Come ormai ben noto a tutti, la Garanzia Giovani rappresenta il Piano europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile. Con questo obiettivo sono stati previsti dei finanziamenti per i Paesi membri con tassi di disoccupazione superiori al 25%, che dovrebbero essere investiti in politiche attive di orientamento, istruzione e formazione e inserimento al lavoro, a sostegno dei giovani che non sono impegnati in un’attività lavorativa, né inseriti in un percorso scolastico o formativo ( i famosi Neet, Not in education, employment or training).



L’l’Italia, in particolare, si è impegnata a garantire ai giovani al di sotto dei 30 anni (29 e 364 giorni) un’offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio, entro 4 mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema d’istruzione formale. In questa prospettiva si deve sottolineare come Garanzia Giovani abbia anche rappresentato, in questi tre anni, un possibile esempio, con tutti i suoi limiti, di buona collaborazione istituzionale tra Stato e Regioni tanto da costituire una base fondamentale per il rafforzamento del nuovo sistema di politiche attive in Italia (si pensi, a titolo esemplificativo, all’assegno di ricollocazione).



Nella stessa logica il ministero del Lavoro evidenzia il positivo risultato finora conseguito in termini di gestione e di spesa delle risorse. Considerando, infatti, che le risorse della programmazione in corso possono essere spese fino alla fine del 2018, al 31 marzo 2017 risultano infatti impegnate ben l’87,2% delle risorse programmate e ammontano al 56,2% le risorse spese per misure già concluse.

Ciò premesso guardiamo ai dati e ai risultati di questa prima fase di Garanzia Giovani in salsa italiana. Al 13 luglio 2017 sono quasi 1 milione e 200mila i giovani che hanno partecipato al progetto europeo, registrandosi sul portale nazionale e su quelli regionali, di questi i presi in carico sono oltre 963mila: probabilmente il dato complessivamente più positivo dell’esperienza. Sono, infine, circa 512mila (meno della metà dei registrati) i giovani cui è stata proposta almeno una delle misure finanziate e di questi solo il 60% ha avuto un’esperienza concreta di lavoro.



In particolare, con riferimento alla misura dei tirocini (quella di gran lunga più significativa), è utile ricordare che dei 306.507 giovani che hanno concluso un tirocinio, il 60% ha avuto un rapporto di lavoro successivo; di questi, il 49% con lo stesso datore di lavoro. Questo può essere considerato un risultato complessivamente positivo? O si deve ritenere Garanzia Giovani una macchina per tirocini (forse) un po’ troppo costosa?

In ogni caso il programma è stato rifinanziato. Le nuove risorse, che ammontano a 1,3 miliardi di euro, consentiranno così di portare il programma fino alla scadenza dell’attuale ciclo di programmazione dei fondi europei (il mitologico 2020), consolidando l’esperienza accumulata e correggendo le (molte?) problematiche emerse.