Con l’avvio della fase embrionale di studio delle misure da inserire nella Legge di bilancio annuale iniziano a trapelare le prime indiscrezioni circa gli interventi che potrebbero essere adottati dal Governo al fine di incidere positivamente nel contesto macroeconomico italiano. Indubbiamente, il tema del mercato del lavoro, a causa dell’ormai patologica situazione di crisi occupazionale in cui versa il nostro Paese, rappresenta un trend topic che ci accompagnerà, tra conferme e smentite, sino all’approvazione definitiva della legge stessa.



A tal proposito, nei giorni scorsi è stato reso noto che il Governo starebbe valutando una misura di decontribuzione cosiddetta selettiva in favore dei datori di lavoro che assumeranno giovani in cerca di occupazione. Dal punto di vista tecnico, si ipotizza un abbattimento del 50% della contribuzione per un arco temporale di due/tre anni. Tale misura, seppur potenzialmente efficace nel breve periodo, rischia, tuttavia, di replicare quanto accaduto in occasione dell’introduzione degli sgravi connessi all’adozione del Jobs Act. Sgravi che, come noto, non hanno fatto altro che “dopare” il mercato del lavoro con dati occupazionali privi di alcuna stabilità reale e che si sono ridimensionati vertiginosamente non appena si è conclusa la fase di decontribuzione.



È dunque evidente che per contrastare efficacemente la disoccupazione giovanile bisognerà, da un lato, avviare un percorso di decontribuzione sostenibile nel lungo periodo e, dall’altro, adottare degli interventi strutturali. In particolare, posto che la difficoltà a reperire un lavoro colpisce direttamente anche i laureati, dovranno necessariamente essere superate le criticità in termini di carenza di percorsi di orientamento che sappiano indirizzare i giovani verso percorsi di studi e/o facoltà che siano allineate con le reali esigenze del mercato del lavoro derivanti dall’avvento dell’Industry 4.0.



Sarà, dunque, fondamentale sostenere il valore formativo dei progetti di alternanza scuola-lavoro come metodologia fondamentale nell’ambito dei percorsi di istruzione e formazione e far sì che gli stessi vengano sempre di più integrati con le organizzazioni aziendali. In ogni caso, il mercato del lavoro necessita di una riforma strutturale completa e organica che affronti in maniera definitiva le criticità peculiari del nostro sistema che stanno facendo perdere, ormai da anni, enormi vantaggi al Paese in termini di competitività.

Tra gli interventi che andrebbero adottati con maggior urgenza si annovera necessariamente l’avvio, da parte del Governo, di un percorso di riduzione del cuneo fiscale che ha raggiunto livelli insostenibili. Solo così si potrebbe evitare che, come già accaduto sovente nel corso degli ultimi anni, le imprese italiane trovino più vantaggioso delocalizzare la produzione in altre aree dell’Europa, rese più appetibili da strategie mirate a favorire l’ingresso di nuove aziende. E si avvierebbe un circolo virtuoso che potrebbe verosimilmente generare una maggiore disponibilità economica delle imprese e, di conseguenza, l’aumento dei salari per i lavoratori.

Oltre a ciò, il Governo dovrebbe semplificare, ridurre, razionalizzare e digitalizzare le attività e gli adempimenti burocratici connessi alla gestione amministrativa del rapporto di lavoro che incidono sul costo del lavoro in termini di tempo, efficienza e risorse dedicate. Sempre nell’ottica della semplificazione e razionalizzazione sarebbe, altresì, opportuna la creazione di un Testo unico del lavoro che contrasti la stratificazione normativa creatasi nel corso degli anni e che, nei fatti, ostacola fin dal nascere qualsiasi iniziativa volta ad accrescere l’occupazione.

In conclusione, si ritiene che la prossima Legge di bilancio, costituendo un intervento normativo i cui effetti sono destinati a durare nel breve e nel medio periodo, possa apportare dei reali benefici al mercato del lavoro solamente se le misure ivi contenute serviranno come strumento “ponte” verso l’adozione di un vero e proprio intervento di riforma strutturale, organico e lungimirante.