Va anche pensata un’azione repressiva dell’abusivismo edilizio del Sud. In alcuni casi è necessario aver il coraggio di abbattere veri e propri eco-mostri, indipendentemente dal fatto che siano sanati o meno, per motivi ascrivibili alla difesa del patrimonio pubblico in alcune città del Sud completamente deturpato;

6) un piano di rilancio delle politiche attive del lavoro. Il personale dei Centri per l’impiego va in parte trasferito presso l’Inps per le attività amministrative, il restante deve avere competenze specifiche per lo sviluppo dei nuovi servizi di social media marketing, ormai indispensabili nell’attuale mercato del lavoro. Pertanto serve disporre di esperti nelle comunicazioni digitali, psicologi per lo sviluppo del bilancio di competenze e infine per il marketing dei veri agenti commerciali con un buon modello di Crm adottato per servizi pubblici per l’impiego. Non servono 80mila dipendenti come la Germania, ne bastano 5mila ben preparati che non facciano nessuna attività amministrativa, ma solo servizi specifici ai soggetti più distanti dal mercato selezionati tramite “profilazione” e seguiti tramite appuntamento;

7) un rilancio del turismo sempre del Sud. I termini e i modi di Briatore non saranno corretti, ma il succo del suo discorso è condivisibile: 100 turisti russi che attraccano in Puglia con i loro yacht valgono come 50mila turisti della classe media-bassa e se loro vogliono una spiaggia personalizzata, un resort, il ristorante stellato, ecc., tu “decisore politico” lo fai. Perché questo è l’unico modo per creare moltiplicatore economico, non solo per chi lavora nel resort o al ristorante stellato, ma anche nei servizi complementari (idraulici, manutentori, ecc.), settori in grado di reggere anche in inverno.

8) basta con la storia che in Italia ci sono 100 miliardi di evasione non riscossa. A parte che pongo non pochi dubbi sul modello di calcolo di questo studio, non metto in dubbio che l’evasione sia presente, ma molte di queste attività presentano un palese reciproco interesse tra consumatore e chi eroga il servizio: auguri a combattere l’evasione! Bisogna quindi capire cosa occorre per imporre il prima possibile un modello no-money: “niente carta + bancomat”. Possibile che in questo Paese ci sono politici che hanno paura di parlare di modelli di pagamento automatico, perché al Sud il nero è sopravvivenza? Non posso che essere d’accordo con un commento di qualche anno fa fatto da un politico svedese sul 6% di popolazione che in Svezia usa ancora la moneta. Affermava: “Sono vecchi o malavitosi”.

9) stipendi dei politici, mantra dei grillini. Anche qui solo un ignorante può pensare che tagliare i costi della politica possa risolvere i problemi degli italiani. Il problema dell’Italia, oltre che pagare troppe pensioni, è uno e solo uno: avere uno dei debiti pubblico più grandi del mondo. Con 100 miliardi di euro di interesse l’anno che sarà qualche milione di euro che si ottiene con il taglio del vitalizio ai politici? Detto questo, per una questione morale, facciamo questo taglio in modo ragionato, ad esempio parametrando lo stipendio con quello medio del precedente lavoro all’interno di una scala che vada da un minimo a un massimo (non superiore ai 5 mila euro).

10) l’ultima considerazione, mi farà diventare impopolare, ma pongo non pochi dubbi sulle responsabilità diretta di una certa stampa, in primis Il Fatto Quotidiano, che in questi anni ha letteralmente cavalcato l’antipolitica. Alimentando un concetto assolutamente sbagliato che “tutti sono corrotti”, favorendo così non una nuova partecipazione alla politica, ma la fuga dei giovani verso di essa. E su questo è bene ribadire che i politici indagati, prendendo l’intera popolazione che va dal consigliere comunale al Presidente della repubblica, saranno forse un migliaio su 70 mila persone, a spanne lo 0 frizionale. Per i condannati il valore è in termini percentuali inesistente. Insomma, che in Italia tutti i politici sono corrotti è una bufala, in molti casi costruita esclusivamente in forma giornalistica. In realtà, il Partito democratico su quest’ultimo punto può fare poco. Forse questo è un consiglio alla stampa: si inizi a parlare della partecipazione politica, prima che sia troppo tardi.