Una battaglia, ancora sulla scuola e ancora sul rinnovo dei contratti statali: l’Anief, come altre categorie e sindacati nel mondo scuola in questi mesi, non condividono l’accordo siglato dai sindacati nazionali sull’aumento medio a 85 euro, perché considerato troppo basso e comunque senza le vere coperture. Ora, dopo le ultime novità inserite in Def prima della Legge di Bilancio, Anief ritorna alla carica: «Siamo molto al di sotto rispetto ai 12 miliardi che servivano per adeguare le buste paga dei lavoratori statali, ferme da oltre otto anni, sia all’inflazione, cresciuta nel frattempo di oltre 14 punti percentuali, sia a quelle che vengono percepite da colleghi che svolgono le stesse mansioni in altri comparti lavorativi», scrive in una nota Marcello Pacifico, presidente del sindacato nel mondo scuola. «Da quando il contratto è sbloccato, ormai da oltre due anni, la cifra doveva provvedere agli aumenti e a riallineare l’inflazione all’aumento del costo della vita intercorso tra il 2008 e il 2015, al 5%. Non sono spiccioli, ma oltre 100 euro a dipendente, a cui va aggiunta una cifra analoga per gli aumenti effettivi. Ciò non è avvenuto. Addirittura per il MEF la quota di vacanza contrattuale dovrebbe rimanere congelata fino al 2021», si conclude il comunicato di critica sulle novità del Def sugli statali.
SELEZIONI PROGRESSIVE AL POSTO DEL CONCORSONE
Dopo la smentita diretta del Ministro Madia sulla possibilità di un “concorsone” per molti dipendenti statali nei prossimi anni, arriva anche la “spiegazione” tecnica a riguardo dell’ipotesi di un maxi concorso a sostituzione dei circa 500mila lavoratori pubblici che andranno in pensione nei prossimi 5 anni. Mentre prosegue la discussione sul rinnovo dei contratti statali tra Aran. sindacati e Governo, il piano della Pubblica Amministrazione assieme alla riforma della Madia prevede un’altra “soluzione” ai tanti pensionamenti nella Pa del prossimo quinquennio. Lo spiega Paolo Padoin, già prefetto di Firenze, sul quotidiano online FirenzePost: «La parola chiave è fabbisogno. Si abbandonerà il modello delle piante organiche per assumere laddove c’è un servizio che tira. Un cambiamento che sarà supportato da nuove linee guida per i concorsi. Per quanto riguarda lo Stato, gli enti locali sono autonomi, si cercherà di unificare le prove e prevedere una cadenza regolare», spiega l’ex prefetto. Il ministro Madia da New York settimana scorsa aveva aggiunto che la riforma del pubblico impiego deve assumere attraverso un reclutamento «ordinario, selettivo e ragionato». Sul fronte invece dei contratti flessibili è previsto per il 2018 un piano di stabilizzazioni, dove andrà definito ancora la situazione delicata degli idonei che possono accedere ai concorsi pubblici.
DEF, TROVATI I 2 MILIARDI PER IL RINNOVO
L’anticipazione dell’Ansa ieri sera ha forse svoltato definitivamente il tema del rinnovo dei contratti statali: nel Def – il documento di economia e finanza che traccia i consueti “limiti” e misure della prossima Legge di Bilancio – è stata inserito dal Governo la copertura, forse definitiva, per il rinnovo del contratto pubblico tanto atteso dallo scorso 30 novembre, con la firma d’accordo di massima con i sindacati nazionali. Le risorse dovrebbero crescere a 1 miliardo e 650 milioni, rispetto agli 1,2 miliardi inizialmente previsti, per garantire gli aumenti medi di 85 euro mensili per gli statali. «La prossima legge di Bilancio completerà il quadro complessivo delle risorse che consentiranno di proseguire i negoziati e gli incontri avviati con le rappresentanze dei lavoratori, secondo gli indirizzi già espressi dal Governo», si legge nel documento in mano all’Ansa per il nuovo Def firmato dal ministro Padoan. In particolare, le risorse andranno al rinnovo per i comparti della PA centrale, dai ministeri alla scuola: altre risorse andranno alle forze dell’ordine, mentre si attende il comunicato ufficiale con tutte le misure economiche a sostegno di questo rinnovo e aumento medio di tutti gli stipendi statali. Tra misure, tagli in altri settori e accordi con il Governo, si potrebbe arrivare dunque addirittura ai 2 miliardi complessivi totali per poter mettere in atto l’accordo sugli statali, dopo 8 lunghi anni di attesa.
IL “NIET” DI MADIA AL CONCORSONE
Il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia è stata piuttosto netta sul fronte del rinnovo dei contratti statali e sulle voci, soprattutto, sulla possibilità di un maxi concorso per tutti gli statali nei prossimi anni quando andranno in uscita anticipata 500mila futuri pensionati. «È una sfida, che deve consentirci di evitare una sostituzione sostanzialmente ‘automatica’», spiega il ministro della Pa in una intervista a Rai News24. Secondo la Madia gli effetti della sua riforma della Pubblica Amministrazione dovrebbero comunque già aprire ad un reclutamento ordinario e selettivo delle nuove mansioni che serviranno. «Ci saranno nuovi concorsi, ma nell’ordinario. Non ci sarà bisogno di piani straordinari o di un maxi-concorso», conclude la ministra del governo Gentiloni.