CGIL SU GIOVANI E DONNE
Uno dei temi sul tavolo del confronto tra Governo e sindacati sugli interventi previdenziali è quello di una pensione minima di garanzia per i giovani, su cui però il Segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli esprime qualche perplessità. In un dibattito alle Giornate del lavoro organizzate dal suo sindacato a Lecce ha infatti evidenziato che “è iniqua, dà il messaggio che la carriera non dà alcun esito e alimenta il lavoro nero. E comunque stiamo parlando di 600 euro, una miseria”. Attraverso il suo profilo Twitter ufficiale, il sindacato di Susanna Camusso lancia poi un’importante messaggio, sempre per quel che riguarda il confronto con il Governo sulle pensioni: “Lo sconto di sei mesi a figlio per le donne nell’accesso all’Ape sociale – non per tutte – non è una risposta”, si legge in un tweet della Cgil. Il confronto, quindi, sarà tutt’altro che facile.
LE DATE CLOU PER IL CONFRONTO
Al termine di una settimana che ha visto Governo e sindacati tornare a confrontarsi sulla previdenza, Orietta Armiliato ha stilato il consueto punto sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social, evidenziando come l’incontro tra l’esecutivo e le organizzazioni sindacali non abbia ancora portato alla definizione di interventi concreti da inserire nella Legge di bilancio. Il Governo vuole infatti avere prima una cognizione esatta delle risorse che avrà a disposizione. Armiliato invita quindi a segnarsi due date importanti: quella in cui verrà presentata la nota di aggiornamento del Def e quella in cui comincerà in Parlamento la discussione sulla Legge di bilancio che verrà presentata. Tra questi due estremi è certo che le parti torneranno a confrontarsi, sperando di arrivare a una quadra. “La strada per arrivare alla conclusione di questa partita è ancora lunga e purtroppo, come ha detto il Ministro Poletti ‘il sentiero è stretto’, io aggiungerei tortuoso ed in salita ma, le donne sono attrezzate alla fatica come sappiamo non riconosciuta, chissà che questa volta invece…”, aggiunge Armiliato.
BARBAGALLO RILANCIA LA BATTAGLIA
Carmelo Barbagallo, partecipando a un’iniziativa della Uil a Termoli, ha parlato anche del confronto in corso tra Governo e sindacati sugli interventi previdenziali da inserire nella Legge di stabilità. Secondo quanto riporta isnews.it, il leader della Uil ha spiegato che “siamo ancora in una fase di studio dei costi delle proposte, ma non ci sono elementi di chiarezza sulle risorse che il Governo intende riservare a questi capitoli”. Per questo, “il sindacato sta valutando, unitariamente, se mettere in campo iniziative per fare le necessarie pressione sull’esecutivo”. Barbagallo ha anche ribadito l’importanza della battaglia per scongiurare l’aumento dell’età pensionabile che potrebbe scattare dal 2019. “L’età media per andare in pensione in Italia è già di due anni superiore a quella che c’è in Germania dove si andrà in pensione a 67 anni addirittura nel 2030. Ecco perché quel meccanismo deve essere congelato”, ha detto.
LE INIZIATIVE DEL CODACONS
Tra circa un mese, ovvero il 24 ottobre, la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sull’adeguatezza del bonus Poletti alla sentenza con cui essa stessa ha dichiarato illegittimo il blocco dell’indicizzazione delle pensioni operato dal Governo Monti nel 2011. Il Codacons ha deciso nel frattempo di dar vita a due iniziative: “un esposto contro il Governo Italiano alla Procura della Repubblica di Roma, affinché si apra una indagine per l’inottemperanza all’ordine del giudice (in tal caso la Corte Costituzionale). Ma soprattutto, una nuova azione legale in favore dei pensionati: questi ultimi, infatti, possono partecipare al ricorso che sarà proposto per ottenere l’ottemperanza della sentenza della Corte costituzionale da parte del Governo”. Certo se la sentenza della Consulta sarà avversa al Governo sarà ancora più difficile che vengano stanziate risorse per nuovi interventi previdenziali nella Legge di bilancio.
BOERI E L’OBIETTIVO DEL JOBS ACT 2
In questi giorni si sta parlando in maniera consistente di vitalizi e pensioni dei Parlamentari, scattati grazie al superamento da parte dell’attuale Parlamento dei quattro anni, sei mesi e un giorno. Tuttavia il focus è anche rivolto ad altre tematiche piuttosto delicate come la riforma delle pensioni e la seconda fase del Jobs Act. Nello specifico dopo gli ottimi dati evidenziati dell’Istat si guarda al futuro per cercare di rendere ancora più consistente la ripresa dell’economia italiana. Sull’argomento ha detto la propria impressione il presidente dell’Inps, Tito Boeri, che ha parlato dei nuovi obiettivi del Jobs Act: “Abbiamo dei giovani molto qualificati che hanno potenzialmente un mercato internazionale e in Italia sono pagati molto meno che altrove. Di qui la fuga all’estero. Dovremmo permettere che la contrattazione valorizzi queste competenze e riduca il mismatch: abbiamo il record dei lavoratori sbagliati al posto sbagliato”.
BOERI: “BENE SGRAVI SUI NEO ASSUNTI”
Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, durante una lunga intervista concessa a Il Corriere della Sera ha parlato non solo delle nuove possibili iniziative in tema di riforma delle pensioni ma anche di lavoro ed in particolare degli incentivi per le assunzioni dei giovani. Nello specifico, Boeri è in linea con le intenzioni del Governo Gentiloni nel mettere a disposizione degli sgravi in tal senso: “Sono efficaci se sono significativi e visibili. E se vengono percepiti come duraturi, strutturali. I tagli limitati o troppo complessi alla fine sprecano risorse. Se concordo con il Governo? Mi pare corretto utilizzare tutte le risorse disponibili su questo fronte. In Italia abbiamo il problema del mercato del lavoro, in particolare dei giovani; dovremmo portare lì anche gli altri interventi. Se ad esempio vogliamo spingere le imprese a fare più investimenti sulle tecnologie di Industria 4.0, e abbiamo una dote per farlo, la potremmo usare all’interno del pacchetto lavoro”.
BOERI RESTA CONTRARIO A INTERVENTI
In un’ampia intervista Tito Boeri ha parlato anche di riforma pensioni, ribadendo che a suo modo di vedere la Legge di bilancio deve concentrarsi sull’obiettivo di creare lavoro per i giovani e le donne e non “per cambiare le regole pensionistiche”. Il Presidente dell’Inps ha ricordato infatti che “ci sono aree di enorme difficoltà sul mercato del lavoro per i giovani e per le donne. I problemi pensionistici nascono da qui. È una questione che si riverbera sulle pensioni future, certo, ma va affrontata oggi facilitando l’accesso al lavoro di questi giovani e delle donne”. Il Professore bocconiano ha anche risposto a una domanda sui costi dell’Ape social, spiegando che “per l’Inps, il costo amministrativo di gestire questo strumento è pari al lavoro a tempo pieno per un anno di 225 funzionari con laurea magistrale”, ma che al di là di questo, possono esserci effetti molto importanti sul sistema nel lungo termine, citando il cosiddetto “debito implicito”, derivante dagli impegni previdenziali assunti dal sistema.
Pur non volendo dare cifre preciso in merito, Boeri ha però detto che il debito implicito continua ad aumentare e ipotizzare interventi come quello del blocco dell’adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita di certo non aiuta a migliorare la situazione. Sul tema delle pensioni, il Presidente dell’Inps è tornato anche in chiusura dell’intervista, indicando come il tema si presti a trasformarsi in un “messaggio sbagliato” e in grado di minare il recupero che l’economia italiana ha intrapreso.
PENSIONI, IL RISCHIO PER GLI ESODATI ESCLUSI
La Legge di bilancio si avvicina e tra gli interventi previdenziali di cui si sta discutendo in queste settimane non sembra esserci traccia di una misura che vada incontro agli esodati che sono rimasti esclusi anche dall’ottava salvaguardia. Sulla pagina Facebook del Comitato Licenziati o cessati senza tutele, Elide Alboni ha fatto sapere che altri comitati hanno deciso di tenere un presidio il 20 settembre. “La questione degli esclusi langue da troppo tempo e, con la legge di stabilità ormai alle porte, il rischio di lasciarsi confinare nell’oblio è palpabile. Partecipare attivamente assume quindi ora carattere della massima importanza”, ha scritto Alboni, ricordando altresì che per la questione esodati non servono soluzioni, visto che “alla sottrazione di un diritto costituzionalmente quesito non si rimedia inventando soluzioni; lo si restituisce nella sua interezza, tanto nella forma quanto nella sostanza”.