Uno dei nodi da sciogliere con la riapertura della trattativa tra governo e sindacati per il rinnovo dei contratti degli statali è rappresentato dagli arretrati del comparto scuola. I vari sindacati si stanno muovendo affinché possano essere assicurati, oltre che gli aumenti degli stipendi, anche i pagamenti degli arretrati, che – come riportato da Lettera43, consistono nel mancato riconoscimento dell’indennità mensile di vacanza contrattuale. Un tema che si lega con l’aumento degli stipendi dei docenti e dei dipendenti amministrativi. L’Anief ha quantificato l’ammontare del mancato aumento causato dal blocco dei contratti: se si tiene conto di uno stipendio medio di 1.500 euro, gli statali avrebbero dovuto ottenere 105 euro. Il blocco dei contratti statali è stato ritenuto illegittimo da una sentenza della Corte Costituzionale del 2015, quindi si sta lavorando per sbloccare la situazione, ma le trattative, soprattutto per quanto riguarda il comparto scuola, saranno particolarmente difficili, visto che c’è il rischio che gli arretrati non vengano corrisposti e che l’aumento venga “coperto” a livello di risorse dalla cancellazione del bonus di 80 euro introdotto da Renzi. (agg. di Silvana Palazzo)
SCUOLA, IL CASO RETRIBUZIONI
Il comparto scuola si aspetta risposte concrete dal governo quando verrà riaperto il tavolo negoziale con i sindacati sul rinnovo dei contratti statali, oltre che sull’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici. Alla vigilia dell’apertura della trattativa sono circolate diverse indiscrezioni, motivo per il quale il segretario di Uil Scuola è intervenuto per fare chiarezza. «Esiste una vera e propria emergenza stipendiale che coinvolge tutto il comparto e, per rendersene conto non servono paragoni con l’Europa», ha dichiarato Pino Turi, secondo cui c’è una diffusa propaganda contro la scuola. Ritiene che possa finire proprio quando si apriranno i tavoli negoziali, ma senza dubbio il pressing mediatico è destinato a salire. Turi ha poi concluso evidenziando la necessità che il governo riesca a reperire le risorse necessarie per garantire l’aumento di 85 euro, come stabilito nell’accordo con i sindacati siglato il 30 novembre scorso.
DOCENTI FANALINO DI CODA TRA I DIPENDENTI STATALI
La trattativa sugli statali è pronta a ripartire: sono diverse le problematiche ancora irrisolte. Ci si dovrà occupare del cumulo degli aumenti, con il bonus di 80 euro che potrebbe escludere l’aumento di 85 euro, dei permessi e delle assenze per malattia. L’aspetto relativo alla retribuzione è molto caro ai dipendenti pubblici. L’Istat, infatti, ha riportato dati secondo cui rappresentano la “Cenerentola” dei lavoratori italiani. Le retribuzioni contrattuali orarie tra novembre 2015 e novembre 2016 hanno fatto registrare un incremento tendenziale dello 0,5% per i dipendenti del settore privato, mentre per quelli pubblici è stata nulla. Il rinnovo di contratto è quindi vitale per ridiscutere dell’aumento stipendiale, soprattutto per i docenti, fanalino di coda tra i dipendenti statali. Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, ha chiesto rispetto: «Al momento possiamo contare sulla sicura copertura di appena 36 euro lordi medi a lavoratore. Nel calcolo, i nostri governanti hanno anche dimenticato l’ultimo quadrimestre 2015. Sono soldi che devono essere ridati ai dipendenti, non possono finire nel dimenticatoio».