Forse più coscienti del fatto che con gli ultimi interventi di riforma delle pensioni non ci saranno ricchi assegni come un tempo, sempre più italiani stanno facendo ricorso ai fondi pensione integrativi. La relazione annuale della Covip segnala, nel 2016, un aumento del 7,6% delle adesioni rispetto all’anno precedente. Sono dunque 7,8 milioni gli italiani che hanno deciso di ricorrere alla pensione integrativa. Mario Padula, presentando la relazione, ha evidenziato come il comparto possa svolgere una funzione ancora più significativa di supporto per il sistema previdenziale di base. In questo senso ha ricordato come la Rita, la Rendita integrativa temporanea anticipata che può essere utilizzata per l’accesso all’Ape, “già dimostra come sussistano margini per ripensare la tutela previdenziale in un’ottica ancora più integrata e sinergica”.
Nell’ultimo periodo si è parlato molto dell’Ape, che di fatto ancora non è utilizzabile, ed è quasi passata in secondo piano la vicenda legata al blocco delle indicizzazioni contenuto nella riforma delle pensioni targata Fornero cui, dopo la sentenza 70/2015 della Corte Costituzionale, ha cercato di porre rimedio con il bonus Poletti. Come noto, tale “toppa” non restituiva però tutto quanto dovuto ai pensionati. Motivo per cui ci sono stati diversi ricorsi che ora hanno riportato la parola alla Consulta. Secondo quanto scrive pensionioggi.it, l’udienza si terrà il 24 ottobre, dunque tra oltre quattro mesi. Tra l’altro, se ci saranno elezioni anticipate, potrebbe anche esserci un altro esecutivo, magari, come nel caso di quello di Renzi, chiamato a dover dare dei soldi ai pensionati per colpa di qualcuno che l’ha preceduto.
L’Ape social, una delle novità della riforma delle pensioni contenuta nella Legge di bilancio, è stata già criticata da più parti, anche per via dei paletti che pone non solo ai lavoratori precoci che vogliono accedere a Quota 41, ma anche alle altre categorie per cui sono richiesti 36 anni di contributi, non sempre facili da raggiungere per categorie come gli edili e le donne, in ragione di carriere lavorative contraddistinte da una certa discontinuità. Domenico Proietti ha però annunciato che la Uil si impegna a proporre in futuro una legge per “limare” il requisito contributivo, in modo che ci siano più possibilità di accedere all’Ape social. Il Segretario confederale della Uil lo ha detto ai microfoni di Telenord, ma non ha specificato se a questa proposta si lavora di concerto con gli altri sindacati, magari direttamente al tavolo di confronto aperto con il Governo.
Andrea Orlando e Cesare Damiano hanno incontrato i leader sindacali e hanno parlato anche di riforma delle pensioni. Carmelo Barbagallo ha infatti spiegato che è stato fatto presente che occorre “portare a compimento la cosiddetta ‘fase due’ della previdenza, riservata in particolare al futuro pensionistico dei nostri giovani”. In effetti il confronto tra Governo e sindacati non è più ripreso e c’è da chiedersi se ci sarà un nuovo incontro visto che pare farsi concreta l’ipotesi di un voto anticipato. A questo proposito il Segretario generale della Uil ha detto agli esponenti del Pd che sarebbe meglio poter arrivare alla scadenza naturale della legislatura, così da definire “una serie di provvedimenti fondamentali per il futuro di milioni di lavoratori, pensionati e giovani”. Il sindacalista, secondo quanto riporta Dire, ha anche ricordato che sarebbe necessario “avviare un percorso per una riforma del sistema fiscale che razionalizzi e riduca il peso della tassazione su lavoro e pensioni”.
Da tempo il Comitato opzione donna social chiede una riforma delle pensioni di modo che il lavoro di cura svolto da tante italiane sia in qualche modo riconosciuto ai fini previdenziali. Roberto Ghiselli ritiene che in effetti quello della tutela previdenziale per le donne sia un’emergenza nel nostro Paese, in quanto “non esiste più un criterio che riconosca il diverso carico di lavoro e le specifiche complessità nella conciliazione del lavoro professionale con quello di cura, che grava quasi esclusivamente sulle donne”. Cosa che fa sì che via siano carriere discontinue e difficoltà nel mettere insieme i requisiti contributivi richiesti per la pensione oppure che si goda di assegni piuttosto bassi per via dei pochi contributi versati. Il Segretario confederale della Cgil, intervistato da BlastingNews, ha ricordato che questo tema sarà affrontato nella fase due del confronto tra Governo e sindacati sulle pensioni. “Per noi prevedere il riconoscimento del lavoro di cura, per i figli ma anche per gli altri famigliari in caso di non autosufficienza, è urgente e giusto”, ha aggiunto.
Potrebbero non esserci provvedimenti di aggiustamento della riforma delle pensioni, piuttosto che nuovi interventi previdenziali positivi nella nuova Legge di stabilità in caso di elezioni anticipate. È questa la preoccupazione che Susanna Camusso ha espresso a Cesare Damiano e Andrea Orlando, ricordando quindi quelli che possono essere i pericoli derivanti da una fine anticipata delle legislatura, che andrebbero a ricadere “interamente sulla condizione dei lavoratori e delle fasce deboli della popolazione”, visto che non sarebbe possibile nemmeno parlare di ammortizzatori sociali. Il Segretario generale della Cgil, secondo quanto riporta l’Agi, ha in ogni caso ritenuto utile e positivo l’incontro con i due esponenti del Pd, augurandosi che si possano ripetere con un frequenza.
Si è parlato anche delle novità della riforma delle pensioni a San Martino in Pensilis, in un incontro organizzato dalla Uil Molise. A coloro che hanno preso parte all’incontro, infatti, sono stati spiegati i provvedimenti più significativi dell’ultima Legge di bilancio. La direttrice del Patronato Ital Uil, Maria Candida Imburgia, presente all’incontro, secondo quanto riporta termolionline.it, ha fatto presente che ancora mancano i testi definitivi dell’Ape, ma il patronato è già in grado di dare informazioni ai propri sportelli. Tecla Boccardo, Segretaria generale del sindacato nella regione ha voluto ricordare la situazione difficile in cui si trovano molti anziani, con pensioni sempre più basse, e altrettanti giovani, per i quali non sembrano esserci spazi occupazionali. Per la sindacalista è quindi necessario trovare il modo di spezzare questa spirale. In questo senso Romano Bellissima, Segretario generale della Uil pensionati, ha ricordato come bisognerebbe fare in modo di dare lavori flessibili agli anziani e stabili ai giovani. “È così che si alimenta un sistema forte e sostenibile, e si evita all’uomo di 65 anni di salire sopra un’impalcatura”, ha detto.
Non propongono una riforma delle pensioni, ma quanto ipotizzato da Valdis Dombrovskis e Jyrki Katainen è interessante per il futuro previdenziale di molti cittadini europei e anche per i finanziamenti all’economia. I due vicepresidente della Commissioni europea, in un articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore, spiegano infatti che nel mese di giugno presenteranno una proposta per gettare le basi di un mercato europeo dei piani individuali pensionistici volontari. “In questo modo potrebbero essere realizzate le economie di scala necessarie per ridurre i costi e offrire maggiore scelta a coloro che vogliono risparmiare per la pensione. Inoltre, avendo un orizzonte a lungo termine, i fondi pensione possono mobilitare più risparmi verso i mercati dei capitali e convogliare denaro verso investimenti produttivi”, scrivono i due. Vedremo se la proposta riuscire a sortire gli effetti desiderati e in quali tempi.
Roberto Ghiselli parla a tutto tondo della riforma delle pensioni, cominciando con l’evidenziare i limiti dell’Ape social e della Quota 41: il fatto che non vi possano accedere i disoccupati a seguito di scadenza del contratto a termine; la franchigia di 12 mesi, giudicata insufficiente per lo svolgimento continuativo negli ultimi anni prima della presentazione della domanda di attività gravose; la mancanza di alcune mansioni nell’elenco dei lavoro gravosi; i 36 anni di contribuzione richiesti che per donne ed edili possono essere difficili da raggiungere; il fatto che la Quota 41 sia limitata solo ad alcuni precoci e non a tutti coloro che hanno versato 41 anni di contributi. Il Segretario confederale della Cgil, intervistato da BlastingNews critica l’Ape volontaria, perché non idoneo a favorire una flessibilità pensionistica, mentre l’Ape aziendale e la Rita vengono considerati strumenti perfettibili. Il sindacalista ricorda poi come la scadenza per la presentazione della domanda di accesso all’Ape social fissata al 15 luglio possa essere problematica: “La cosa che più ci preoccupa, nel caso delle attività gravose, è che la documentazione più importante deve essere prodotta dal datore di lavoro, non sempre preparato a questi adempimenti”, ha detto.
Ghiselli ha anche ricordato l’importanza della fase due del confronto tra governo e sindacati, perché si deve parlare del futuro previdenziale dei giovani. Tuttavia, ha anche spiegato che non è stato in grado di capire quali siano le reali intenzioni dell’esecutivo su questo tema, come pure sulla possibilità di “rende più equo il sistema della flessibilità in uscita”.
I pensionati sono pronti a scendere in piazza. Non però per protestare contro una riforma del sistema pensionistico, bensì, contro gli interventi contenuti nella manovra correttiva che mirano a creare degli strumenti sostitutivi dei voucher lavoro. Ivan Pedretti, Segretario generale dello Spi-Cgil, dalla sua pagina Facebook ha ricordato quindi la manifestazione che la confederazione guidata da Susanna Camusso ha indetto per il 17 giugno a Roma, evidenziando come Un Parlamento e un governo responsabili avrebbero aperto un confronto serio con i sindacati prima di legiferare. “Questo confronto invece non c’è stato. Ora la toppa è peggiore del buco e a precarietà si sta aggiungendo altra precarietà. Così non va bene. Per questo i pensionati della Cgil come sempre saranno al fianco dei lavoratori e parteciperanno in massa alla manifestazione del 17 giugno”.
Continua la battaglia per una riforma delle pensioni dei politici da parte del Movimento 5 Stelle, che ieri ha manifestato a Palermo visto che i deputati dell’Assemblea regionale siciliana hanno raggiunto i 4 anni 6 mesi e un giorno di legislatura che consente loro di maturare il vitalizio. Vitalizio cui i consiglieri pentastellati hanno rinunciato. “La pensione veloce per i deputati è un pugno alla stomaco per i cittadini. Non potevamo fare passare sotto silenzio questa ingiustizia, un pugno nello stomaco per i cittadini, per i quali questo diritto scatta dopo oltre 42 anni di lavoro”, hanno fatto sapere i consiglieri del Movimento 5 Stelle, che ora attendono anche di sapere se la loro proposta di modifica del regolamento delle pensioni dell’Ars verrà accolta o meno dall’ufficio di presidenza di palazzo dei Normanni.