APE SOCIAL, MIUR VALUTA INTERVENTO PER IL PERSONALE DELLA SCUOLA

Tra le Faq dell’Inps dedicate all’Ape social, ve n’è una che sicuramente interessa i lavoratori del mondo della scuola. L’Istituto nazionale di previdenza sociale chiarisce infatti che né la Legge di bilancio, né i decreti attuativi hanno previsto deroghe per il comparto scuola. Dunque, “il personale in esame potrà accedere solo dal 1° settembre in quanto la cessazione dal servizio per tale personale è fissata al 31 agosto di ciascun anno scolastico”. L’Inps specifica però che “trattandosi di una problematica che attiene esclusivamente il rapporto di lavoro, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sta valutando eventuali azioni da intraprendere al fine di non  vanificare il diritto, laddove vengano riconosciute le condizioni per l’accesso al beneficio, a percepire l’Ape sociale o la pensione da precoce senza dover attendere la conclusione dell’anno scolastico”. Resta da capire con quali tempistiche il Miur eventualmente interverrà.



SACCONI: CON LA LEGGE FORNERO CREATO UN PRECIPIZIO

Maurizio Sacconi evidenzia la necessità di “riflettere su sistemi pensionistici più flessibili di fronte a un mercato del lavoro che sta cambiando radicalmente”. L’ex ministro del Lavoro, intervistato da Radio Cusano Campus, torna sulla riforma delle pensioni targata Fornero, spiegando che pur essendo vero che l’Europa ci chiedeva un intervento sulle pensioni, “il governo Monti ha fatto addirittura di più. Un di più che è stato largamente votato in Parlamento”. Dunque il Presidente della commissione Lavoro del Senato non nasconde le responsabilità dei partiti politici, perché ammette che “la politica in quel momento fece un passo indietro. Certe riforme vanno fatte con gradualità, quelli che un tempo chiamavamo scalini e scaloni. In questo caso è stato fatto un precipizio”. Sacconi ricorda anche che a fare maggiormente le spese di questa situazione sono le donne.



MANFREDONIA (ACLI). SISTEMA PREVIDENZIALE È INIQUO E INGIUSTO

Il sistema previdenziale italiano è iniquo e ingiusto, penalizza i più deboli e i giovani con vite precarie. Lo ha detto Emiliano Manfredonia, vice presidente vicario delle Acli e presidente del Patronato Acli, che durante un incontro dello stesso Patronato, secondo quanto riporta l’agenzia Sir, ha anche spiegato che “lo Stato non è un partner affidabile cui legare le sorti dei propri destini previdenziali, affidare i risparmi di una vita lavorativa e le risorse che dovranno garantire un’esistenza libera e dignitosa nel momento di maggior debolezza”. Manfredonia ha in particolare puntato il dito contro il continuo cambiamento delle regole in base alle quali i lavoratori definiscono la propria rendita pensionistica: un’incertezza che di certo non contribuisce ad avere fiducia nello Stato e nelle istituzioni. Inoltre ha raccontato che “come Patronato, assistiamo inermi alla concessione di pensioni di invalidità o di pensioni ai superstiti di importi indecenti che creano nuovi poveri nella nostra società”.



ELOGIO DI TREU PER L’APE SOCIAL

Tiziano Treu evidenzia l’importanza dell’Ape social in un momento in cui si paventa la possibilità che l’età pensionabile possa aumentare a partire dal 2019. L’ex ministro del Lavoro, intervistato da Blasting News, ha spiegato infatti che si tratta di una misura che “permette di guadagnare 3 anni e anche oltre, senza perdite di pensione e con un aiuto pubblico che è giusto”, in “situazioni obiettive di disagio come quelle di persone disoccupate”. Il Presidente del Cnel ha voluto anche evidenziare che non è proprio corrispondente alla verità la tesi secondo cui tenere le persone più tempo al lavoro crei problemi all’occupazione giovanile. “Il problema vero è che serve che riprenda la crescita in modo un po’ più robusto di quello che abbiamo avuto fino ad adesso”, ha detto. Quanto al possibile aumento dell’età pensionabile, Treu ha ricordato che si tratta di “una tendenza assolutamente comune a tutti i paesi”.

INTERROGAZIONE PD SULL’APE SOCIAL

Ricorderete che vi abbiamo parlato del fatto che per accedere all’Ape social non è possibile utilizzare i contributi versati all’estero, secondo quanto disposto dalla circolare Inps numero 100 dello scorso 16 giugno. Sul tema Anna Giacobbe ha fatto sapere che questa situazione è frutto di una “ennesima interpretazione restrittiva dell’Inps, che non corrisponde alle intenzioni del legislatore: né il parlamento, né il governo avevano inteso prevedere questa limitazione”. Su Facebook la deputata del Partito democratico fa quindi sapere che tocca al ministero del Lavoro “correggere” l’Inps. Per questo motivo “è stata presentata una interrogazione del gruppo Pd, di componenti della Commissione lavoro e di deputati delle Circoscrizioni estere”. Non resta quindi che aspettare che ci sia una risposta.

FORNERO SULL’APE: GIUSTO CHE SI PAGHI PER LA PENSIONE ANTICIPATA

Elsa Fornero è tornata a parlare di pensioni, scatenando non pochi commenti negativi sui social. L’ex ministro del Lavoro è stata ospite di Agorà Estate e le è stato chiesto, tra le altre cose, di esprimere un commento sull’alto numero di domande relative all’Ape social. La professoressa ha così ricordato le ragioni per cui nel 2011 era impossibile pensare di poter introdurre una flessibilità, visto che il Paese rischiava di scivolare una crisi finanziaria dalle gravissime conseguenze. Quindi ha detto di ritenere giusto che chi desidera andare in pensione anticipata, se non è disoccupato o in condizioni di forte disagio, se la paghi, come previsto attraverso l’Ape volontaria. L’ex ministro ha anche specificato che è giusto che ci sia l’Ape social per venire incontro a chi si trova invece in condizioni di particolare disagio.

INPS, RISPEDITA AL MITTENTE LA CIRCOLARE SUI PRIVILEGI DEI SINDACALISTI

Tito Boeri aveva parlato anche in televisione della circolare dell’Inps che intendeva eliminare alcuni privilegi previdenziali riservati ai sindacalisti. Il documento giaceva negli uffici del ministero del Lavoro e, secondo quanto scrive Business Insider, è stato rispedito al mittente. “Tradotto: quelle che hanno trattenuto il provvedimento fermo per quattro mesi non erano solo ‘questioni tecniche’ come spiegavano gli addetti ai lavori a fine aprile. Erano, piuttosto, questioni politiche. E nella lettera che ha di fatto respinto l’applicazione della circolare, il ministero riconosce l’esistenza di un privilegio nel trattamento previdenziale dei sindacalisti, ma non si assume la responsabilità di una scelta politica ‘pesante’”, si legge in un articolo di Giuliano Balestreri, nel quale si spiega che i tecnici del ministero hanno chiesto all’Inps di aggiungere dei dettagli tecnici al documento, che non sembrano però così facili da fornire.

Dunque, “difficilmente la nuova circolare arriverà al ministero prima dell’autunno e allora con le elezioni davvero alle porte il governo potrebbe non avere il coraggio di intervenire”, si legge ancora nell’articolo. A questo punto sembra scontato che la situazione sia destinata a non mutare e i “privilegi” a rimanere intatti. Ancora una volta, come accaduto con il precedente esecutivo, si confermerebbero quindi dei rapporti non ottimali tra palazzo Chigi e Tito Boeri, che non ha mancato in passato, e anche recentemente, di criticare alcune misure previdenziali, come, per esempio, l’aumento e l’estensione della quattordicesima in base all’importo dell’assegno percepito.

GHISELLI (CGIL): IL GOVERNO SCOPRA LE CARTE

Oggi Governo e sindacati tornano a incontrarsi per parlare di riforma delle pensioni e Roberto Ghiselli, intervistato da RadioArticolo1, ha evidenziato la necessità di un’accelerazione, in quanto sarebbe giunto il momento che l’esecutivo “scopra le sue carte” dicendo chiaramente quali sono le sue intenzioni sui temi che sono sul tavolo, come la pensione di garanzia per i giovani, la flessibilità, il legame tra requisiti pensionistici e aspettativa di vita, il lavoro di cura e la previdenza complementare. “Le nostre proposte sono dettagliate, frutto di una piattaforma unitaria, e noi vogliamo avere un segnale preciso, altrimenti riprenderemo le iniziative di mobilitazione”, ha detto il Segretario confederale della Cgil, che ha anche ricordato che giovedì  “ci sarà un attivo nazionale di quadri e delegati Cgil, Cisl e Uil, dedicato proprio alle pensioni”.

POSSIBILI INTESE TRA LEGA E M5S DOPO IL VOTO

Il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord potrebbero dialogare, se non addirittura allearsi, dopo le elezioni. Lo fa capire Matteo Salvini in un’intervista a Repubblica, anche se ci va molto cauto nel parere di vere e proprie intese. Per il leader del Carroccio ci possono infatti essere sicuramente degli importanti punti di dialogo su alcuni punti, che oltre all’Europa e all’immigrazione potrebbero riguardare il taglio dei vitalizi e delle pensioni d’oro. Certamente le due formazioni potrebbero anche trovare un terreno fertile di dialogo sulla riforma delle pensioni. Entrambe ritengono infatti che la Legge Fornero sia da superare e che 40-41 anni di contributi versati siano sufficienti per maturare il diritto alla pensione a prescindere dall’età anagrafica. Certamente, poi, l’età pensionabile attuale è giudicata si da Movimento 5 Stelle che Lega Nord troppo elevata. Vedremo cosa accadrà. Come ha detto Salvini, intanto occorre andare a votare.