Domani si terrà a Roma il primo evento, di una serie di incontri organizzati dal Ministro Poletti, dedicato al tema della trasformazione del lavoro connessa alla diffusione dell’automazione e della digitalizzazione. L’iniziativa sarà una preziosa occasione per incontrare diverse realtà e per aprire una finestra di confronto sulle transizioni e i cambiamenti nel mondo del lavoro, a partire da quattro pilastri individuati dall’Ilo (lavoro e società; organizzazione del lavoro e della produzione; lavoro dignitoso per tutti; governance del lavoro) ai quali il ministero del Lavoro ne ha aggiunto, opportunamente, un altro: i giovani.
In parallelo con l’incontro plenario, si terranno, quindi, una serie di tavoli di lavoro tematici dedicati a: alternanza scuola-lavoro, sistema duale e ruolo degli Its; Garanzia Giovani; formare in digitale; autoimpiego; nuove imprese e Gig economy. In questo contesto la discussione si propone di essere un cantiere aperto, un processo di elaborazione e di scambio che continuerà, auspicabilmente, a evolversi nei prossimi mesi.
Con particolare riferimento ai giovani, il Ministero nel suo documento sottolinea come il profondo cambiamento legato alla diffusione delle nuove tecnologie investa (anche) le fasce più giovani della popolazione. L’innovazione tecnologica, infatti, sta portando alla polarizzazione tra coloro che hanno la preparazione necessaria per competere in un mercato sempre più digitale e globalizzato (gli insider) e quelli che invece incontrano maggiori difficoltà e si trovano costretti a competere per posti a bassa qualificazione (gli outsider): un fenomeno questo che interessa, a differenza di quanto spesso di ritiene, ahimè anche i ragazzi.
È, quindi necessario, secondo il Governo, essere sempre più consapevoli che l’innovazione tecnologica porta, certamente, con sé la distruzione di posti di lavoro, ma, al contempo, crea, o almeno dovrebbe farlo, opportunità che, però, richiedono nuove competenze sia per i lavoratori che per gli imprenditori, anche per quelli che appartengono alle nuove generazioni.
In questa prospettiva le giovani generazioni sono così coinvolte sotto due diversi aspetti. I giovani infatti, in quanto “nativi digitali”, sono (o almeno dovrebbero essere) i candidati ideali per cogliere i benefici occupazionali dell’industria 4.0. Il loro approccio diretto alle tecnologie, essenziali nello sviluppo dell’industria 4.0 può rappresentare, difatti, un vantaggio decisivo e un elemento qualificante della nuova forza lavoro. Allo stesso tempo emerge un mismatch significativo, e preoccupante, tra le capacità richieste dal mondo del lavoro che cambia e quelle offerte all’interno di percorsi educativi tradizionali.
La sfida del lavoro che cambia sembra, insomma, necessitare una vera, e profonda, riforma dell’organizzazione del lavoro. In particolare, si dovranno ripensare i percorsi di inserimento/reinserimento nel mondo del lavoro. Insieme all’industria 4.0 serviranno, inoltre, politiche del lavoro 4.0. Queste, tuttavia, non potranno essere elaborate, come in passato, dal Governo in solitudine, ma confrontandosi con i diversi attori interessati. Iniziative come quelle di domani sembrano andare nella giusta direzione.