SALVINI ATTACCA ANCORA LA LEGGE FORNERO

Matteo Salvini torna a criticare la Legge Fornero. Secondo quanto riporta Secolo Trentino, a Cervia, durante la festa nazionale della Lega Nord, il leader del Carroccio ha infatti spiegato che se andrà al Governo la prima legge che verrà abrogata sarà proprio quella che porta il nome dell’ex ministro del Lavoro, perché “se mandi la gente in pensione a 70 anni, quelli che hanno 20 anni quando andranno a lavorare?”. Intervistato da Il Giornale, Salvini ha anche ricordato che la cancellazione della Legge Fornero può essere uno dei cardini per costruire un programma comune a tutto il centrodestra in vista delle prossime elezioni. “Non è più tempo delle punture di spillo tra gli alleati: è giunto il momento, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, di mettersi attorno a un tavolo e di stilare un vero programma concordato cominciando da alcuni punti cardine come l’abolizione della legge Fornero sulle pensioni e il varo di una flat tax al 15% per determinare un percorso di crescita, oltre alla bomba-immigrazione”, ha detto.



DAMIANO: SÌ AL CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ, NO AL RICALCOLO

Cesare Damiano torna a spiegare il perché della sua opposizione al Ddl Richetti nella parte in cui prevede il ricalcolo dei vitalizi in essere. L’ex ministro del Lavoro spiega infatti che, “puntuale come un orologio svizzero, comincia il dibattito sulla necessità di tagliare nuovamente le pensioni anche ai lavoratori attraverso un ricalcolo retroattivo delle pensioni retributive in essere”. Il Presidente della commissione Lavoro della Camera fa riferimento a un articolo di Marco Ruffolo pubblicato su Repubblica, in cui compaiono le parole “almeno finora” riferite al fatto che il ricalcolo previsto per i parlamenti non potrà essere applicato ai normali pensionati. Damiano ricorda quindi che su un assegno fino a 1.500 euro, come spiegato da Ruffolo, il ricalcolo con il contributivo comporterebbe una decurtazione di circa il 24%, ovvero 300 euro. Dal suo punto di vista sarebbe stato quindi meglio proporre un contributo di solidarietà al posto del ricalcolo dei vitalizi.



APE SOCIAL E PRECOCI, AVVIATO MONITORAGGIO DOMANDE

L’Inps ha cominciato la fase di monitoraggio delle istanze per Ape sociale e lavoratori precoci. La prima fase è terminata il 15 luglio scorso, cioè quella per la presentazione delle domande. L’Istituto di previdenza ha annunciato che le domande complessivamente presentate sono 66.409, di cui 39.777 per Ape sociale e 26.632 per la pensione anticipata dei lavoratori precoci. Si tratta di un numero importante, quindi è emersa qualche preoccupazione in merito alla possibilità che vengano accolte tutte l’istanze senza uno slittamento all’anno successivo. L’intervento è stato calibrato dal Ministero del Lavoro su un totale di circa 60mila domande per quest’anno, quindi ha destinato 300 milioni di euro per l’Ape sociale e 370 milioni di euro per la pensione anticipata per i lavoratori precoci. L’Inps è dunque al limite? Non è detto, perché ci saranno domande da rigettare per carenza di requisiti o documentazione. Come riportato da Pensioni Oggi, è sufficiente che il 10% di essere siano prive di requisiti per avere numeri in linea con le previsioni del Governo. (agg. di Silvana Palazzo)



SALVINI, L’ATTACCO AI MIGRANTI (E A BOERI)

L’episodio di cronaca nera avvenuto ieri a Siena – dove un migrante richiedente asilo (in attesa di espulsione) ha accoltellato un autista di autobus di linea – ha scatenato una volta di più la polemica della politica sul fronte pensioni dopo le affermazioni del presidente Inps Tito Boeri giusto dieci giorni fa. In quell’occasione aveva infatti riportato il responsabile del sistema previdenziale nazionale, «Gli immigrati regolari versano ogni anno 8 miliardi in contributi e ne ricevono 3 in pensioni, con un saldo netto di circa 5 miliardi per le casse dell’Inps». Fu oggetto di attacchi praticamente bipartisan per quelle parole, su tutti il più scatenato fu Matteo Salvini che chiese addirittura le dimissioni di Boeri. Dopo il caso grave avvenuto ieri a Siena, il leader della Lega è tornato all’attacco con un post choc: «un immigrato africano di 19 anni, richiedete asilo in attesa di espulsione, ha accoltellato un autista di autobus vicino a Siena e poi ha aggredito i carabinieri che sono intervenuti. Che grava persona, voleva pagarci la pensione. È stato ferito. Peccato». (agg. di Niccolò Magnani)

PRECOCI, IL RISCATTO AIUTA L’APE

Secondo lo studio fornito da Pensioni Oggi, sul fronte dell’uscita anticipata dal mondo del lavoro, il riscatto “pensionistico” potrebbe aiutare eccome i lavoratori precoci. Infatti, secondo quanto stabilito nella seconda fase della riforma Inps, il riscatto può essere utilizzato sia per il raggiungimento dei 12 mesi effettivi di lavoro prima del 19esimo anno di età, ma anche per poter raggiungere il fondamentale requisito contributivo di 41 anni per accedere alla pensione anticipata (fermo restando i requisiti contributivi ridotti). Come spiega ancora il portale esperto del mondo previdenziale, «il requisito contributivo di 41 anni può essere integrato mediante contribuzione a qualsiasi titolo accreditata in favore dell’assicurato (sia effettiva, da riscatto, volontaria e figurativa). L’unico limite è che risultino comunque accreditati 35 anni di versamenti con esclusione della contribuzione figurativa per disoccupazione indennizzata e per malattia». (agg. di Niccolò Magnani)

L’ANALISI DI CAZZOLA

Con un’analisi pubblicata sul portale Formiche.net, Giuliano Cazzola ha tentato di illustrare i prossimi piani del governo sulle pensioni nel futuro, partendo dalla relazione di Stefano Patrarca nel seminario presentato alla Sede del Pd. «Contenimento della spesa nel breve e stabilizzazione finanziaria nel medio lungo periodo; miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro; politiche di invecchiamento attivo»: secondo l’economista esperto anche del settore Pensioni, i punti emessi sarebbero i principali da mettere da subito a posto nella seconda fase della riforma pensioni. Sono dei presupposti chiave specie se l’equilibrio ricercato dal Governo tarderà ad arrivare, complice un mercato del lavoro ancora tutto un rebus; «un sistema revisionato di contribuzione figurativa e un fondo di solidarietà per il sostegno delle basse contribuzioni (come solidarietà tra generazioni); il superamento degli ostacoli alla flessibilità contributiva; la gestione dell’innalzamento dell’età di pensionamento, come garanzia dell’adeguatezza e della stabilità», sono i punti da chiarire e da sviluppare per il governo, sempre secondo l’analisi stilata dall’esperto su Formiche. (agg. di Niccolò Magnani)

LE CATEGORIE E I “TAGLI” CHE MANCANO

Secondo uno studio prodotto oggi da Repubblica, si scopre come vi sono tante altre categorie che sono resistete, oltre ai parlamentari, ai seri tagli previdenziali. Secondo le ultime previsioni e innovazioni di Governo e Inps, i politici dai prossimi assegni dovrebbero vedersi ridotto il computo in base a quanto versato. «Prendiamo gli ex lavoratori delle aziende elettriche. Fino al 1992 il legame tra la loro pensione e la retribuzione era molto più vantaggioso rispetto a quello degli altri dipendenti privati. L’assegno si calcolava in base alla retribuzione degli ultimi sei mesi, e non degli ultimi 5 anni. E inoltre il rendimento era fissato al 2,5% e non al 2», scrive il report del quotidiano romano. Ma la stessa cosa succede anche per ex ferrovieri, o ancora di più per gli ex prefetti che in pratica vedono la loro pensiero seguire lo stipendio dell’ultimo giorno di servizio, maggiorata del 18% e senza alcun tetto specifico. Per i manager invece, specie i dirigenti d’industria, fino a poco tempo fa potevano pagare contributi più bassi di tutti i loro dipendenti. Le cose sono cambiate con l’ultima riforma pensioni, ma ancora oggi, «la parte della loro pensione calcolata sugli anni di lavoro precedenti al 1992, continua a godere di quei favori ereditati dal passato», spiega ancora Repubblica. (agg. di Niccolò Magnani)

CONTRIBUTI O SCONTI SULL’ETÀ PER LE DONNE

Giovedì c’è stato l’incontro tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni e Orietta Armiliato, nel suo consueto punto settimanale sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna Social, ricorda come si stia “profilando sia la possibilità di riconoscere anni di contribuzione sia di abbassare l’età anagrafica per aiutare le donne a raggiungere anticipatamente la quiescenza”. Questo anche perché, ricorda Armiliato, si è potuto notare che meno del 30% delle domande presentate per l’accesso all’Ape social riguardavano donne. Per loro, infatti, resta sempre difficile riuscire a raggiungere i requisiti, specie contributivi, richiesti per l’accesso alla pensione. Sembra poi che da parte dei sindacati ci sia la volontà di insistere sul Governo per sanare una situazione di ingiustizia: ancora non è possibile utilizzare il cumulo contributivo gratuito per accedere a Opzione donna e all’ottava salvaguardia degli esodati.

L’INPS SI ADUEGUA ALLA CONSULTA SUL RICONGIUNGIMENTO DEI CONTRIBUTI

Dopo che la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la retroattività della disposizione che ha eliminato nel 2010 la gratuità della ricongiunzione dei contributi, l’Inps ha emesso una circolare per adeguarsi alla sentenza, riconoscendo quindi che le istanze di ricongiunzione presentate entro il 30 luglio del 2010 (giorno antecedente all’entrata in vigore della legge) sono da ritenersi valide ai fini del ricongiungimento non oneroso. Come spiega pensionioggi.it, a questo punto gli interessati hanno la possibilità di chiedere un riesame della loro domanda “sempreché non sia intervenuta sentenza negativa del diritto passata in giudicato ovvero non sia trascorso il termine previsto per la proposizione dell’azione giudiziaria”. Diverso il caso di domande non ancora definite con il provvedimento amministrativo di accoglimento: in questo caso saranno considerate automaticamente non onerose.