RACCOLTA FIRME SU LEGGE FORNERO E APE SOCIAL
La Flai-Cgil è pronta a dar vita a una raccolta firme per modificare la Legge Fornero e l’Ape. Il sito di Rassegna Sindacale segnala quelli che sono i tre punti principali sui cui il sindacato degli agroalimentaristi chiederà agli italiani un sostegno. Innanzitutto la modifica della Legge Fornero, visto che nel settore la pensione potrebbe arrivare a 70 anni. Dunque, l’obiettivo è quello di avere “una maggiore flessibilità in uscita all’interno del sistema contributivo”. Proprio in virtù del sistema contributivo, poi, diversi lavoratori del settore agroalimentare, per via della discontinuità e della stagionalità lavorativa, avranno difficoltà a maturare i requisiti per la pensione. Per questo la Flai vuole modificare la Legge 335 del 1995. Infine, si vuol chiedere una modifica dell’Ape social, visto che i lavoratori agricoli, i lavoratori addetti alle carni, i lavoratori che svolgono attività in ambienti a temperatura particolarmente bassa o particolarmente elevata e i lavoratori della pesca non fanno parte della platea dei lavori gravosi. “Chiediamo che anche per loro ci sia la possibilità di accedere all’Ape sociale e alla pensione anticipata per i lavoratori precoci”, fanno sapere dalla Flai-Cgil.
BOERI CONTRO INTERVENTI PER LE DONNE
Partecipando alla Conferenza nazionale sulla famiglia in corso a Roma, Tito Boeri ha rilasciato dichiarazioni che sicuramente faranno discutere. Il Presidente dell’Inps, secondo quanto riporta il Sir, si è infatti espresso contro le ipotesi di interventi pensionistici a favore delle donne, in particolare quelle che hanno avuto figli. “Il problema dei costi della maternità non deve essere affrontato con le pensioni. L’idea di far andare prima le donne in pensione con assegni più bassi non è la strada giusta”, ha detto, spiegando che così “le si espone al rischio povertà e le si spinge a lasciare il lavoro per occuparsi di nipoti e genitori anziani. Non è il messaggio giusto”. Per Boeri è meglio pensare a forme di decontribuzione per l’assunzione di donne dopo il periodo di maternità, in modo da favorire così il loro reinserimento lavorativo, oggi ancora non semplice.
LAVORATORI PRECOCI E LE RICHIESTE DEI SINDACATI
Cgil, Cisl e Uil non ci stanno a vedere respinte le loro richieste di interventi previdenziali da inserire nella Legge di bilancio e chiedono quindi di avere risposte concrete dal Governo rispetto anche agli impegni presi lo scorso anno con la firma del verbale d’intesa di settembre. Così i sindacati hanno pensato di preparare un quartino da distribuire per far conoscere le loro ragioni. E anche, a quanto pare, per chiedere un sostegno ai lavoratori. Sul gruppo 41xtutti Lavoratori uniti, che da tempo chiede che venga approvata la Quota 41, è stato infatti pubblicato un post che, accompagnando il quartino, recita: “Ecco ora ci chiedono aiuto…che facciamo!?”. Tra i lavoratori precoci e quanti lavorano da tanti anni non manca la delusione nei confronti delle organizzazioni sindacali, su cui pende l’accusa di aver fatto poco contro la Legge Fornero.
CUMULO CONTRIBUTIVO, L’INPGI È PRONTO
Nei giorni scorsi si è parlato della difficoltà di utilizzare il cumulo contributivo gratuito, strumento introdotto dalla scorsa Legge di bilancio. L’Inpgi l’ente previdenziale dei giornalisti, ha fatto però sapere in un comunicato stampa di essere pronto a dare attuazione alla norma e anzi di aver già provveduto a istruire circa 15 domande prevenute, “inoltrando all’Inps le posizioni contributive esistenti presso il nostro Istituto”. Nel comunicato è stato anche chiarito che il trattamento pensionistico maturato per effetto del cumulo, “darà comunque luogo all’erogazione di un unico assegno pensionistico da parte dell’Inps”. L’Inpgi ha anche ricordato che “i profili attuativi della normativa illustrata – come concordato in sede ministeriale – devono essere tuttavia definiti, in dettaglio, da una apposita circolare dell’Inps che disciplinerà l’adeguamento delle procedure amministrative e gestionali per consentire il corretto esercizio della facoltà di cumulo da parte degli interessati iscritti presso tutte le Casse e gli enti previdenziali privati”.
OPZIONE DONNA, PROBABILI RISPARMI PER LA PROROGA
Lo studio della Uil sui fondi stanziati dal 2009 a oggi per le politiche pensionistiche, le cui risorse non sono state del tutto utilizzate, ha anche un paragrafo dedicato a Opzione donna. Nel quale viene ricordato che con la Legge di stabilità 2016 sono stati stanziati 565 milioni di euro a copertura di 25.000 possibili pensionamenti, “prevedendo, inoltre, che le risorse non utilizzate dovessero essere destinate a misure con finalità analoghe a quelle di Opzione donna”. Nello studio si ricorda che al momento non è possibile quantificare quante lavoratrici abbiano scelto di utilizzare questa misura. “Come evidenziato da più fonti del settore la platea è stata abbondantemente sovrastimata è quindi presumibile che da tali stanziamenti possano derivare significativi risparmi”, si legge. Parole che certamente verranno apprezzate da quanto chiedono una proroga di Opzione donna, da finanziarsi proprio con le risorse già stanziate e non utilizzate.
LA RIFORMA DI INPS E INAL
Sembra che la richiesta dei sindacati, unita a quella di interventi previdenziali in Legge di bilancio, di riformare la governance dell’Inps, verrà esaudita. Cesare Damiano ha infatti spiegato che in commissione Lavoro della Camera è stata depositata la bozza di un testo di base, con relatrice Titti Di Salvo, per la riforma della gestione di Inps e Inail. Un testo che “vuole confermare e consolidare il sistema duale e superare l’attuale sistema ‘monocratico’ di governo degli Enti con la costituzione di un Consiglio di Amministrazione formato dal Presidente e da 4 componenti che lavorano a tempo pieno”. L’ex ministro del Lavoro ha spiegato che oltre al Consiglio di amministrazione sono previsti il Consiglio di Strategia e Vigilanza, il Collegio dei Sindaci e il Direttore generale. “L’obiettivo è quello di approvare il disegno di legge entro la fine della legislatura”, ha aggiunto.
IL PROBLEMA DEL CUMULO CONTRIBUTIVO GRATUITO
Si è discusso nelle scorse settimana della norma sul part-time agevolato prevista dal Governo Renzi, che, rispettando quanto era stato preventivato al momento della sua approvazione, si è rivelata un flop: poche infatti sono state le domande presentate per usufruirne. Un altro flop si sta registrando, ma per ben altri motivi, per quel che riguarda il cumulo contributivo gratuito introdotto dalla Legge di bilancio dello scorso anno. Repubblica evidenzia infatti che “chi ha usufruito del cumulo gratuito dei contributi versati a Casse diverse sta ancora attendendo la pensione”. Il quotidiano romano segnala che c’è anche chi sta aspettando da nove mesi. Il punto è che “in tutto (queste le previsioni) dovrebbero essere circa 7000 persone nel 2017, 15mila nel 2018 fino a arrivare a 100mila tra dieci anni. Sono commercianti, avvocati, medici, professionisti ma anche coloro che hanno avuto carriere discontinue e hanno maturato il diritto alla pensione”.
Visti i numeri in gioco, il fatto che ci siano dei problemi rischia di creare un caos. “Per il ministero del Lavoro la legge è attuativa, non c’è bisogno di altri passaggi. Secondo l’Inps a essere in difetto sono le singole Casse previdenziali che non si mettono d’accordo. Perché se è vero che il cumulo è gratuito, non tutte le Casse usano gli stessi metodi statistici per arrivare alla definizione della pensione. La realtà è che quel sovrappiù che un tempo pagava il lavoratore di tasca propria, adesso dovrebbe essere a carico dello Stato, che però non ha specificato quanto avrebbe stanziato per l’operazione”, si legge ancora. Dunque ancora non si riesce a intravvedere uno sblocco positivo della situazione.
GIACOBBE (PD): LE REGOLE DEL SISTEMA VANNO CAMBIATE
Anna Giacobbe sollecita una correzione del sistema pensionistico, soprattutto per le donne, che “sono state più penalizzate dall’innalzamento repentino e brusco dell’età per la pensione di vecchiaia”. Dalla sua pagina Facebook, la deputata del Partito democratico ricorda che per le donne più avanti con gli anni le pari opportunità non ci sono state e che quelle più giovani “combattono con lavori mediamente più precari e più malpagati di quelli dei coetanei maschi, che già sono mal messi”. “Anche per loro, per i giovani, sia donne che uomini, vanno modificate le regole previdenziali: le idee ci sono, bisogna via via trovare le risorse. E ricordare sempre che una pensione decente viene da un lavoro decente con uno stipendio decente”, aggiunge Giacobbe. Resta da vedere quali saranno gli interventi su questo tema che il Governo sarà disposto ad approvare con la Legge di bilancio.
POLETTI APRE A RIFORMA GOVERNANCE INAIL E INPS
I sindacati hanno chiesto al Governo, insieme a interventi sulle pensioni in Legge di bilancio, la riforma della governance dell’Inps. E a quanto pare l’esecutivo sembra intenzionato ad accogliere la richiesta. Giuliano Poletti, partecipando alla presentazione del Rapporto di fine consiliatura del Consiglio di indirizzo e sorveglianza dell’Inail, ha infatti detto che il Governo è disponibile ad affiancare il lavoro parlamentare “nella convinzione che bisogna procedere a un cambiamento della governance nella direzione di una maggiore collegialità”. E il Parlamento, oltre che sull’Inal, sta discutendo anche modifiche relative all’Inps. A quanto pare la legge potrebbe essere approvata entro la fine della legislatura. Cosa che fa piacere a Cesare Damiano, in quanto si andrebbe a superare “la logica dell’uomo solo al comando”.