La settimana si apre con nuove trattative e confronti in sede Aran per il rinnovo dei contratti statali per il settore Amministrazioni Centrali: al centro ovviamente il dibattito sarà sull’aumento a 85 euro di media per i dipendenti pubblici delle Funzioni Centrali, circa 250mila come abbiamo già detto, che però non vedranno ugualmente tutti lo stesso numero di aumento all’interno della busta paga. Saranno infatti in prima battuta privilegiati i dipendenti con i redditi più bassi, con aumento che in quel caso avranno sì i promessi 85 euro di media al mese; più sale il reddito però più è a rischio la cifra promessa, anche se le modalità e i range non sono ancora chiariti, sono infatti il punto di discussione più importante e delicato (assieme al momento in cui dovrà scattare l’aumento) tra sindacati e Aran in questi giorni di trattative prima delle ferie di agosto. Terzo punto delicato sarà invece evitare di toccare gli 80 euro come bonus stabilito dal Governo Renzi e confermato finora dall’esecutivo Gentiloni.



CONTRATTI STATALI, ULTIME NOTIZIE DI OGGI

Con una nota assai dura contro il Ministero Pa e il Miur, il sindacato scuola Snals-Confsal ha riposto all’attenzione il problema del rinnovo contratti per i docenti e gli insegnanti della scuola pubblica. «Gli ottantacinque euro lordi, scaglionati in uno o due anni, non bastano», lamentano i rappresentanti sindacali del settore scuola. «Se questo è l’aumento degli stipendi dei nostri docenti, allora chiediamo al Governo altro: riqualificare e ridisegnare il ruolo degli insegnanti, non solo in termini economici (la cifra prevista, quando sarà firmato il contratto, è poca cosa), ma in termini di riconoscimento occupazionale e sociale, nell’ambito del sistema scolastico», spiega la nota diffusa contro le operazioni di rinnovo finora stabilite dal Governo. In sostanza, quelle cifre e quei rinnovi non bastano perché non esaltano per nulla il nodo centrale del mondo scuola, per l’appunto l’insegnante: «Occorre, dunque, oltre che cercare di migliorare l’importo in busta paga (condizione essenziale per un riconoscimento che incida sulla qualità della vita), operare concretamente perché i docenti riacquistino la dignità e la giusta posizione sociale, che, negli anni, è stata nullificata da riforme applicate tout court e scelte errate». Meno burocrazia e più merito viene chiesto al Ministro Fedeli e alla Madia, «una scuola che da i propri docenti sappia trarre il meglio per gli studenti e per un contesto sociale ove l’autentica cultura sia libertà da ogni condizionamento».

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