Sono state definite dal ministro Madia le regole sulle assenze per malattie gravi, inserite nel “maxi” atto d’indirizzo inviato all’Aran per lo sblocco dei contratti statali. In caso di gravi patologie per i dipendenti pubblici l’esclusione dal «computo del periodo di comporto di particolari assenze come emodialisi, la chemioterapia, il trattamento riabilitativo per soggetti affetti da AIDS, trova applicazione solo nell’ipotesi in cui si realizzano entrambi i requisiti richiesti dal disposto contrattuale: la grave patologia e il contestuale ricorso alle terapie salvavita», si legge sul sito Fp Cgil. Sul fronte della convalescenza in questi casi particolari, i giorni post-ricovero in ospedale, «conseguenti alle terapie salvavita, così come i giorni ritenuti consequenziali alle stesse terapie (come, ad esempio, le assenze per visite di controllo) non possono vedersi applicata l’esclusione dal computo», riporta Adnkronos rispetto alle novità del rinnovo contrattuale nazionale.
Secondo la regola imposta per le malattie gravi nella Pubblica Amministrazione, sul fronte della retribuzione «o si tratta di assenze riconducibili ad effettiva sottoposizione alle terapie salvavita oppure tali giorni di assenza non possono uscire dal computo del periodo di comporto». Le trattative ora cercheranno di modificare/arrivare ad un accordo tra Ministero PA e sindacati nazionali, assieme all’accordo sulle cifre e gli aumenti medi degli stipendi.
Dopo i primi rumors avvenuti nelle scorse ore, il rinnovo e sblocco dei contratti statali vede la quasi certa affermazione di alcune linee guida che il ministro Madia ha inviato all’Aran nel suo atto d’indirizzo dal qualche ora le trattative potranno finalmente avere inizio. Nel pubblico impiego gli aumenti contrattuali, 85 euro mensili in media, saranno più generosi con chi guadagna meno attraverso quello che potrebbe essere un meccanismo “alla Robin Hood”: ma, come riporta il Sole 24 ore, l’intera novità sarebbe calibrata all’interno delle fasce retributive di ogni comparto. In questo modo si potrebbe garantire l’incremento per tutti lasciando, come richiesto dalla stessa linea guida inserita dal Ministero Pa, un graduale parametro certo (di più a chi ha meno). La Madia spera così di lanciare la trattativa vera e propria presso l’Aran: pare che il primo punto di discussione prenderà inizio dal comparto della Pubblica Amministrazione centrale, ovvero quello per ministeri e agenzie fiscali, come riporta Firenze Post.
Come abbiamo visto in questi giorni, restano i problemi forti sulla copertura finale e sulla possibile cancellazione del bonus 80 euro per una fascia di reddito dei dipendenti pubblici: per entrambe le critiche che vengono mosse al Ministero, sarà poi la Manovra Economica del prossimo autunno a confermare/smentire questi possibili problematiche legate al rilancio definitivo del settore pubblico impiego. Su questo punto in questi giorni sia la Confal che la Cgil si sono espresse in merito: per il segretario della Confsal Unsa, Massimo Battaglia, «la questione diventa difficile: il Governo rimanda alla trattativa il problema del bonus». La leader del sindacato più grande d’Italia, Susanna Camusso, insiste per una soluzione sugli 80euro, che altrimenti diventerebbero un premio contro la contrattazione.