Manca ancora la firma sull’atto di indirizzo per chiudere la partita dei rinnovi di tutti i contratti statali, ma qualche incognita resta comunque come riporta giustamente questa mattina Gianni Trovati sul Sole 24 ore, sottolineando il tema delle risorse come maxi-problema che il governo ancora deve tenere conto. Per arrivare all’aumento e rinnovo del Settore Pubblico ci vogliono in famosi 85 euro promessi dall’intesa dell’ormai famoso 30 novembre 2016 tra Madia e sindacati; ecco, il problema è che per garantire queste coperture occorrono circa 1,2 miliardi dello stato e altrettanti delle Pa locali (regioni, enti locali e sanità). Stando all’analisi di Trovati, «alla prima dote dovrà pensare la manovra d’autunno e ci riuscirà soprattutto se le prospettive di nuova flessibilità sul deficit che sembrano emergere da Bruxelles si tradurranno in realtà».



Sul secondo elemento sarà invece una sorta di “taglia & cuci” sui fondi sanitari e i bilanci locali con l’evidente problema dei Governatori e sindaci che non sembrano essere molto dell’idea di fornire questi fondi per i rinnovi dei contratti Pa. «Quando arriverà il nuovo decreto con gli obblighi di stanziamento si dovranno far quadrare i conti tra nuovi contratti e l’aumento delle assunzioni appena sancito con la manovrina di primavera», si chiede il quotidiano economico.



Il rinnovo e l’aumento dei contratti statali con l’atto d’indirizzo sottoposto e all’attenzione del Ministro Madia proseguono nella preparazione ultimata per il prossimo mese di giugno ormai vicino. Ci sono però ancora molte aree del Settore Pubblico che devono non di buon occhio l’intero pacchetto di novità comminate dal Ministero Pa: tra queste il mondo scuola resta ancora in subbuglio, con il Miur invitato a ritirare la nota del taglia stipendi per i dirigenti scolastici dei vari istituti sparsi per il nostro Paese. «Il Fondo Unico Nazionale dell’anno scorso ammontava a 163.573.776,65 nette, rispetto a quello di quest’anno pari a 150.749.560 euro la Nota Miur 9936 introduce un taglio di 12.884.216 euro. Che si abbatterà sugli attuali 7.231 dirigenti scolastici in servizio. Ciò corrisponde a 1.773,50 a testa, ovvero 136 nette al mese in media sottratte dalla busta paga di ogni presidi», riporta la nota sindacale dell’Udir, pubblicata su Orizzonte Scuola.



Stando ai sindacati, «Pertanto, nessun contratto può essere firmato, se non si ottiene la perequazione interna (RIA) ed esterna alle altre aree dirigenziali degli enti locali e centrali. E nemmeno se non si recupera il costo dell’inflazione (nel frattempo salita del 14%). Inoltre, la mobilitazione continua perché devono essere ancora rideterminati tutti i finanziamenti regionali, e recuperati con il ricorso Udir tutti gli arretrati», riporta ancora la nota del sindacato sul piede di guerra, e non è l’unico, contro il Miur e Palazzo Vidoni per i problemi legati al rinnovo degli stipendi per i contratti statali.