Sicuramente è capitato a tutti di dover dare dei giudizi in merito all’operato di qualcuno in ambito lavorativo o privato. Ancor più sicuro invece è che tutti abbiamo ricevuto feedback che ci hanno ferito, demoralizzato o fatto arrabbiare. Spesso questi tipi di sentimenti non ci permettono di prendere il buono che c’è nella critica ricevuta e rischiamo di aver oltre al danno la beffa, perché chi ci avrà dato il suo suggerimento in malo modo si riterrà pure soddisfatto e in credito nei nostri confronti. Ecco allora un semplice, ma efficace modello per dare feedback di qualità: il feedback a panino.
Un panino è composto da tre sostanziali strati: il primo è la parte sommitale morbida, magari con i semi di sesamo. Nella prima parte del feedback quindi fate un’introduzione morbida, dolce dicendo cosa dell’operato della persona che avete di fronte è stato efficace. Fategli capire che il giudizio parte sempre da qualcosa di positivo che va giustamente riconosciuto. Un buon inizio ad esempio è il classico, ma sempre efficace: “Mi sei piaciuto molto quando hai fatto quel passaggio…”.
Il secondo strato del panino invece contiene la parte più consistente, quella realmente nutritiva. Quindi nella seconda parte del feedback ditegli cosa potrebbe fare per migliorare e ovviamente anche come, altrimenti è come parlare di acqua a un assetato senza però servirgliela. Ricordate di non riempire di troppi ingredienti la seconda parte. Infatti, se date dieci suggerimenti il vostro interlocutore finirà per rigettare tutto e non immagazzinerà nulla. Normalmente è utile dare una o due dritte, tenendo conto che quanti più suggerimenti bisognerà dare quanto più chi li fornisce dovrà essere intelligente nell’esporli.
Infine, il terzo strato del panino, che è composto da un’altra parte morbida. Ancora una volta, quindi, raccontate al vostro interlocutore come, se seguirà quei pochi e semplici suggerimenti, sicuramente sarà in grado di migliorare tanto da raggiungere velocemente e con più gusto il suo obbiettivo. La parte finale spesso non viene usata e la persona a cui abbiamo parlato rimane con l’amaro in bocca, mentre è importante che la parte finale del feedback sia il più possibile dolce e attraente.
Una persona che sicuramente se ne intende di feedback è un imprenditore milanese conosciuto tempo fa per via di una consulenza datagli in ambito di ricerca e selezione del personale. In breve, dopo un colloquio con una candidata ci eravamo riuniti e avevamo concluso che non era adatta al ruolo per cui si era candidata. Pensavo, erroneamente, che l’imprenditore non avrebbe più visto quella ragazza e invece con mia grande sorpresa la fece richiamare nella sala riunioni e le diede un feedback indimenticabile. Una volta entrata la ragazza si sentì dire: “Lei signorina è una persona molto competente in materie umanistiche e ha una conoscenza approfondita di ben tre lingue. Si presenta in maniera educata e composta e non dà mai l’impressione di tirarsela pur essendo cosciente tuttavia delle sue numerose qualità. Tuttavia, nel corso del colloquio è emerso che non ha ancora le capacità strettamente tecniche che servono all’azienda in questione. Non si scoraggi, però, e approfondisca le sue lacune tecniche e vedrà che in poco tempo avrà una piena padronanza anche di questi aspetti. Mi permetto di dirle infine che una persona con le sue qualità può ambire ad alte cariche in un’azienda e non vedo l’or di rivederla sul campo di battaglia del lavoro!”.
Non bisognava in quel caso essere esperti di comunicazione non verbale per notare gli occhi lucidi e pieni di commozione della ragazza che quasi abbracciò l’uomo che in fondo l’aveva respinta per un lavoro. Il feedback dato da quell’uomo era stato espresso così bene che aveva trasformato una giornata deludente in una da cui la ragazza ha tratto le energie per lanciarsi nel mondo del lavoro con ancora più serietà e determinazione.
Giusto infine svelare un piccolo retroscena: quell’imprenditore, prima che gli spiegassi della modalità con cui si danno feedback, era solito urlare a squarciagola contro tutti. Questo per sottolineare che il modo corretto per dare feedback si può apprendere e tanto più serve che venga utilizzato bene quanto più si lavora a stretto contatto con le persone o a posizioni di vertice aziendali.