PENSIONI, APE SOCIAL RESTA ANCHE SE IL DISABILE CONVIVENTE VIENE A MANCARE

Come noto, all’Ape social possono accedere anche coloro che hanno familiari conviventi disabili. E c’è chi si domanda cosa potrebbe accadere nel caso del decesso del parente o di un suo ricovero presso una struttura che facesse venir meno la convivenza: si perderebbe il diritto all’Anticipo pensionistico? pensionioggi.it ha risposto a un quesito posto da un lettore a questo proposito, spiegando che “il decesso del disabile assistito durante il periodo di percezione dell’Ape sociale non comporti conseguenza alcuna per il beneficiario”. Il portale specializzato ha ricordato che le ragioni per cui si può perdere l’Ape social riguardano: la perdita della residenza in Italia, il superamento del reddito annuo esente da imposizione fiscale nel caso si continui a fare qualche attività lavorativa o il conseguimento di una pensione anticipata.



APE SOCIAL: RIZZETTO CONTRO “L’ESULTANZA” DI NANNICINI

Le parole di Tommaso Nannicini riguardo l’Ape social, definita una misura che ha colto nel segno, hanno provocato la reazione di Walter Rizzetto, che su Twitter ha scritto “Esultare per le domande di #apesociale quando queste persone già dovevano essere in pensione è come tagliarsi le palle per fare dispetto…”. Il deputato di Fratelli d’Italia ha già avuto modo nelle scorse settimane e negli scorsi mesi di evidenziare i limiti dell’Anticipo pensionistico, anche nella sua versione “agevolata”. Durante un question time alla Camera con Giuliano Poletti aveva avuto modo di far notare come le misure per i precoci fossero limitate e che anche le attività indicate come lavori gravosi non consentissero di pensare a un intervento in grado di portare benefici reali a chi lavora da tanti anni e avrebbe diritto alla pensione.



APE DONNA E GLI ALTRI OBIETTIVI DEL COMITATO OPZIONE DONNA SOCIAL

Orietta Armiliato ha voluto ribadire con un post su Facebook quali sono gli obiettivi del Comitato Opzione donna social. In primo luogo, promuovere e sostenere azioni per far sì che i lavori di cura delle donna siano riconosciuti ai fini previdenziali. Da qui deriva anche la volontà di ricercare una modalità di pensionamento anticipato che potrebbe sostanziarsi nella cosiddetta Ape Donna, o in altre modalità che garantiscano comunque una flessibilità pensionistica a chi, le donne, è comunque penalizzato durante la vita lavorativa. Non bisogna poi dimenticare che il Comitato vuol far sì che il cumulo contributivo gratuito possa essere utilizzato anche per accedere a Opzione donna, cosa che ancora oggi continua a non essere possibile. Servirebbe quindi un intervento legislativo per correggere la misura inserita nell’ultima Legge di bilancio.



DAMIANO RICORDA LA BATTAGLIA IN CORSO

Dopo le parole di Bergoglio contro la scelta di costringere gli anziani a lavorare di più, bloccando così l’accesso al mercato del lavoro dei giovani Cesare Damiano afferma di essere un papista. L’ex ministro del Lavoro, secondo quanto riporta Agi, ha voluto infatti ricordare di aver organizzato una petizione a sostegno della sua proposta di riforma delle pensioni contenente Quota 41 e la flessibilità a partire dai 62 anni. “Quella battaglia alla fine convinse il governo e approdò nell’introduzione dell’Ape sociale e volontaria”. Il Presidente della commissione Lavoro della Camera, ha poi ribadito che dal suo punto di vista l’Anticipo pensionistico dovrebbe diventare strutturale “per aiutare, attraverso il turnover, l’ingresso pro-quota dei nostri giovani nei posti di lavoro. Questa battaglia è in corso e quindi ben vengano le parole del Papa, che sostengono una linea di revisione profonda dell’attuale sistema pensionistico e del mercato del lavoro”.

BONUS POLETTI, BOMBIERI (FNP-CISL) CONSIGLIA LO STOP AI RICORSI

Non sono pochi i pensionati che sperano di riavere tutti gli arretrati che spettano loro in virtù della dichiarata illegittimità del blocco delle indicizzazione varato nel 2011. Il bonus Poletti ha infatti provveduto a un rimborso una tantum, non però totale. E ora, a seguito di alcuni ricorsi, la Corte Costituzionale ha già fissato per il 24 ottobre l’udienza per pronunciarsi anche con la legge varata dal Governo Renzi. E a questo proposito Luigi Bombieri, Segretario generale della Fnp-Cisl del Veneto, invita gli italiani a non presentare più istanza di ricorso come si legge su diversi siti, in quanto avendo la Consulta già fissato la data dell’udienza sarebbe del tutto inutile. Il sindacalista, come riporta veronasera.it, ricorda infatti che la sentenza avrà effetto su tutti i pensionati. L’effetto di agire ora, viene evidenziato, è solo quello di spendere dei soldi inutilmente.

LA PROVOCAZIONE: PENSIONE A 63 ANNI PER FUMATORI E ALCOLIZZATI

Ultimamente si parla della possibilità che l’età pensionabile venga portata a 67 anni a partire dal 2019, in virtù dell’aumento dell’aspettativa di vita. Provocatoriamente, Ugo Cornia, dalle pagine de Il Foglio, chiede però che per fumatori e alcolizzati non valga questa regola, visto che hanno un’aspettativa di vita più bassa. “Se dobbiamo essere scientifici e credere nei grandi numeri, nel caso di fumatori e alcolizzati bisogna rifare tutto, e per quelli che fumano o bevono (o fumano e bevono, ancor meglio) si mette l’età pensionabile a sessantatré anni”, si legge nel suo articolo, dove è pure scritto che “con le regole attuali, il fumatore o l’alcolizzato, pur avendo questa supposta attesa di morte precoce, si trovano a essere equiparati contributivamente ai sani, che hanno questa attesa di vita media maggiore. E non è giusto”.

LE CRITICHE DI ANNA GIACOBBE ALL’INPS

In settimana Tito Boeri ha presentato il Rapporto annuale dell’Inps presso la Camera dei deputati. Anna Giacobbe, poco dopo, ha scritto su Facebook un post che segnala alcuni problemi che a suo dire l’Istituto nazionale di previdenza sociale presenta. La deputata dem scrive infatti che  “il servizio che rende l’Inps non è adeguato: una parte dei problemi derivano dal passato, una parte da come lo governa il Presidente Boeri”. Scendendo nello specifico, Giacobbe spiega che “ci sono problemi di efficienza; soprattutto, le circolari dell’Istituto prevedono regolarmente interpretazioni restrittive delle norme di legge, escludono persone che invece avrebbero diritto; si dà per scontato che ci sarà contenzioso”.  

La deputata aggiunge che ci sono delle contraddizioni certo anche nelle norme di legge, ma a volte ciò dipende da indicazioni e numeri che lo stesso Inps e fornisce e “che si rivelano quasi sempre sballati, limitando la possibilità di utilizzare bene le risorse che si impiegano”. “Si ha l’impressione che l’Istituto si cimenti più nel dimostrare che le persone non hanno diritto alle prestazioni, che nell’aiutare gli interessati a percepirle, se dovute”, aggiunge Giacobbe, spiegando che questo è probabilmente dovuto al fatto che ridurre la spesa pensionistica è considerato il modo più semplice per risanare i conti pubblici. A suo modo di vedere l’innalzamento dell’età pensionabile è stato vissuto come un “tradimento” da parte dei cittadini”, specie le donne. Ora è giunto il momento di cambiare la Legge Fornero. E quanto fatto finora, con l’Ape, per esempio, o con le salvaguardie degli esodati, non basta. 

BARETTA PRECISA SU MILLENIASL E RISCATTO GRATIS

Il sottosegretario al Ministero di Economia e Finanza, Pierpaolo Baretta, ha voluto ieri spiegare nel dettaglio le varie e confuse notizie legate al riscatto laurea gratis, che pare essere saltato del tutto, e il “nodo” Millenials. Il Governo sta per varare l’inclusione solo dei giovani che nel 2018 si iscrivono per la prima volta ad una facoltà in Università: per Baretta, da ora «questo è quello che si può fare, pagare i contributi figurativi ai nati dal 1980 in poi non è attualmente sostenibile per il bilancio», spiega il sottosegretario. Per lo stesso motivo, Baretta è voluto intervenire all’assemblea dei giovani Pd annunciando, «con le regole ufficiali i primi contribuiti verrebbero versati tra tre anni. Molti soggetti implicati nella vicenda Riscatto di Laurea, «hanno provveduto a pagarsi di tasca propria i contributi della laurea e per questo vedono non di buon occhio il riscatto gratis. Proprio per questo Baretta ha poi aggiunto che “non è giusto aprire ai Millenials in forma gratuita. (agg. di Niccolò Magnani)

DAMIANO, “NO AL LAVORO FINO A 67 ANNI DAL 2019

Damiano e Sacconi hanno parlato negli scorsi giorni della speranza di vita che può cambiare e non poco la situazione pensionistica e lavorativa del 2019, ovvero conclusasi la finestra della nuova riforma pensioni in atto tra il 2016 e il 2018. I due presidenti delle Commissioni Lavoro di Senato e Camera hanno chiesto uno stop al prossimo adeguamento alla speranza di vita che dovrebbe scattare il prossimo 1 gennaio 2019. I due politici, tra l’altro entrambi ex ministri del Lavoro, spingono per evitare un nuovo adeguamento che porterebbe in piena crisi pensionistica una nuova ondata di lavoratori italiani; «Pur muovendo da diverse impostazioni sull’assetto del sistema previdenziale – scrivono in una nota i due Presidenti – condividiamo la necessità di un rinvio strutturale dell’adeguamento dell’età di pensione all’aspettativa di vita, che altrimenti la porterebbe a 67 anni a partire dal 2019, almeno in termini tali da introdurre una maggiore gradualità». (agg. di Niccolò Magnani)