BOTTA E RISPOSTA BOERI-SINDACATI
Nuovo botta e risposta tra Tito Boeri e i sindacati, ancora a proposito del blocco dell’aumento dell’età pensionabile che il Presidente dell’Inps è tornato a criticare dal Festival del lavoro. Per Susanna Camusso, sarebbe meglio che Boeri si occupasse dei problemi dell’Inps “e non di dettare le regole del sistema”. La numero uno della Cgil ha ribadito quindi che per il suo sindacato la priorità resta costruire forme di flessibilità per non rincorrere l’aspettativa di vita e favorire le pensioni dei giovani. Annamaria Furlan ha spiegato che ritiene necessario effettuare un’analisi completa di quale sia l’aspettativa di vita di ogni professione, in modo da rivedere il sistema. Carmelo Barbagallo, infine, ha ricordato che il sindacato è pronto a mobilitazioni perché l’aumento dei requisiti pensionistici all’aspettativa di vita è una misura che andava bene prima dell’introduzione della Legge Fornero.
IN ARRIVO UN’ALTRA LEGGE FORNERO
Dalle pagine di Libero, Franco Bechis lancia un allarme: per l’Italia è in arrivo un’altra Legge Fornero. Il fondamento di questa convinzione sta nella nota di aggiornamento del Def, in cui si segnala che la spesa previdenziale per i prossimi anni risulta essere ancora fuori controllo, nonostante la riforma delle pensioni del 2011. “Siccome quel documento con le sue considerazioni tecniche sarà letto dagli uffici della Commissione europea, bisogna attendersi nel breve-medio tempo nuovamente da parte della Ue una pistola puntata alle tempie dell’ Italia perché vari un’altra legge Fornero”, scrive Bechis. Il quale spiega come a far schizzare la spesa pensionistica siano le nuove curve demografiche dell’Isat, con un tasso di fecondità in diminuzione, una speranza di vita in aumento e un flusso migratorio che si sta ridimensionando. Tutti fattori che peseranno in futuro sul sistema pensionistico.
BRAMBILLA RILANCIA QUOTA 41,5
Alberto Brambilla è stato intervistato sulla riforma delle pensioni da suo fratello Claudio per merateonline.it e considerando che si stanno facendo diverse ipotesi sugli interventi pensionistici da inserire nella Legge di bilancio, le considerazioni dell’ex sottosegretario al Welfare risultano interessanti. Brambilla ha in particolare evidenziato che in Italia non esiste un problema pensionistico “dal punto di vista strettamente economico”. Dal suo punto di vista, infatti, “il problema vero non sono né le pensioni retributive né quelle contributive, il problema vero è la voce ‘assistenza’: 100 miliardi l’anno che gravano sul bilancio pubblico”. Il Presidente del Centro Studi Itinerari Previdenziali ha quindi ricordato che nel 2019 il nostro Paese rischia di essere quello con l’età pensionabile più alta d’Europa, considerando che nella maggior parte dei paesi europei il requisito sarà intorno ai 65 anni, contro i 67 dell’Italia.
Ciò nonostante, Brambilla giudica sbagliata l’iniziativa di Cesare Damiano e Maurizio Sacconi tesa a far sì che venga bloccato l’aumento dell’età pensionabile previsto appunto tra due anni. Ma non nasconde che occorrerebbe “neutralizzare l’aggancio dell’anzianità contributiva all’aspettativa di vita”. Questo perché “in Italia ormai si va in pensione con 43 anni di contributi e di questo passo arriveremo a 45 anni. Un’enormità”. Per l’ex sottosegretario, quindi, “occorrerebbe ripristinare la quota di 41 anni e mezzo perché questa sarebbe la giusta risposta di flessibilità da dare a tutti i lavoratori precoci e le donne. Ben sapendo che chi inizia a lavorare presto spesso fa anche mestieri faticosi”. Brambilla ha anche però proposto una moratoria per bloccare il meccanismo legato all’età pensionabile a partire dal 2021.
LA SFIDA DI RIZZETTO A DAMIANO SULLA RIFORMA PENSIONI
Walter Rizzetto lancia una sfida a Cesare Damiano sul tema delle pensioni. Dalla sua pagina Facebook il deputato di Fratelli d’Italia segnala che una parte del Pd sembra pensarla come lui su Opzione donna, Quota 41 e blocco dell’aspettativa di vita. Per questo il Presidente della commissione Lavoro potrebbe “mettere a calendario questi provvedimenti in ‘sede Legislativa’ (o ‘deliberante’), anche contro il suo partito. Cosa significa? Significa che la Commissione Lavoro decide autonomamente senza l’intervento della Assemblea parlamentare che ne dilungherebbe enormemente i tempi e le discussioni”. L’intento è chiaro: varare interventi ritenuti importanti senza perdere tempo, tanto più che la legislatura è agli sgoccioli. “Procediamo in questo senso Presidente Damiano? Io ci sto, al contrario le varie conferenza stampa, piuttosto trasversali ( in termini politici ), restano solo fuffa pre-elettorale”, è la conclusione del post di Rizzetto.