Il nodo della scuola all’interno della “partita” sui contratti statali e il loro rinnovo gioca ancora un ruolo piuttosto importante lungo l’intera riforma Madia sul settore pubblico. Con la riscrittura del Testo Unico sul Pubblico Impiego, il ministro della Pa Marianna Madia ha ottenuto il plauso dei sindacati nazionali, anche se sul fronte scuola ancora qualcosa non pare convincere appieno i rappresentanti dei lavoratori. «Ad una prima lettura dei testi in nostro possesso, in diverse materie sono stati eliminati i riferimenti agli esclusivi limiti di legge restituendo al contratto collettivo nazionale di lavoro parte del ruolo che gli era stato tolto», si legge in una nota ufficiale della Flc-Cgil. Convincono appieno l’istituzione delle tre fasce di premialità e il piano con obbligo di destare la parte prevalente del fondo “salario accessorio” alla performance individuale.



Secondo i sindacati, prima del pieno rinnovo contrattuale degli statali nel mondo Scuola, ci sono ancora alcuni punti che non convincono, specie sul fronte del comparto “Istruzione e ricerca” dove «si doveva e poteva fare di più», secondo la Cgil.

Bisognava tendere ad una maggiore e piena valorizzazione dell’autonomia di cui godono le istituzioni pubbliche della conoscenza, spiega ancora la nota del sindacato-scuola: «il contrasto che pone limiti all’autonomia della tutela costituzionale della libertà di insegnamento e di ricerca, deve essere risolto a partire dall’emanazione dell’atto di indirizzo» che il ministro Madia presenterà a giugno, prima dell’estate. 



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