PRECOCI, CONTINUA LA RACCOLTA FIRME

Il periodo estivo non ha certo fermato la battaglia dei lavoratori precoci per vedere riconosciuta la Quota 41. Carmen Reitano, dalla pagina Facebook Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti, ha fatto sapere che tra le adesioni raccolte online e quelle raccolte fisicamente nelle città italiane, è stata superata quota 40.000 firme per la petizione che mira a far sì che il ddl 857, a prima firma di Cesare Damiano, venga discusso in Parlamento. Il disegno di legge, come noto, prevede non solo la possibilità di accedere alla pensione dopo 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica, ma anche il pensionamento anticipato a partire da 62 anni (con almeno 35 di contributi), a fronte di una penalizzazione massima dell’8% sull’importo dell’assegno che si andrà a incassare. Mancano quindi meno di 10.000 firme, ricorda Reitano, per raggiungere il risultato che ci si è prefissati.



I POSSIBILI INTERVENTI PER LE DONNE

Negli ultimi giorni sta tornando a farsi largo l’ipotesi che nella prossima Legge di bilancio ci possano essere degli interventi previdenziali a favore delle donne, su cui pesano gli effetti delle disparità di genere e le difficoltà di avere carriere senza discontinuità. Orietta Armiliato, sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social, ha scritto un post per ricordare che lo scopo del Comitato stesso è “concorrere al miglioramento della qualità della previdenza femminile vigente in modo oggettivamente sostenibile, valorizzando il lavoro di cura che è da sempre appannaggio delle donne, ma che mai è stato riconosciuto, mentre ci ha penalizzato e ci penalizza nel percorso di crescita lavorativa”.  Armiliato aggiunge poi che “questo mettere in valore che si potrà esprimere con il riconoscimento di anni di contribuzione o, ancor meglio, con qualche anno di età in meno da detrarre dai requisiti di accesso vigenti, non contravverrebbe a nessun monito sul discrimine di genere”.



DI BATTISTA CONTRO LA LEGGE FORNERO

Il Movimento 5 Stelle punta molto sulla campagna elettorale in Sicilia e Alessandro Di Battista, insieme a Luigi Di Maio, e al candidato pentastellato alla Regione, Giancarlo Cancelleri, sta tenendo diversi comizi. A Sciacca, “Dibba” ha parlato anche della riforma delle pensioni targata Fornero, ricordando che è stata votata dai principali partiti, come pure da Giorgia Meloni. Perché trattare questo tema in Sicilia? Perché obbligando molti italiani a non lasciare il proprio posto di lavoro, innalzando l’età pensionabile, si creano problemi per l’occupazione giovanile, e anche i ragazzi siciliani ne risentono. Tanto che, ha evidenziato Di Battista, non trovano più opportuno nemmeno lasciando la Sicilia per il Nord Italia: ora bisogna per forza espatriare per avere qualche speranza di lavoro. Non è ovviamente la prima volta che il Movimento 5 Stelle critica l’attuale sistema pensionistico. E nel suo programma viene ipotizzata la promozione della staffetta generazionale proprio per cercare di favorire l’occupazione giovanile.



INCONTRO GOVERNO-SINDACATI CONFERMATO PER IL 30 AGOSTO

Dal ministero del Lavoro arriva la conferma che Governo e sindacati riapriranno il confronto su lavoro e previdenza il 30 agosto. L’appuntamento è per le 12:00 presso la sede del ministero. Giuliano Poletti ha infatti scritto ai Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil per confermare l’incontro, che sarà concentrato sul tema delle pensioni. Di certo in queste settimane di pausa estiva non è mancato il dibattito sugli argomenti che hanno a che fare con la previdenza, a partire dall’ipotesi di bloccare l’aumento dell’età pensionabile previsto dal 2019 a misure specifiche per agevolare il pensionamento delle donne, senza dimenticare interventi specifici a favore dei giovani. I temi sono tanti e non tutti potranno tradursi in interventi da inserire nella Legge di bilancio. Le parti dovranno quindi decidere su quali concentrare la loro attenzione.

GLI “ALLEATI” DI SPOSETTI CONTRO IL DDL RICHETTI

Repubblica aveva già riportato le parole di Ugo Sposetti contrarie al Ddl Richetti, con il Senatore del Pd pronto a cercare di affossare l’iniziativa del collega di partito. Il quotidiano romano ha segnalato quelli che potrebbero essere i suoi “alleati” in questa battaglia, una sorta di fronte trasversale a difesa dello status quo per quel che riguarda le pensioni dei parlamentari, considerando che l’astensione equivale a un voto contrario. Viene citato Lucio Barani, capogruppo di Ala, che spiega come il testo attuale del ddl Richetti non lo convinca: “Faccio l’esempio di una personalità recentemente scomparsa e di cui faremo la commemorazione: con quale faccia avremmo tagliato la pensione a Guido Rossi insigne giurista?”. All’interno del Pd non mancano dubbi sulla costituzionalità della norma, ma c’è chi assicura che si potrà cambiarla per evitare problemi in tal senso.

SPOSETTI CONTRARIO AL DDL RICHETTI

Si avvicina la ripresa dell’attività parlamentare e mentre il Governo pensa a mettere a punto la Legge di bilancio e a prepararsi a incontrare i sindacati per parlare di pensioni (e degli interventi da inserire nella manovra), al Senato si cerca di capire quando andrà in votazione il ddl Richetti, che dovrebbe cambiare le regole per quel che riguarda le pensioni dei parlamentari. Secondo quanto scrivere Repubblica, tuttavia, c’è già un agguerrito avversario della proposta, pure lui membro del Partito democratico come Richetti, che invece l’ha portata avanti. Si tratta di Ugo Sposetti. Il quotidiano romano riporta queste sue parole. “‘Dicono che voterò no alla riforma. È un’informazione imprecisa, riduttiva’, sorride sotto i baffi. ‘Sarebbe meglio dire che Sposetti ha già costruito la maggioranza parlamentare che affosserà la legge sui vitalizi’. E gli occhi si illuminano”.

Il Senatore, secondo quanto riporta Repubblica, sostiene che sicuramente ci sono certi politici che meriterebbero senz’altro la pensione. E cita Emanuele Macaluso ed Emma Bonino. “Sono o non sono due politici che hanno dedicato la loro esistenza a grandi lotte, a grandi ideali? Non meritano una pensione per il loro lavoro?”, chiede Sposetti. Che riconosce che certo ci sono altri politici che forse non meriterebbero il vitalizio. In ogni caso le parole di Sposetti non mancheranno di far discutere, dato che è vasto il fronte di sostegno a una proposta come quella di Matteo Richetti.

L’IPOTESI DI UNA PENSION TAX

Su Econopoly, blog de Il Sole 24 Ore, un intervento di Beniamino Piccone, scritto con Alessandro Sassi, ricorda come il sistema pensionistico italiano “è ancora ben lungi dall’essere equo e coerente”. Posto che non si può agire in maniera retroattiva, “un’idea che garantisce a un tempo regolarità e giustizia consiste nella tassazione delle pensioni retributive, per la parte che eccede l’equità attuariale”. Del resto, viene ricordato, Antonio Massarutto su lavoce.info aveva proposto una “pension tax”, “ossia un’imposta specifica, destinata espressamente ai redditi pensionistici (che verrebbero contestualmente sottratti dal cumulo dei redditi tassati dall’imposta personale Ire) e disegnata con il fine di incidere di più sulle pensioni caratterizzate da una maggiore quota di privilegio”. Inoltre, anche Yoram Gutgeld si era detto favorevole a un intervento sulle pensioni sopra i 2.000 euro lordi al mese “quando non sono sostenute da contributi adeguati”. Sembra però difficile immaginare, almeno per la prossima Legge di bilancio, un intervento del genere.

SI TORNA A PARLARE DI APE DONNA

La prossima settimana riprenderà il confronto tra Governo e sindacati sulla previdenza. E Il Sole 24 Ore rilancia l’ipotesi che le parti riescano a convergere su un intervento in favore delle donne, che scontano ancora un crescente divario con gli uomini nell’ambito delle carriere lavorative che si riflette sulle retribuzioni e le pensioni. La misura potrebbe concretizzarsi in un accesso più “agevole” all’Ape social, magari con un numero di anni di contributi versati inferiore rispetto a quelli richiesti o con un’età più bassa rispetto ai 63 anni. Di fatto si andrebbe quindi a creare quell’Ape donna che da tempo il Comitato opzione donna social immagina. Orietta Armiliato a tal proposito in un breve post sulla pagina Facebook del Comitato ha scritto: “Anche #opzioneApedonna volerà come è volata Ape Social perché è l’unica possibilità di flessibilità sostenibile, valorizzare e scontare anni di contribuzione (auspicabile anche e/o anagrafici…) in virtù del lavoro di cura, sarà una grande conquista!”.