C’è un nodo da sciogliere per quanto riguarda il rinnovo dei contratti statali ed è quello relativo al bonus di 80 euro attribuito a tutti i lavoratori dipendenti che hanno un reddito inferiore ai 24mila euro. Si tratta di un problema di difficile risoluzione perché il rischio per molti dipendenti del Miur è che l’aumento dello stipendio di 85 euro venga annullato dalla perdita del bonus di 80 euro. Se una parte degli 85 euro dovessero essere attribuiti dal 2019, si potrebbe perdere il bonus di 80 euro o buona parte di esso già nel 2018. La speranza dei sindacati è di affrontare la questione in sede di trattativa con Aran, ma il problema è che il bonus è stato lanciato con una legge statale, quindi per modificarlo serve una nuova norma. Da qui l’idea di erogare gli aumenti per evitare la restituzione totale o parziale del bonus stesso. Questo comporterebbe un aumento fino a 150 euro per coloro che perderanno il bonus, decisamente più modesto invece per i docenti più anziani. I risultati delle simulazioni dei tecnici del MEF e dei sindacati non sono confortanti. Del resto a monte c’è un problema di risorse.
CONTRATTI STATALI E AUMENTO STIPENDI PA: ULTIME NOTIZIE
RINNOVO CONTRATTI SANITÀ, I PUNTI CHIAVE
Un altro settore delicato, per quanto riguarda il rinnovo dei contratti statali, è quello della Sanità. I rappresentanti di questo comparto hanno già reato un Atto di indirizzo con le linee guida in vista della riapertura della trattativa e dal Governo sono arrivati riscontri positivi. La contrattazione è ferma a causa delle ferie del Parlamento, ma da fine mese la discussione entrerà nel vivo. Il rinnovo contrattuale sarà funzionale per una valorizzazione del Patto della Salute e del Servizio Sanitario Nazionale, ma dovrà dare anche nuovi stimoli al professionista. Ci sarà un riassetto organizzativo per il riconoscimento delle nuove professioni, attraverso l’introduzione dell’area delle Professioni Socio-Sanitarie, suddivisa in Sanitaria (infermieri, ostetriche, tecnici riabilitazione e prevenzione, professionisti arti sanitarie ausiliarie), Integrazione sociosanitaria (assistenti sociali, educatori professionali, puericultrici, mentre gli OSS verranno riconosciuti come professionisti sanitari), Amministrazione dei fattori produttivi (personale amministrativo, tecnico e professionale), Ricerca. Inoltre, nasce il professionista specialista, colui che consegue un master di I livello dopo la laurea in professioni sanitarie, e quello esperto, che partecipa a percorsi formativi o esercita particolari attività professionali.