LE PAROLE DI FURLAN SU APE, GIOVANI E FLESSIBILITÀ

Nel corso dell’intervista a Repubblica Annamaria Furlan ha voluto anche replicare a chi ritiene che i sindacati si occupino troppo dei pensionati e non dei giovani, spiegando che “il tema del calcolo della pensione futura, e della creazione di una pensione di garanzia, che copra i tanti momenti di precariato e di buchi contributivi che i lavoratori attuali si ritroveranno a fine carriera non interessa gli anziani, ma proprio i giovani”. I quali dovranno far fronte ad assegni che rischiano di essere esigui, visto che saranno conteggiati in base al solo calcolo contributivo. “Il problema è che in questo Paese il tema dello scontro tra generazioni piace alla politica, mentre invece è la coesione tra generazioni che ha reso grande l’Italia”, ha aggiunto la Segretaria generale della Cisl, ricordando anche che l’Ape sociale e volontaria, insieme ai meccanismi di flessibilità per l’anticipo pensionistico, aiutano anche ad aumentare le prospettive di occupazione giovanile.



APE, RITA E GLI INTERVENTI CERTI IN MANOVRA

Dopo che in settimana l’Istat ha reso noto che il Pil in Italia è cresciuto oltre le attese, da più parti si è parlato della possibilità che ciò desse vita a una sorta di “tesoretto” da utilizzare per interventi da inserire nella Legge di bilancio, magari per misure previdenziali. Tuttavia, Marco Leonardi ha spiegato che “l’aumento del Pil non libera alcun ‘tesoretto’ e quindi le risorse rimangono limitate”. Repubblica riporta anche altre dichiarazioni del consigliere economico di palazzo Chigi, dalla quali si desumono quali saranno gli interventi sulle pensioni che con più probabilità troveranno spazio nella manovra. “Bisogna perfezionare l’Ape volontaria, l’Ape sociale e la Rita, oltre alla previdenza complementare. E cercare anche di fare un primo passo per l’istituzione di una pensione di garanzia per i giovani”, sono le sue parole.



“L’AVVERTIMENTO” DALLA GERMANIA

Non arrivano buone previsioni per gli italiani già in pensione o che si avvicinano all’età pensionabile. Ilfattoquotidiano.it ha infatti intervistato Axel Börsch-Supan, docente di Economia dell’invecchiamento alla Technische Universität di Monaco, a margine del Festival dell’Economia di Trento. Lo studioso tedesco ha detto che con una popolazione in progressivo invecchiamento, le pensioni saranno meno ricche. Inoltre, i tagli alla spesa pubblica colpiranno anche i servizi, rendendo con tutta probabilità più costosi quelli sanitari. Come se non bastasse, poi, il grosso dei risparmi degli italiani è investito in immobili, il cui valore è destinato a scendere. Quindi, secondo l’economista tedesco, sarà bene cercare di risparmiare di più in vista del proprio futuro previdenziale sempre meno prospero. Anche se gli strumenti finanziari possono presentare dei rischi o essere in alcuni casi di difficile comprensione.



LE PAROLE DI ANNAMARIA FURLAN

Il possibile aumento dell’età pensionabile a partire dal 2019 continua a far discutere. Annamaria Furlan ha voluto ricordare che “l’attuale meccanismo diventa davvero insostenibile per tanti lavoratori: penso alle categorie interessate dall’Ape social, ai lavoratori precoci e usuranti e a quelli che vivono una particolare situazione di salute o di famiglia. Vi sono tanti lavori che è impensabile siano svolti, in prospettiva, fino a 70 anni”. La Segretaria generale della Cisl, intervistata da Avvenire, ha quindi evidenziato che non c’è mai stata una richiesta specifica di eliminare il meccanismo che lega i requisiti pensionistici all’aspettativa di vita, “semmai di rallentarlo e di monitorare assieme cosa comporta”. La sindacalista ha poi detto che quando il confronto con il Governo riprenderà ci saranno sicuramente tanti temi da affrontare, tra cui “una discussione sui meccanismi che regolano l’aspettativa di vita”, oltre che “il tema della pensione per i giovani e della perequazione per gli attuali pensionati”. “Su tutti i punti spero di realizzare, mantenendo i piedi per terra e col buon senso di tutti, dei passi avanti”, ha aggiunto.

Per quanto riguarda il futuro previdenziale dei giovani e l’ipotesi di una pensione di garanzia per loro o di un riscatto gratuito della laurea, Furlan he detto che si tratta certamente di formule interessanti, perché i giovani sono piuttosto penalizzati da un sistema interamente contributivo. “Se non mettiamo le mani a questo diabolico combinato disposto – il contributivo e l’adeguamento automatico dell’età – sono destinati a essere dei futuri anziani poveri”, ha sottolineato.

LE “DIVISIONI” ALL’INTERNO DEL PD

Il Partito democratico è il principale partito della maggioranza ed è quindi quello che potrà “guidare” il processo di formazione della Legge di bilancio. In tema di pensioni sembra però che non ci sia un’idea condivisa e univoca, almeno stando a quanto dichiarano alcuni suoi esponenti. Il viceministro dell’Economia Enrico Morando ha infatti spiegato che “sulla previdenza abbiamo varato un intervento molto significativo l’anno scorso. Sarebbe un errore scegliere ora come priorità la previdenza rispetto all’occupazione giovanile: purtroppo le risorse per tutto non ci sono”. Parole che fanno pensare che dal suo punto di vista non varrebbe la pena approvare qualsiasi tipo di intervento sulle pensioni. Tommaso Nannicini, membro della Segreteria del partito, sembra invece contrario a un blocco dell’innalzamento dell’età pensionabile, ma a favore di interventi migliorativi dell’Ape social, di riconoscimento dei lavori di cura delle donne e di una pensione di garanzia per i giovani.

Infine, il Presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, oltre a voler gli interventi proposti da Nannicini, compreso il far diventare strutturale l’Ape social, ritine che si debba far qualcosa per rallentare o rinviare l’aumento dell’età pensionabile previsto per il 2019. Come si vede, si tratta di tre posizioni diverse tra loro, in cui non è facile trovare una sintesi. Dunque c’è il rischio che, sotto il profilo previdenziale, la Legge di bilancio non accontenti tutti i membri del Pd e probabilmente nemmeno tutti gli italiani.

IL GRAFICO SULL’ETÀ PENSIONABILE

I grafici rendono forse più dei numeri l’idea di certi fenomeni o di certe situazioni. Se in questi giorni si continua a parlare del possibile blocco dell’aumento dell’età pensionabile previsto a partire dal 2019, con chi si schiera a favore e chi contro, dei grafici riportati da Elide Alboni, animatrice del Comitato Licenziati o Cessati senza tutele, rendono subito evidente come in Italia ci sia un’età di pensionamento già ad alti livelli rispetto al resto d’Europa. “Il Paese europeo dove si va in pensione più tardi (dopo la Grecia, s’intende)? Proprio l’Italia!. Nel frattempo, il governo sta spingendo perché l’età pensionabile raggiunga i 67 anni nel 2019”, scrive Alboni nel post sulla pagina Facebook del Comitato che accompagna i grafici. Nei quali si possono vedere paesi dove l’età pensionabile per le donne è a 60 anni o dove quella per gli uomini è a 61-62 anni.