BOCCIA CONTRO INTERVENTI SULLE PENSIONI

Negli ultimi giorni sono stati diffusi nuovi dati economici che confermano la possibilità che la ripresa sia migliore del previsto. Tuttavia Vincenzo Boccia invita alla prudenza ricordando che così come ci sono le potenzialità per andare avanti, c’è anche il rischio di tornare indietro. Questa prudenza, secondo il Presidente di Confindustria, è importante “perché in Italia, appena si ha la percezione che la crisi è alle spalle, c’è subito la tentazione di spartirsi il tesoretto, ad esempio chiedendo interventi sulle pensioni”. Già nelle scorse settimane Boccia aveva criticato il dibattito riguardante l’introduzione di una pensione di garanzia per i giovani. Dal suo punto di vista, infatti, per le nuove generazioni il vero problema è trovare un’occupazione e quindi l’intervento più importante, a suo modo di vedere, non può che essere una decontribuzione per le nuove assunzioni dei giovani.



APE, IL DECRETO È PRONTO

La notizia sta rimbalzando su diversi quotidiani online: il decreto attuativo sull’Ape volontario è ormai pronto. Sembra che dopo l’esame del Consiglio di Stato, i tecnici ministeriali abbiano provveduto a modificare alcuni punti del testo, in particolare per la retroattività della misura, in modo che possa comunque scattare a partire dal 1° maggio, come del resto era stato annunciato ed era previsto dalla Legge di bilancio dello scorso anno. A giorni dovrebbe essere quindi firmato il decreto, di modo che possa diventare operativo a settembre. Un’altra richiesta del Consiglio di Stato riguardava la chiarezza delle condizioni contrattuali con cui i pensionandi si dovranno confrontare per accedere al prestito bancario necessario ad attivare l’Ape. E anche qui il Governo pare aver preso in considerazione il rilievo. C’è sicuramente curiosità per vedere se, una volta reso operativo, anche l’Ape volontario registrerà lo stesso interesse di quello social.



LE IPOTESI PER SUPERARE IL GAP UOMINI-DONNE

Una delle misure previdenziali che potrebbe trovare spazio nella Legge di bilancio, visto che Governo e sindacati hanno cominciato a parlarne e anche nel Pd si sta ragionando sul tema, è un incentivo per il pensionamento delle donne, attraverso magari uno sconto sui contributi necessari ad accedere all’Ape social. Orietta Armiliato, nel suo consueto punto settimanale sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social, fa notare come non manchino richieste nel mondo femminile per porre un tetto massimo all’età pensionabile a 60 anni. Tuttavia la stessa Armiliato ricorda che il vero problema delle donne è la bassa anzianità contributiva, posto che la durata media delle loro carriere è inferiore ai 25 anni, contro i 39 degli uomini. Dunque è probabile che si cercherà di agire su questo gap, riconoscendo magari dei contributi per gli anni che le donne hanno dedicato ai lavori di cura anziché alla propria carriera. Vedremo quali saranno le proposte concrete in merito a partire da settembre.



DUBBI DEI PRECOCI SULLA LEGA NORD

Tra i lavoratori precoci monta un po’ di “maretta” nei confronti della Lega Nord. C’è infatti, sul gruppo Facebook Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti, chi chiede se è vero che è stato Roberto Maroni, quando era ministro del Lavoro, a far salire il requisito contributivo per l’accesso alla pensione da 35 a 40 anni. Tra risposte che confermano e smentiscono, si notano commenti di chi non ha molta fiducia nel Carroccio e nella sua difesa dei lavoratori precoci e chi ritiene che in qualche modo Matteo Salvini stia cercando di “rimediare” scagliandosi contro la Legge Fornero. C’è anche chi ritiene che la colpa della situazione non sia certo di Maroni e della Lega Nord, ma delle riforme di Dini e di Amato. Insomma, c’è un po’ di confusione e la sensazione, da parte di molti precoci, che la politica non dedichi abbastanza interesse e attenzione alle loro richieste. 

I PRIVILEGI DEGLI EX SENATORI

Sui vitalizi dei parlamentari ancora il ddl Richetti non ha concluso il suo iter, dato che deve essere approvato dal Senato. E proprio sui privilegi di palazzo Madama si è concentrato un articolo del Giornale, nel quale viene evidenziato come resistano ancora i rimborsi per i viaggi degli ex senatori, cessati dal mandato da meno di dieci anni. Rimborsi, che per esempio, non esistono più per gli ex deputati. E questo “benefit” pesa nel bilancio del Senato per circa 400.000 euro l’anno, considerando che ogni ex senatore ha diritto a un rimborso con un tetto massimo di 2.200 euro. Il quotidiano riporta la “difesa” di alcuni di questo privilegio, evidenziando che si tratta di “briciole” se si considera che “un rendiconto finanziario che nel 2016 ha stanziato oltre 70 milioni di euro per pagare le pensioni dei politici e nel 2017 prevede di erogarne 80”. In ogni caso il Movimento 5 Stelle si è già mosso, per cercare di eliminare questo privilegio.

GASPARRI SU IMMIGRATI E PENSIONI

Se Tito Boeri ritiene che gli immigrati siano un’importante risorsa per il sistema pensionistico italiano, Maurizio Gasparri sembra pensarla in maniera opposta e commentando le parole di Gualtiero Bassetti non può che esprimere apprezzamento per il richiamo che il Presidente della Cei ha fatto a rispettare le leggi in materia di immigrazione. “Un conto è assistere i profughi che scappano dalle guerre, altro è alimentare, anche con l’azione irresponsabile di alcune Ong, l’attività di schiavisti e scafisti”, ha detto il Vicepresidente del Senato, che ha anche ricordato gli scandali che hanno visto coinvolte alcune organizzazioni dedite all’accoglienza dei migranti. “Anche l’accoglienza e la generosità hanno dei limiti, considerato che l’Italia ha milioni di anziani e di giovani in condizioni di povertà o senza prospettive di lavoro o di pensioni decenti”, ha aggiunto l’ex ministro.