I lavoratori precoci potranno usufruire del cumulo contributivo per accedere alla Quota 41 contenuta nell’Ape social. Lo ricorda pensionioggi.it, spiegando che la novità della riforma delle pensioni che consente di sommare i contributi versati in diverse gestioni previdenziali per raggiungere i requisiti richiesti è stata esplicitamente prevista anche nei decreti attuativi da poco firmati da Paolo Gentiloni. Si tratta di una puntualizzazione importante, perché finora c’era il dubbio che anche i precoci non potessero utilizzare il cumulo contributivo. Che resta in effetti inutilizzabile per chi vuole accedere a Opzione donna o all’ottava salvaguardia degli esodati, nonostante siano state fatte diverse richieste per far sì che questa ingiustizia venga sanata.
I decreti sull’Ape sociale e Quota 41 rappresentano una concretizzazione della riforma delle pensioni contenuta nella Legge di stabilità. Che non soddisfa però i sindacati dell’edilizia. Oggi Feneal, Filca e Fillea saranno in piazza per manifestare anche sul fronte previdenziale, visto che con i paletti posti saranno ben pochi i lavoratori edili che potranno accedere all’Anticipo pensionistico “a costo zero”. “Mandare in pensione operai edili over 60 dopo tanti anni passati sulle impalcature non è solo un atto di giustizia che sicuramente ridurrebbe i tanti incidenti tragici che negli ultimi anni sono aumentati in particolare tra gli operai più anziani, ma anche un modo per favorire le assunzioni di migliaia di giovani tecnici preparati ad affrontare le sfide di un’edilizia sempre più di qualità”, fanno sapere in una nota i sindacati.
Con l’Ape social e la Quota 41 “parte finalmente una prima importante flessibilità” nel sistema pensionistico. Lo evidenzia Domenico Proietti, Segretario confederale della Uil che ha seguito in prima linea il confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni. Il sindacalista segnala che in ogni caso esistono delle criticità nella normativa, “che riguardano in particolare i lavoratori dell’edilizia e gli operai agricoli, che devono poter accedere al beneficio senza essere penalizzati”. La Uil lavorerà quindi per far sì che possano essere eliminate queste criticità. Proietti ritiene inoltre che grazie a questi provvedimenti, uniti al cumulo contributivo gratuito e alle semplificazione di accesso alle pensione per chi svolge lavori usuranti, si potrà avere uno “sblocco del turn over nel mercato del lavoro a beneficio dei giovani”.
Cesare Damiano esprime soddisfazione per la firma dei decreti attuativi relativi all’Ape social e alla Quota 41 per i lavoratori precoci. L’ex ministro del Lavoro spiega infatti che ora “decine di migliaia di lavoratori potranno accedere all’età pensionabile a partire dai 63 anni”. Il presidente della commissione Lavoro torna poi a ribadire la sua richiesta di rendere strutturale l’Ape social, visto che al momento resterà in vigore fino alla fine del 2018. Damiano chiede anche al Governo di far sì che le altre misure previste nel verbale siglato tra il precedente esecutivo e i sindacati vengano attuate. E si dice convinto che “introdurre nel sistema previdenziale una misura di flessibilità, com’è stato fatto con l’Ape, apre finalmente la strada al ricambio occupazionale nelle aziende a vantaggio delle giovani generazioni”. Del resto è proprio per questo che è nata la sua battaglia per la flessibilità: ai giovani il lavoro, agli anziani la pensione.
I lavoratori precoci continuano ad aspettare una riforma delle pensioni all’insegna della Quota 41 per tutti. Ma alcuni di loro sono direttamente interessati dall’Ape social e dalla Quota 41 in esso contenuta. Per questo Roberto Occhiodoro, dalla pagina Facebook “Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti” invita coloro che sanno di avere i requisiti (maturabili nel corso dell’anno) a recarsi subito al Caf o all’Inps per presentare domanda. E cita non a caso il tweet di Paolo Gentiloni seguito alla firma dei decreti attuativi: “operativo meccanismo di anticipo pensione per decine di migliaia di persone”. Dunque se il meccanismo è operativo occorre fare in fretta, anche perché c’è tempo fino al 15 luglio per presentare la domanda. Se si arriva dopo, si rischia di dover attendere che ci siano risorse disponibili per poter accedere all’Ape social.
C’è stato un nuovo battibecco tra Giuliano Cazzola e Matteo Salvini, sempre a proposito della riforma delle pensioni, durante la trasmissione diMartedì. L’ex deputato riassume quanto accaduto nelle sue “Punture di spillo” su Formiche.net, spiegando che il leader della Lega Nord ha contestato la Legge Fornero, visto che l’ex ministro era stata intervistata poco prima proprio in collegamento con Giovanni Floris e ha poi interrotto un suo intervento. A quel punto Cazzola ha alzato la voce, anche nei confronti del conduttore che non zittiva Salvini. Quindi è riuscito a fornire alcuni dati che fanno emergere come in Italia le pensioni di anzianità vengano erogate mediamente a 60,5 anni di età. “Per Floris questi dati sono la mia ‘opinione’ e si affretta a sentire la replica di Salvini (io mi arrabbio affermando che non si tratta di una ‘opinione’ ma di dati ufficiali”, aggiunge poi Cazzola, spiegando che si è scontrato ancora con Salvini, secondo cui più persone vanno in pensione, più posti di lavoro si liberano per i giovani. Cosa che i dati citati da Cazzola ridimensionano.
Secondo Elsa Fornero è impossibile cancellare la riforma delle pensioni che porta il suo nome. L’ex ministro del Lavoro lo ha ribadito ieri sera durante la puntata della trasmissione diMartedì, spiegando che specie in prossimità della campagna elettorale è facile promettere l’impossibile, ma andrebbero trovate coperture finanziarie notevoli per abolire la sua riforma. Ciò non toglie, ha aggiunto, che della flessibilità può essere varata, utilizzando anche delle risorse derivanti dal taglio di privilegi previdenziali. A questo proposito ha anche dichiarato che Grasso dovrebbe varare il contributo di solidarietà anche per i senatori. L’ideale sarebbe arrivare al ricalcolo contributivo delle pensioni in essere dei politici, ma su questo Fornero ha detto di ritenere che una legge del genere non vorrà votata né in questa legislatura, né nella prossima.
Orietta Armilato ha avuto modo di spiegare qual è la riforma delle pensioni più gradita dalle iscritte al Comitato Opzione donna Social. In un’intervista a Blastingnews ha detto che si tratta della Quota 97, data dalla somma di età anagrafica e contributi versati. Tuttavia ha anche detto che “si è evocato il sistema flessibile auspicato dal Presidente Damiano ma con la novità di accettare anche la logica del nuovo sistema di anticipo pensionistico (Ape) o, in alternativa, penalizzazioni decrescenti”. Del resto bisognerà arrivare a riconoscere il lavoro di cura svolte da molte donne, che molto spesso si ritrovano penalizzate al momento della quiescenza proprio perché hanno dovuto far fronte a delle carenze del sistema del welfare, assistendo qualcuno in famiglia. Armiliato resta fiduciosa sul fatto che verrà varato un intervento per sanare l’ingiustizia che non consente di utilizzare il cumulo contributivo gratuito per accedere a Opzione donna e all’ottava salvaguardia degli esodati.
L’arrivo dei decreti attuativi su Ape social e Quota 41 porta un po’ di novità in tema di riforma delle pensioni. L’Anticipo pensionistico “a costo zero” potrà quindi prendere il via con quasi un mese di ritardo, visto che la data inizialmente ipotizzata per il suo avvio era il 1° maggio. Gli interessati dovranno comunque presentare due domande. La prima per la certificazione dei requisiti che consentono di accedere alla misura. “Questo adempimento va fatto entro il prossimo 15 luglio per chi prevede di ricorrere all’anticipo nel 2017 ed entro il 31 marzo 2018 per gli ‘apisti’ dell’anno prossimo”, si legge sul quotidiano di Confindustria. Entro il 15 ottobre (o il 30 giugno 2018 per le domande presentate l’anno prossimo), l’Inps “farà sapere se la domanda di riconoscimento dei requisiti è stata accettata e indicherà la prima decorrenza utile, oppure comunicherà che è stata accettata, ma la decorrenza è stata posticipata perché i fondi sono insufficienti, oppure che è stata rifiutata”. A questo punto gli interessati, se la prima domanda è stata accolta, dovranno presentare la vera e propria richiesta di Ape.
Alcuni dettagli importanti. Anzitutto che in caso di fondi insufficienti la priorità sarà data in base all’età del richiedente. La data di presentazione della domanda servirà solo come secondo criterio. Inoltre, se la domanda venisse presentata dopo il 15 luglio (o il 31 marzo 2018) potrebbe essere presa in considerazione nel caso ci fossero ancora risorse a disposizione. Infine, potrebbe capitare che alcune domande cui è stato dato riscontro di “posticipo” per mancanza di risorse possano trovare poi accoglimento nel caso qualcuno più avanti nella graduatoria non presenti la seconda domanda relativa all’Anticipo pensionistico vero e proprio.
Da otto giorni chiedeva davanti al Viminale una riforma delle pensioni e delle retribuzioni dei Vigili del fuoco, per arrivare a un’effettiva parità di trattamento rispetto agli altri Corpi dello Stato. E da otto giorni aveva iniziato uno sciopero della fame. A causa del forte caldo si è però sentito male ed è stato trasportato dai colleghi al Policlinico Umberto I di Roma. È successo, secondo quanto riporta molisedoc.it, ad Antonio Brizzi, Segretario generale di Conapo. Alcuni rappresentanti del sindacato autonomo dei Vigili del fuoco a Campobasso hanno ricordato che le disparità retributive rispetto ad altri agenti delle forze dell’ordine può raggiungere anche i 700 euro. Da qui la richiesta di stanziare nuove risorse vincolandone la destinazione al personale in divisa.
A Lugo c’è chi prima ancora di una riforma delle pensioni vorrebbe cambiamenti seri da parte dell’Inps. Lugonotizie.it segnala infatti che Sinistra Italia Bassa Romagna ha voluto ricordare la situazione “tragica” in cui versa lo sportello pensioni della sede locale dell’Inps. Nonostante il comune del ravennate conti più di 30.000 abitanti, infatti, c’è un solo addetto allo sportello, mancano i pannelli che indichino il numerino corrispondente al tagliando che si ritira per fare correttamente la coda e inoltre sembra che certe informazioni possano essere date solo in alcuni giorni se attinenti a servizi specifici, mentre quelle generali vengono fornite tutti i giorni. Il gruppo di Sinistra Italiana ha chiesto quindi che sia fornito un servizio migliore ai cittadini. “Siamo sicuri che le colpe siano molteplici e chi lavora nell’istituto cerchi di fare il meglio, ma non basta evidentemente, questa situazione di abbandono deve cambiare”, hanno scritto in una nota.