Secondo gli ultimi rumors sul Consiglio dei Ministri tenutosi ieri 15 settembre, il rinnovo dei contratti statali come del resto il blocco dell’Iva, il Pil, il taglio del cuneo fiscale e le assunzioni stabili per i più giovani avrebbero già una bozza di costi e risorse da destinarvi nella prossima Legge di Bilancio. O meglio, sarebbero state messe nero su bianco i conti necessari per arrivare ad un costo complessivo di 12-15 miliardi: secondo le prime anticipazioni sulla futura Manovra Economica sarebbero dunque i canonici 1,2miliardi per il rinnovo dei contratti statali a cui si sommerebbero gli ulteriori 1,2-1,3 per poter arrivare più bigino ai 5 miliardi necessari per poter aumentare lo stipendio di tutti i dipendenti pubblici come promesso nell’accordo con i sindacati dello scorso 30 novembre 2016. L’importo ad ora non sarebbe possibile e per questo il Mef dovrà provvedere nelle prossime settimane ad un doppio lavoro: di trattative, assieme alla Madia, per convincere i sindacati ad un accordo finale magari con uno “sconto” (con le sigle che però hanno già alzato le armi per eventuali passi indietro del Governo, ndr); di tagli su altri settori per poter arrivare a chiudere il nodo-contratti dopo 8 lunghi anni di mancato rinnovo e aumento.
L’ANIEF SUI CONTRATTI STATALI: “L’AUMENTO DI 36 EURO E’ UN INSULTO!“
La discesa in campo di Marianna Madia e Valeria Fedeli sul rinnovo dei contratti statali e sull’aumento degli stipendi non rassicura i sindacati, preoccupati dalla questione relativa alle risorse. Secondo il sindacato autonomo attualmente ci sono fondi per coprire appena 36-37 euro di aumento, quindi resta lontana la somma di 85 euro. «È un insulto a chi svolge questa professione, ad iniziare dagli insegnanti che percepiscono meno di tutti in Europa dopo Grecia e Slovenia, e dal personale Ata della Scuola, cenerentola delle buste paga nella PA», ha dichiarato Marcello Pacifico di Anief-Cisal, l quale reclama anche gli arretrati dal mese di settembre 2015, come confermato dalla Consulta. «Nell’accordo, quei soldi non vengono considerati. Stando così le cose, quell’indennità, la cui assegnazione è un diritto dei lavoratori a cui è stato negato il rinnovo contrattuale, andrà persa per sempre», ha spiegato Pacifico, aggiungendo che per questa ragione hanno deciso di presentare ricorso sollevando l’illegittimità costituzionale. (agg. di Silvana Palazzo)
MADIA E FEDELI, RINNOVO OK SENZA PERDERE BONUS 80 EURO
I contratti statali saranno rinnovati come da promesse con 85euro di media e non si perderanno i privilegi del bonus da 80 euro del Governo Renzi-Gentiloni. Lo ha ribadito ieri il Ministro della Pa Marianna Madia e confermato anche dal ministro Fedeli che con la scuola rappresenta uno dei comparti più ingenti e grandi della Pubblica Amministrazione. «Noi rispettiamo l’impegno preso, il come lo vedremo. Faremo un incontro con i sindacati, ora stanno andando avanti gli incontri all’Aran, è partito anche il comparto della Sanità. Ul bonus di 80 euro non è mai stato messo in discussione o in dubbio», ha specificato il ministro Pa. A farle eco il responsabile del Miur che in una intervista a Repubblica affronta anche il tema dei contratti statali per tutto il personale scolastico: «Entro metà dicembre chiudiamo uno e l’altro, con la Legge di bilancio. Gli insegnanti scolastici dopo sette anni avranno un aumento medio di 85 euro lordi, che potrà salire per chi ha anzianità e ruoli. Nella contrattazione proporremo premi per i docenti che lavorano sul sostegno, oggi ne mancano 9.949, nelle scuole di frontiera, nell’educazione per gli adulti e per la continuità didattica in generale. Il centro della scuola restano gli studenti».