Oggi è in programma l’incontro tra i sindacati e l’Aran: la riunione è stata convocata dall’Agenzia che rappresenta il governo nella trattativa per il rinnovo dei contratti statali e l’aumento degli stipendi dei dipendenti della Pubblica Amministrazione. Per Confintesa Funzione Pubblica però i segnali non sono positivi: il riferimento è al rischio «di perdere il bonus di 80 euro» e agli 85 euro lordi medi. In merito a quest’ultimo aspetto Claudia Ratti, segretario nazionale di Confintesa, ha spiegato che «in realtà sarebbero suddivisi tra parti fisse e accessorie», quindi «moltissimi lavoratori avrebbero aspettato tanti anni per vedersi riconoscere un aumento stipendiale di 50 euro». Se le preoccupazioni trovassero conferma oggi, quando verrà aperta la trattativa, potrebbe profilarsi una dura battaglia tra governo e sindacati: «Le cifre attualmente a disposizione hanno un colore tragicomico. Inoltre non è ancora chiarita la questione degli arretrati che devono essere riconosciuti da gennaio 2015».



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La trattativa tra l’Aran e i sindacati parte in ritardo e pure in salita: a lanciare l’allarme è stata la Confederazione generale sindacale (Cgs) in vista del primo incontro tra l’Agenzia che rappresenta il governo nella trattativa e i sindacati. «L’assoluta carenza di risorse economiche, infatti, pende come una spada di Damocle sul buon esito del tavolo», scrive Cgs. Il problema per Marco Carlomagno, segretario della Flp e vicesegretario generale della Cgs, è che si parte senza risorse concrete spendibili: «Per il biennio 2016-2017 ammontano a poco più di 30 euro lordi pro-capite, mentre per il 2018 non risultano ancora stanziate, sbugiardando lo stesso accordo preelettorale che il Governo Renzi strappò a Cgil, Cisl e Uil a novembre 2016 con la promessa degli 85 euro». Anche Cgs è pronta a dare battaglia: sarà una trattativa complessa quella che si aprirà oggi.

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