Nel 2003 con l’approvazione della Legge Biagi era stato introdotto nel nostro ordinamento il lavoro accessorio più comunemente conosciuto come il “buono lavoro”. Nei mesi scorsi la Cgil ha raccolto oltre un milione di firme per chiederne l’abolizione. Alla luce dell’intervento della Consulta che ha approvato il quesito referendario, il Governo ha deciso, al fine di evitare un rischioso referendum, di abrogare “provvisoriamente” i voucher. Con la cosiddetta “manovrina”, infatti, tale istituto uscito dalla porta, è rientrato dalla finestra.



La nuova normativa prevede, infatti, la possibilità di acquisire prestazioni di lavoro occasionali. Nello specifico possono fare ricorso ai “voucher”, nella versione 2.0, le persone fisiche, non nell’esercizio dell’attività professionale o d’impresa, per il ricorso a prestazioni occasionali mediante il nuovo “Libretto Famiglia”. Le persone, infatti, potranno dotarsi di un libretto nominativo prefinanziato per il pagamento delle prestazioni occasionali rese a loro favore da uno o più prestatori nell’ambito di piccoli lavori domestici, compresi lavori di giardinaggio, di pulizia o di manutenzione, assistenza domiciliare ai bambini e alle persone anziane, ammalate o con disabilità e l’insegnamento privato supplementare (le famose ripetizioni). Attraverso lo stesso strumento sarà erogato, inoltre, il contributo per l’acquisto di servizi di baby-sitting, ovvero per fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati



Sarà, tuttavia, vietato il ricorso alle aziende che hanno alle proprie dipendenze più di cinque lavoratori subordinati a tempo indeterminato, alle imprese del settore agricolo (seppur con alcune eccezioni), alle imprese dell’edilizia e di settori affini e nell’ambito dell’esecuzione di appalti di opere o servizi.

Da lunedì l’Inps ha attivato la procedura per il nuovo “contratto di prestazione occasionale” e per i libretti famiglia, le due nuove forme contrattuali che hanno sostituito i vecchi voucher. Tuttavia prevedendo possibili disservizi iniziali sono stati messi in campo, in questi giorni, un numero di operatori di call center superiore al normale proprio per dare la possibilità a chi dovesse avere difficoltà ad avviare subito la procedura di farlo per telefono. La registrazione e i relativi adempimenti relativi al “Libretto Famiglia” potranno essere, tuttavia, svolti anche tramite un patronato.



La speranza, in ogni caso, è che questa seconda vita del voucher, così come rivisto e corretto, non sia caratterizzata da quelle criticità, e abusi, che ne ha caratterizzato almeno l’ultima parte della prima.