Susanna Camusso torna a occuparsi di riforma pensioni e lo fa a suo modo, facndo da spillo all’attività del Governo. La leader cigiellina accoglie con favore l’iniziativa di Cesare Damiano e Maurizio Sacconi per chiedere che si rinvii l’aumento dell’età pensionabile che potrebbe scattare dal 2019. Il Segretario generale della Cgil ritiene “evidente che non si può procedere all’automatismo per l’età pensionabile, anzi, il tema è semmai ripensare all’allungamento che è anche un ostacolo all’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro”. La sindacalista evidenzia anche l’assenza di risposte, da parte del Governo, rispetto alle richieste avanzate dai sindacati. “Pare che in questo momento sul tema delle pensioni, al di là degli annunci, il governo non stia dicendo cosa intende fare, né per il futuro rispetto alla pensione di garanzia per i giovani, né per il presente sul tema dell’aspettativa di vita”. 



RIFORMA PENSIONI 2017, APE SOCIAL, LEGGE FORNERO, PENSIONI D’ORO: COSA CAMBIA?

MAURIZIO SACCONI ALL’ATTACCO DELLA RIFORMA FORNERO.

La riforma delle pensioni targata Fornero è da ripensare. Lo scrive Maurizio Sacconi sul blog dell’Associazione amici di Marco Biagi, evidenziando come l’attuale sistema penalizzi sia i giovani che gli anziani. “D’altronde la rigidità del suo impianto è stata dimostrata dai provvedimenti di deroga che nei soli ultimi tre anni hanno richiesto coperture per quasi 20 miliardi per cui il Governo non può rifiutare ora il confronto”, aggiunge l’ex ministro del Lavoro, che torna a chiedere un rallentamento dell’aumento dell’età pensionabile, già promosso in settimana insieme a Cesare Damiano. Oltre a ciò, il Presidente della commissione Lavoro della Camera ritiene che sarebbe utile “incentivare fiscalmente e promuovere culturalmente il risparmio previdenziale e i versamenti volontari, sostenere i comportamenti socialmente meritevoli, rendere duttili, oltre una base minima, le età di pensione”.



GHISELLI (CGIL) CONTRO POLETTI: NON ASCOLTA I SINDACATI.

Giuliano Poletti è tornato a ripetere che il Governo affronterà il tema dell’eventuale innalzamento dell’età pensionabile dal 2019 dopo l’estate e Roberto Ghiselli critica il ministro del Lavoro, segnalando che “sembra non cogliere la sollecitazione che Cgil, Cisl e Uil hanno evidenziato con l’attivo di ieri. È necessario che il governo inizi a dare delle risposte concrete ai tutti i punti in discussione in questa fase e si impegni a bloccare l’innalzamento dell’età pensionabile”. Anche Cesare Damiano e Maurizio Sacconi hanno chiesto che venga quanto meno “rallentato” questo aumento che è collegato all’aspettativa di vita. Secondo il Segretario confederale della Cgil, “le ragioni per bloccare l’innalzamento dell’età pensionabile sono evidenti già ora e non è pensabile aspettare l’autunno per affrontare questa questione”. Tra queste ragioni, il sindacalista ricorda il fatto che in Italia l’età pensionabile è tra le più alte in Europa “e un ulteriore balzo renderebbe la cosa socialmente insostenibile”.



TRIPIEDI (M5S) CONTRO GLI AIUTI ALLE BANCHE

Il decreto per il salvataggio delle banche venete ha incontrato alla Camera una forte opposizione del Movimento 5 Stelle. Davide Tripiedi, deputato pentastellato che fa parte della commissione Lavoro della Camera, ha scritto un post sulla propria pagina Facebook per evidenziare come negli ultimi sei anni siano stati varati interventi a favore delle banche per 85 miliardi di euro. Tutto questo quando il Movimento 5 Stelle “da anni chiede coperture per aiutare chi fa un lavoro usurante dato che reputiamo una follia il fatto che a 65 anni ci sia ancora chi è costretto a svolgere la professione del muratore”. Senza dimenticare che M5S, attraverso il reddito di cittadinanza, propone di fatto un aumento delle pensioni minime. Dunque sembra che per certi interventi le risorse non si trovino, mentre per le banche non ci siano assolutamente problemi.

BARBAGALLO CONTRO BOERI: FA SOLO COSE CHE CREANO CONTENZIOSI

Tito Boeri aveva annunciato di voler cambiare le regole per le pensioni dei sindacalisti, abolendo quelli che aveva definito dei privilegi. Carmelo Barbagallo però non ci sta e pur riconoscendo che la legge che disciplina il trattamento previdenziale di politici e sindacalisti deve essere rivista, ci tiene a dire che non ci sono alcuni privilegi in ballo. “Si tratta di una legge che riguarda il settore pubblico e che poi veniva applicato anche ai sindacalisti in distacco. Io ad esempio vengo dal settore privato e quindi questa norma non mi riguarda. Ma  queste norme un tempo si consideravano conquiste, adesso le chiamiamo privilegi”, ha detto il Segretario generale della Uil secondo quanto riporta intellogonews.it. Il sindacalista ha poi attaccato Boeri, spiegando che “rischia solo di fare cose che creano contenziosi”.

APE SOCIAL, SODDISFAZIONE FILLEA-CGIL

La Fillea parla di un importante risultato raggiunto sul fronte delle pensioni, grazie al fatto che l’Inps, nei suoi chiarimenti sull’Ape social, ha segnalato che “in considerazione delle segnalate difficoltà di reperire il datore di lavoro per la sottoscrizione della relativa attestazione”, gli operai edili possono farsi rilasciare una “idonea dichiarazione, sottoscritta dal responsabile della cassa edile, dalla quale risultino i periodi durante i quali egli è stato iscritto alla cassa”. Alessandro Genovesi esprime quindi soddisfazione, spiegando che il suo primo pensiero “va a quei lavoratori, circa 2mila dei 23mila over 63 che stanno ancora sulle impalcature, che possono tirare un sospiro di sollievo e forse finalmente poter guardare al proprio futuro con maggiore serenità”.

Il Segretario generale della Fillea-Cgil si dice anche orgoglioso sapendo di aver contribuito, con Filca e Feneal, “a modificare una circolare ingiusta e a restituire ad alcuni lavoratori il diritto a scendere dalle impalcature e godersi finalmente la propria pensione”. Genovesi, tuttavia, ricorda anche che esistono altri problemi relativi all’Ape social, che non consentono a circa 23.000 operai edili con più di 63 anni di accedervi. “Continueremo la nostra battaglia per cambiare i requisiti dell’accesso alla pensione anticipata e per garantire che sulle spalle degli edili al peso di un lavoro gravoso e faticoso si aggiunga anche la disperazione per una pensione inarrivabile”, aggiunge, ricordando altresì a tutti gli interessati di presentare al più presto la domanda per l’Ape social, visto che la scadenza del 15 luglio è vicina.

BLOCCARE L’ASPETTATIVA DI VITA COSTA 1,2 MILIARDI

In questi giorni i sindacati, oltre che Cesare Damiano, Maurizio Sacconi e altri parlamentari, hanno chiesto al Governo di non portare a 67 anni l’età pensionabile a partire dal 2019. A quanto scrive Repubblica, che cita fonti vicine al dossier, un intervento di questo genere costerebbe però circa 1,2 miliardi di euro. Tutto questo, tra l’altro, prendendo in considerazione il congelamento dell’aumento. Tra due anni, quindi, nel caso, il problema si presenterebbe ancora. Non è chiaro a quanto potrebbe ammontare il costo di una cancellazione totale del meccanismo di adeguamento dei requisiti pensionistici all’aspettativa di vita. Per il momento il Governo non ha preso una decisione in merito e ha anzi fatto sapere, attraverso Giuliano Poletti, che solamente in autunno, una volta che avrà dall’Istat il dato sulla speranza di vita, farà le sue valutazioni sul da farsi.

BARBAGALLO: CON GOVERNO PASSO AVANTI TUTTO DA VERIFICARE

Il confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni ha fatto segnare “un passo avanti, ma tutto da verificare nel tavolo politico”. Lo ha detto Carmelo Barbagallo, spiegando che senza dubbio ora l’obiettivo importante da conseguire è evitare che scatti l’aumento dell’età pensionabile in base al meccanismo che lega i requisiti pensionistici all’aspettativa di vita. Il Segretario generale della Uil ha detto di essere d’accordo con la proposta avanzata in questo senso da Cesare Damiano e Maurizio Sacconi, anche perché l’età pensionabile in Italia è già sopra la media europea. Il sindacalista, secondo quanto riporta il sito de Il Diario del lavoro, ha anche parlato dei freschi dati sulla povertà assoluta, evidenziando come l’aumento delle quattordicesime dei pensionati attenua la situazione, ma il problema va risolto con investimenti pubblici e privati per creare occupazione e aumentare il potere d’acquisto di lavoratori e pensionati.