QUOTA 100, LA RICHIESTA DEI PRECOCI
Negli ultimi giorni si è tornati a parlare del disegno di legge di iniziativa popolare su cui Confsal-Unsa vuole avviare a settembre una raccolta firme, per varare una riforma delle pensioni all’insegna di Quota 100. Roberto Occhiodoro, uno degli animatori del gruppo Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti, ci tiene però a precisare che sarebbe d’accordo con la proposta solo nel caso venisse prevista la possibilità di accedere alla pensione, indipendentemente dall’età anagrafica, con 40 anni di contributi. Questo perché diversamente, ha spiegato in un’intervista a BlastingNews, potrebbero esserci lavoratori precoci costretti a lavorare anche 45 anni per poter raggiungere la Quota 100. Occhiodoro ha avuto modo anche di spiegare che i precoci hanno consegnato al Sottosegretario Marco Leonardi una proposta per chiedere di bloccare il meccanismo che lega i requisiti pensionistici all’aspettativa di vita e per varare una pensione di garanzia per i giovani.
LE SPERANZE SU APE DONNA
Nelle ultime settimane si è cominciato a parlare di un intervento previdenziale a favore delle donne nell’ambito dell’Anticipo pensionistico. Un’ipotesi che il Comitato Opzione donna social aveva già paventato parlando di Ape donna. E Orietta Armiliato, dalla pagina Facebook del Comitato stesso, scrive “#opzioneApedonna=flessibilità previdenziale sostenibile, noi ci crediamo e supportiamo tutti coloro che stanno lavorando per renderla possibile. #lavorarePerlavorareCon”. Di fatto con Ape donna si vorrebbe arrivare a valorizzare, ai fini pensionistici, i lavori di cura che le donne svolgono, attraverso uno “sconto” sugli anni contributivi necessari all’ingresso in quiescenza, oppure mediante la possibilità di riconoscere degli anni di contributi in più per i lavori di cura svolti. Vedremo se la proposta continuerà ad avere spazio nel dibattito pensionistico.
APE SOCIALE, COME VIENE TASSATA
Il decollo ufficiale dell’Ape sociale ha permesso una prima analisi di questo strumento. L’importo della prestazione corrisponde a quello della rata mensile della pensione certificata dall’Inps sulla base della contribuzione vantata dall’assicurato entro comunque un massimo di 1.500 euro lordi mensili. Se la pensione certificata avesse un valore superiore a tale cifra, il lavoratore non vedrà corrispondersi la quota eccedente. Inoltre, a differenza della normale pensione, la rata mensile non viene rivalutata annualmente. I fattori negativi vengono compensati da una tassazione favorevole, perché l’Ape sociale, come riportato da Pensionioggi, viene trattata fiscalmente come un reddito da lavoro dipendente, quindi termina un netto superiore a un reddito da pensione di importo equivalente. E ciò porta dietro il bonus da 80 euro al mese, che non è previsto per i titolari di reddito da pensione. Per questo l’Ape sociale è più vantaggiosa rispetto ad una pensione che ha un medesimo importo lordo. (agg. di Silvana Palazzo)
QUOTA 100, IL CHIARIMENTO DELLA CONFSAL-UNSA
Nei giorni scorsi si era tornati a parlare della proposta, da parte della Confsal, di un disegno di legge di iniziativa popolare per il ritorno della Quota 100 nel sistema pensionistico. All’Adnkronos l’Unione nazionale sindacati autonomi ha spiegato che si è cercato di trovare un equilibrio tra la varie opzioni emerse in tema di pensione anticipata. In buona sostanza per la pensione occorrerà “che la somma dell’età anagrafica e degli anni di contributi versati, dia come risultato, appunto, 100”. Non basterà però avere 62 anni di età e 35 di contributi, perché in questo caso si arriverebbe a Quota 97. L’obiettivo sindacale è ora quello di iniziare, dopo l’estate, una raccolta firme a sostegno di questo disegno di legge, che mira ad aumentare la flessibilità in uscita, ma che non si è ancora capito quanto sia gradito da chi dovrebbe poterne usufruire.
BOERI INCASSA L’APPOGGIO DI PRUDENZANO
Francesco Prudenzano si dice d’accordo con Tito Boeri quando parla della “poca trasparenza dei contributi versati dalla Camera dei Deputati a favore dei parlamentari”. Per il Segretario nazionale di Confintesa, quella delle pensioni e dei vitalizi è una questione “che deve essere definita con certezza e rapidità, mentre l’impressione è che si voglia guadagnare tempo”. Dal suo punto di vista, inoltre, si dovrebbe, anche “rivedere l’assetto delle erogazioni pensionistiche in toto, vista la dichiarata disparità tra versamenti effettuati e importi pensionistici esistenti, a prescindere le retribuzioni che riguardano i soli parlamentari. E questo a iniziare, senza nascondersi dietro un dito, nella revisione degli effetti della cd Legge Mosca che tanta sperequazione ha provocato a favore di sindacati e partiti”.
ACCORDO TRA INPS E ARMA DEI CARABINIERI
Oltre che tenere audizioni in Parlamento, in questi giorni Tito Boeri ha firmato, con il Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette, un protocollo d’intesa per il miglioramento dei servizi offerti dall’Istituto ai militari dell’Arma. È stato quindi stabilito che dal 1° ottobre sarà istituito, presso la Direzione provinciale dell’Inps di Chieti, il “Polo nazionale Arma dei Carabinieri” che accentrerà tutte le prestazioni dell’Istituto a favore del personale dell’Arma attualmente in carico alle singole direzioni provinciali dell’Inps. In particolare: pensioni, posizioni assicurative, indennità di buonuscita, procedure di riscatto e ricongiunzione dei periodi di servizio e concessione dei prestiti. In questo modo, hanno stimato le parti, sarà possibile ottimizzare le comunicazioni tra le due istituzioni e uniformare la gestione delle prestazioni, anche sotto il profilo della tempistica.
IL RISCATTO DELLA LAUREA LOW COST
Negli ultimi giorni si è parlato molto della proposta di introdurre una legge che consenta un riscatto della laurea gratuito per i giovani italiani, così da poterli fare contare su un “tesoretto” contributivo ai fini previdenziali. Il Corriere della Sera ricorda però che già oggi è possibile il riscatto della laurea “low cost”. Lorenzo Salvia spiega infatti che se ci si è laureati da poco e ancora non si ha un’occupazione, è possibile chiedere in ogni caso all’Inps il riscatto della laurea. Non essendoci una retribuzione su cui calcolare l’importo del riscatto, tanto meno un pregresso, verrà usato il cosiddetto reddito minimale, fissato per legge a poco più di 15.500 euro. “Una somma relativamente bassa, che porta a un conto conveniente: riscattare quattro anni di laurea viene 20.500 euro. Non pochi, certo. Ma molti meno dei 65 mila euro, ad esempio, che dovrà pagare una donna di 40 anni che lavora già da undici”. Inoltre, la somma può essere rateizzata in dieci anni, con un importo quindi di 170 euro al mese.
Una cifra che potrebbe non essere, almeno all’inizio, sostenuta dal neolaureato, ma con tutta probabilità i suoi genitori potrebbero non avere problemi a versare per conto del figlio, potendo anche contare sulla possibilità di scaricare dalle tasse la cifra versata. Salvia ricorda che è stato l’allora ministro Cesare Damiano, nel 2008, a volere una norma che andasse incontro ai giovani. “Si tratta di una misura che li aiuta a rendere meno accidentato il cammino verso la pensione e che sarebbe giusto sfruttare”, dice il Presidente della commissione Lavoro della Camera.
BOERI SUL RISCATTO GRATUITO DELLA LAUREA
In linea di principio Tito Boeri condivide l’ipotesi di un intervento rendere gratuito il riscatto della laurea per i millenials, proprio perché si tratterebbe di una misura che andrebbe a favore di giovani. Tuttavia il Presidente dell’Inps non nasconde che, a parte il costo ancora non indicato dell’intervento, si potrebbero creare dei malumori tra i giovani laureati che per motivi anagrafici venissero esclusi da questo beneficio. Dal suo punto di vista, quindi, “la cosa più semplice è fare una forte decontribuzione, defiscalizzare i contributi per chi inizia a lavorare al di sotto dei 35 anni per un certo numero di anni”. Ciò in quanto faciliterebbe senz’altro l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, risolvendo quindi un problema molto sentito. Per Boeri, tuttavia, è importante che una misura di questo tipo non sia una tantum, ma sia invece strutturale.
TINAGLI: PER LE DONNE MEGLIO ASILI NIDI CHE SCONTI SULLE PENSIONI
L’idea di rendere gratuito il riscatto della laurea per i Millenials non piace a Irene Tinagli. La deputata del Pd, intervistata dal Corriere della Sera, spiega infatti che non ritiene sia giusto “risolvere le storture sociali agendo sul tema della previdenza con una veste che definirei compensativa”. Per la stessa ragione, non sembra essere d’accordo con l’idea di riconoscere uno sconto contributivo alle donne, “consentendo loro di andare in pensione un po’ prima”. Dal suo punto di vista, su questa questione, sarebbe meglio investire su ciò che “limita, impedisce la loro realizzazione professionale”. Come per esempio gli asili nido. Tornando ai giovani, per la deputata dem è meglio usare le risorse per far sì che trovino occupazione stabile, anche perché il riscatto gratuito della laurea rischia di favorire le classi abbienti.