POLVERINI: LEGGE FORNERO NON CAMBIERÀ ORA
Al convegno organizzato a Napoli dal Fronte nazionale per il lavoro e la partecipazione ha preso parte anche Renata Polverini. La deputata di Forza Italia, secondo quanto riporta Agenparl, ha dato un’indicazione importante rispetto al dibattito in corso sulle misure previdenziali da inserire in Legge di bilancio: “Sul fronte delle pensioni se ne parlerà seriamente nella prossima legislatura per riuscire a superare definitivamente la riforma Fornero. Qualsiasi discussione fatta ora risulterebbe solo un cartello elettorale”. La vicepresidente della commissione Lavoro della Camera ha quindi spiegato che se il centrodestra vincerà le elezioni “apriremo in Parlamento un dibattito multilaterale e vicino alle istanze degli esodati, delle signore di Opzione Donna, degli interessati alle salvaguardie e soprattutto dei giovani, i quali, in nome del contenimento dei costi, rischiano di arrivare alla pensione a settanta anni”.
L’APPELLO AL GOVERNO DI BELLISSIMA (UILP)
L’intervista rilasciata da Tito Boeri al Corriere della Sera, come prevedibile, non è passata inosservata, specie nelle parti dedicata alle pensioni. Romano Bellissima ha commentato in una nota le parole del Presidente dell’Inps: “Boeri non è favorevole all’ ipotesi di valorizzare il lavoro di cura delle donne, il valore sociale della maternità. Ci fa sapere che è contrario al congelamento del meccanismo automatico che fa aumentare l’età pensionabile in base all’aspettativa di vita, indipendentemente se di mestiere fai il muratore, l’auto-trasportatore o il Presidente dell’Inps, non approva le scelte tese ad assicurare una pensione ai giovani. E infine annuncia al Governo che la rappresentanza dei sindacati è ‘sovrastimata’, come dire: vai tranquillo, i sindacati non sono poi così forti, respingi pure le loro richieste. Il Segretario generale della Uil Pensionati ha chiesto quindi all’esecutivo di porre fine “a questo teatrino della disinformazione” varando rapidamente la riforma della governance dell’Inps.
IL SOSTEGNO DEL FILP A SALVINI
L’abolizione della Legge Fornero è uno dei cavalli di battaglia della Lega Nord. Prima ancora di salire sul palco di Pontida, Matteo Salvini su questo punto aveva già incassato il parere positivo del Fronte italiano per il lavoro e la partecipazione. Il suo coordinatore nazionale, Salvatore Ronghi, in una nota ha infatti dichiarato: “Lavoro, bene Salvini. Chiaro e determinato sul tema del lavoro e sulla volontà di abolire il Jobs Act e la legge Fornero, leggi disastrose per il mondo del lavoro e delle pensioni la cui abolizione riteniamo indispensabile e propedeutica all’obiettivo della piena occupazione”. Ronghi ha anche detto di sperare che “l’intero centrodestra faccia propria questa battaglia di civiltà e per i diritti dei lavoratori, dei pensionati e dei disoccupati”. Su questo c’è da dire che Forza Italia non ha mai fatto intendere di essere favorevole alla cancellazione della Legge Fornero, pur non avendo nascosto certe criticità dell’attuale sistema previdenziale.
RUOCCO (M5S): LEGGE FORNERO FATTA PER DARE SOLDI A MORGAN STANLEY
La riforma delle pensioni di Elsa Fornero ha diversi nemici e non mancano forze politiche che promettono, in caso di vittoria alle elezioni, di cancellarla. Tra questi c’è il Movimento 5 Stelle e alla fine della scorsa settimana, ospite di Sky Tg24, Carla Ruocco ha ribadito l’intenzione del Movimento e ha tra l’altro spiegato che la Legge Fornero è stata fatta in quanto occorrevano dare 3,1 miliardi di euro cash a Morgan Stanley per la chiusura di un derivato. La deputata pentastellata ha quindi ricordato che una delle misure proposte dal Movimento 5 Stelle, quella del reddito di cittadinanza, farebbe sì che le pensioni minime vengano portate a 780 euro. Inoltre, i 17 miliardi di euro immessi nel circuito economico con questo intervento genererebbero una ripresa capace di giovare alle casse pubbliche. Soldi che sarebbero in grado di coprire, almeno in parte nel breve-medio termine, l’abolizione della Legge Fornero.
DAMIANO PROMUOVE IL TURNOVER NELLA PA
Nel settore pubblico sembra che possa arrivare nei prossimi anni un importante turnover, che potrebbe concretizzare quella “staffetta generazionale” che è stata diverse volte ipotizzata. A quanto pare non servirà nemmeno una deroga alla riforma delle pensioni targata Fornero per far sì che si liberino ben 500.000 posti di lavoro nel settore pubblico nei prossimi quattro anni. L’ipotesi che il sottosegretario alla Pubblica Amministrazione, Angelo Rughetti, ha fatto trasparire sembra convincere in ogni caso Cesare Damiano, che in una nota segnala che “se la Pubblica amministrazione tornerà ad assumere i giovani di cui necessita per far funzionare la complessa macchina amministrativa, superando l’irragionevole e burocratico blocco indiscriminato del turnover, daremo sicuramente una mano anche a frenare la fuga dei cervelli all’estero”. L’ex ministro del Lavoro ha comunque una raccomandazione per il Governo: “Non dimentichiamo i precari della Pa, i vincitori e gli idonei di concorso”.
UGL CRITICA BOERI
Paolo Capone ha rilasciato un’intervista a Il diario del lavoro, in cui, tra le altre cose, spiega la posizione dell’Ugl sui temi caldi del dibattito previdenziale. Il numero uno dell’Unione generale del lavoro critica in particolare alcune posizioni dell’Inps e del suo Presidente Tito Boeri. Dal suo punto di vista, infatti, non sarebbe necessario far affidamento sui contributi al sistema previdenziale degli immigrati nel momento in cui i disoccupati e i giovani Neet dovessero trovare un’occupazione. Per Capone, poi, Boeri sbaglia a sostenere che non si può intervenire sull’età pensionabile che il sindacalista giudica troppo alta. “Noi crediamo che se si separasse l’assistenza dalla previdenza, se le due voci di bilancio fossero divise, e l’assistenza fosse messa a carico dello Stato, tutto cambierebbe”, ha spiegato.
BLOCCATA PDL DI SIMONETTI
Uno dei temi del confronto tra Governo e sindacati è rappresentato dal possibile aumento dell’età pensionabile a partire dal 2019 in virtù dell’adeguamento all’aspettativa di vita. Per ora l’esecutivo si è limitato a dire che intende aspettare i nuovi dati dell’Istat sulla speranza di vita prima di decidere, ma oltre che dal mondo sindacale non mancano pressioni anche da quello politico per evitare che gli italiani debbano attendere fino a 67 anni per andare in pensione. Roberto Simonetti a questo proposito, prima della pausa estiva, aveva messo a punto una proposta di legge, la numero 4600, proponendo di discuterla in commissione Lavoro della Camera, il cui Presidente, Cesare Damiano, si è espresso in diverse occasioni in favore di un blocco dell’aumento ipotizzato. Tuttavia la pdl 4600 non sarà per il momento discussa, dato che non è stata ancora messa in calendario in commissione. E Simonetti stesso ha spiegato, in un comunicato diffuso da Termometro Politico, che ciò dipende dal fatto che la maggioranza “fa melina in attesa che il Governo vari il Def”.
Il deputato leghista ha ricordato come sarebbe importante riuscire a discutere la pdl e arrivare magari a un testo condiviso dall’intera commissione Lavoro, in modo da porre una più forte pressione al Governo per evitare l’aumento dell’età pensionabile. “Il mio auspicio era che già dalle prime sedute di settembre la commissione Lavoro potesse esaminare la pdl, così da arrivare a un testo condiviso prima della stesura della Legge di bilancio. A quel punto difficilmente ignorabile per il Governo, come già accaduto per i provvedimenti di salvaguardia degli esodati”, ha scritto Simonetti.
FURLAN RILANCIA SULLE DONNE LAVORATRICI
Con un comunicato uscito in questi giorni dal sindacato Cisl, il segretario nazionale Annamaria Furlan ha voluto riaffermare tra i temi principali del prossimo appuntamento col Governo quello delle donne lavoratici e sul riconoscimento previdenziale che merita l’alto valore sociale della maternità. «Il prossimo appuntamento con l’esecutivo sarà dunque tra 15-20 giorni. In questo periodo avremo più chiarezza sulle disponibilità economiche del governo e saremo molto attenti alle valutazioni che farà il governo. Sosterremo le nostre ragioni», spiega la leader del sindacato “bianco”, spiegando come la proposta del Governo sullo “sconto” alle donne madri per l’uscita dal lavoro sia sulla buona strada ma ancora del tutto “insufficiente”. (agg. di Niccolò Magnani)
500MILA IN PENSIONE
Lo ha annunciato il sottosegretario alla Pubblica Amministrazione Angelo Rughetti, nei prossimi 4 anni il numero di pensionati italiani si innalzerà e non di poco – ed è anche per questo che la riforma pensioni è assolutamente necessaria impostarla prima del prossimo quadriennio: «Nei prossimi quattro anni abbiamo quasi 500 mila persone, un’occasione straordinaria anche per abbassare l’età media che ormai ha raggiunto la soglia dei 50 anni con un programma di fabbisogni e un maxi concorso per assumere nuove leve». Non ci sarà un “semplice” turnover dopo le tante “leve” pensionistiche che inizieranno ad accendersi: l’obiettivo è infatti un piano specifico per anticipare le uscite in modo da favorire nuove assunzioni: «Noi ci dobbiamo chiedere cosa serve a questo Paese», selezionando gli ingressi in base alle reali necessità. Una scommessa che va fatta in questo momento. La legge di stabilità prossima può essere uno strumento, non solo dal punto di vista delle risorse da impegnare ma anche da quello metodologico», ha aggiunti lo stesso Rughetti nel suo intervento di venerdì sera al Festival dell’Unità di Roma. (agg. di Niccolò Magnani)