Inizia oggi a Torino il Festival del Lavoro 2017, la manifestazione organizzata, ormai da molti anni, dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e dalla Fondazione Studi per parlare di lavoro e occupazione a 360 gradi. La manifestazione prevede, in questa prospettiva, un’ampia gamma di seminari tecnici, ma non solo. Il Festival si propone infatti, dialogando, di indagare sul lavoro 4.0 e le sue trasformazioni sulla società e su come, quindi, governare l’occupazione e tutelare le nuove generazioni in materia di welfare e previdenza, ma anche, forse soprattutto, in quello delle competenze e delle professionalità richieste dal mercato dopo la digitalizzazione del lavoro. Con uno slogan potremmo dire che al Lingotto si ragionerà di Industry 4.0 e lavoro 4.0, due mondi paralleli che fanno (o almeno così sembra) fatica a incrociarsi.



Il nuovo mercato del lavoro globale, infatti, è caratterizzato da continue transizioni professionali, in quanto le nuove tecnologie cambiano, ogni giorno, radicalmente, e con progressione geometrica, i modi di produrre e di consumare e, quindi, di lavorare. La velocità, la pervasività, l’imprevedibilità sono le caratteristiche indubbie di questa Quarta rivoluzione industriale che stiamo vivendo, nella quale l’occupabilità delle persone si fonda, principalmente, sulla loro possibilità e capacità di imparare in modo continuo. 



In questo nuovo contesto le stesse politiche attive (ovviamente anch’esse 4.0) dovrebbero, probabilmente, essere sostituite da un ambiente comunitario e istituzionale che offra a ciascuno continue opportunità di potenziamento e di evoluzione delle proprie capacità. È l’ora, insomma, secondo molti esperti, di sostituire i sostegni all’offerta formativa con il finanziamento diretto o indiretto della domanda di apprendimento, dalla deducibilità delle spese per autoformazione alla migliore operatività dei fondi interprofessionali, dall’abilitazione delle casse previdenziali al credito d’imposta per gli investimenti dell’impresa nelle competenze dei lavoratori, dall’assegno di ricollocamento per i disoccupati sino ai prestiti d’onore per le persone che vogliono investire su se stesse.



Su questo, e molto altro, ci si confronterà, e scontrerà, nei prossimi giorni a Torino. L’auspicio è che questo venga fatto in maniera seria e responsabile e che il Festival non venga usato come l’ennesima passerella di un’infinita campagna elettorale: l’Italia di domani non se lo merita. Servirà forse anche una politica 4.0 per affrontare queste sfide?