Con una nota, il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo ha voluto ricordare al Governo come la situazione del rinnovo contratti statali deve assolutamente essere risolta e chiusa prima dell’estate, come del resto promesso anche dalla titolare del Ministero Pa. «Entro la fine di giugno – ha detto Barbagallo – vogliamo chiudere i contratti per tutti i comparti del pubblico impiego». Non solo, il leader del terzo sindacato del Paese, protagonista anch’esso delle trattative che hanno portato alla firma sui rinnovi medi degli stipendi statali, ha aggiunto come «per una vera e compiuta riforma della pubblica amministrazione chiediamo che venga rispettato il patto siglato tra il Sindacato e il Governo lo scorso 30 novembre: mi sembra che siamo sulla strada giusta. Ora, pero’, al piu’ presto, occorre restituire dignita’ alla contrattazione collettiva e coprire i fabbisogni occupazionali».
I contratti statali e l’intero rinnovo del comparto settore pubblico vedranno una definitiva affermazione prima dell’estate: «Il Governo garantisce che, con le leggi di bilancio, saranno stanziate ulteriori risorse finanziarie che consentano incrementi contrattuali in linea a quelli riconosciuti mediamente ai lavoratori privati e comunque non inferiori a 85 euro mensili medi», ha fatto sapere ieri il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia. Dopo il via libera del Consiglio dei Ministri alla riforma e Testo Unico Pa, ora arriva la fase di chiudere definitivamente il capitolo degli aumenti stipendi medi per tutti i dipendenti pubblici: tali aumenti però, identificati con la cifra di 85 euro al mese, potrebbero vedere una concessione in base al merito.
«Le parti si impegnano ad individuare nuovi sistemi di valutazione che garantiscano una adeguata valorizzazione delle professionalità e delle competenze e che misurino e valorizzino i differenti apporti individuali all’organizzazione. I contratti collettivi, nei limiti delle relative previsioni normative, disciplineranno criteri e modalità», si legge nell’accordo Pa-sindacati siglato lo scorso 30 novembre 2017. Insomma, per coloro i quali hanno sofferto maggiormente la crisi economica e il blocco della contrattazione, quindi per le retribuzioni più basse, sono previsti aumenti maggiori anche se ancora non sono stati formulati modalità e criteri operativi.