IL RISCHIO ILLUSIONE PER LE DONNE
Seguendo le notizie sulle pensioni degli ultimi giorni sembra che il Governo sia disposto a varare solo alcuni interventi da inserire nella Legge di bilancio, tra cui uno a favore delle donne. La cosa non è sfuggita a Orietta Armiliato, che nel suo consueto punto settimanale sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna Social fa notare come questo possa significare che “si svolgerà una campagna elettorale orribile sulla previdenza poiché sarà condotta prevalentemente, e mi riferisco al capitolo pensioni, utilizzando le donne come veicolo ma che, a consuntivo, risulterà a loro discapito”. Il rischio, quindi, è quello di creare delle aspettative per guadagnare consenso senza un reale miglioramento della situazione. “Chi sostiene campagne per abrogazioni di leggi varie, aprioristicamente sa che non sarà possibile effettuarle insomma, mente sapendo di mentire illudendo la platea femminile alimentando aspettative che con una percentuale quasi pari al cento per cento, saranno disattese”, scrive Armiliato. Che non invita certo al disfattismo, ma a fare attenzione, perché “è facile confondersi quando ci propongono quel che noi desideriamo, ma, le insidie, sono sempre sotto la vernice con la quale le dipingono per creare il necessario “appeal”.
LA QUESTIONE CHIAVE PER PETRICCIOLI
Partecipando a un’iniziativa della Cisl del Friuli-Venezia Giulia, Maurizio Petriccioli è tornato a parlare delle richieste che i sindacati hanno avanzato al Governo per quel che riguarda le pensioni. Il Segretario confederale della Cisl ha spiegato che “la vera questione dirimente e politica sarà la sospensione e revisione dell’automatismo che lega la crescita dell’aspettativa di vita a quella dei requisiti pensionistici”. Una battaglia che non sarà facile da vincere, visto che l’esecutivo ha fatto capire che le risorse sul piatto non sono molte e che intende ridurre gli interventi previdenziali a quelli strettamente necessari. E il blocco dell’aumento dell’età pensionabile non sembra essere tra questi. Il sindacalista, secondo quanto riporta udinetoday.it, ha anche evidenziato la necessità di intervenire sull’Ape social, obiettivo forse più facile da raggiungere.
CUMULO CONTRIBUTIVO, SIMONETTI CONTRO POLETTI
Il cumulo contributivo gratuito torna nel dibattito politico. La novità introdotta tra le misure previdenziali della scorsa Legge di bilancio è stata infatti oggetto di un’interrogazione parlamentare da parte di Roberto Simonetti, in particolare “per capire quali cause ostative impediscono ai lavoratori di cumulare gratuitamente i contributi versati nell’arco della propria vita lavorativa in diverse gestioni o casse previdenziali e per quali ragioni le Casse non procedono alla restituzione dei contributi agli aventi diritto che hanno in corso l’iter per la ricongiunzione ed invece vogliono optare, alla luce della norma in legge di bilancio scorso, per il cumulo gratuito”. Come riporta Ansa, il deputato della Lega Nord lamenta il fatto che Giuliano Poletti, “in sede di risposta in Commissione lavoro, ha praticamente ammesso di disinteressarsi dei lavoratori”. Il ministro del Lavoro, infatti, per Simonetti “si chiama fuori dalla problematica, passando la palla all’Inps e alla specifica circolare che dovrebbe emanare”.
FORNERO: “LA POLITICA HA SFRUTTATO LA RIFORMA”
Mentre il Governo Gentiloni ed i sindacati tentano di trovare una forma di intesa per la cosiddetta fase due della riforma delle pensioni, l’ex Ministro Fornero in una recente rilasciata al periodico Opificium ha voluto difendere la propria di riforma ricordando come la classe politica l’abbia prima votata e poi disconosciuta. Queste le parole di Elsa Fornero: “La politica ha sfruttato quella riforma, votandola prima, disconoscendola subito dopo, e criticando chi l’ha firmata.. Ho dato compimento alla riforma Dini che aveva un difetto: una transizione eccessivamente lunga. Il Presidente Monti mi aveva dato 20 giorni per scrivere la legge, ma non eravamo in circostanze normali. Con la crisi finanziaria alle porte, flessibilità e gradualità erano ‘lussi’ che non ci potevamo permettere”.
M5S CHIEDE LA PROROGA DI OPZIONE DONNA
Riguardo al tema della riforma pensioni Per il Movimento 5 Stelle occorre promuovere e rafforzare “tutti i percorsi di pensionamento anticipato che consentano di aggirare i folli vincoli della Fornero”. E tra questi c’è Opzione donna, che i pentastellati chiedono di prorogare. Tiziana Cipriani sul suo sito internet segnala che è stata presentata un’interrogazione al ministro Poletti in tal senso, di cui lei è prima firmataria. Viene ricordato che con la Legge di stabilità 2016 sono state stanziate risorse per coprire un contingente, stimato dall’Inps, di 36.000 donne già in possesso dei requisiti per l’accesso a Opzione donna alla data del 31 dicembre 2015. “Immaginando l’ingresso di queste 36mila lavoratrici in modo scaglionato nel 2016-2018 avremmo una maggiore spesa previdenziale di 2,5 miliardi nel periodo 2016-2021, ma ipotizzando di allargare ogni anno, in quello stesso triennio, il regime a una platea di aderenti costante di 36mila persone, i benefici a partire dagli anni 2030-2032 ammonterebbero per lo Stato addirittura a 24 miliardi circa”, si legge sul sito della deputata del Movimento 5 Stelle.
La conclusione per i pentastellati è che Opzione donna “va prorogata con i soldi che già ci sono o comunque trovando nuovi fondi. Non solo perché è eticamente giusto, ma perché in prospettiva fa risparmiare tanto danaro”. Di fatto vengono quindi ribadite le tesi sostenute dal Movimento Opzione donna e dai comitati che da tempo si battono per una proroga del regime sperimentale di pensionamento anticipato introdotto nel 2004. Vedremo quale sarà la risposta del ministero del Lavoro.
UIL: CI SONO OLTRE 6 MILIARDI PER GLI INTERVENTI
Uno studio della Uil toglie ogni alibi al Governo: le risorse per inserire interventi previdenziali nella Legge di bilancio ci sono. Domenico Proietti evidenzia infatti che “dal 2009 ad oggi le risorse stanziate per interventi previdenziali sono state destinate ad altre poste di bilancio. Sono andati in economia oltre 6 miliardi prelevati dal: fondo lavori usuranti; fondo lavoro di cura; fondo per le salvaguardie degli esodati; fondo per il finanziamento di opzione donna”. Dunque la Uil chiede che queste risorse venga recuperate e utilizzate pre “attuare le richieste avanzate al tavolo di confronto con il Governo e per migliorare il sistema previdenziale”. Nello specifico, ci sono quasi due miliardi non utilizzati nel fondo lavoro usuranti, mentre si superano i tre per il fondo a sostegno delle politiche sociale e familiari per le lavoratrici. Un fondo, quest’ultimo, mai nemmeno attivato, nonostante vi siano state continuamente stanziate risorse dal 2010 a oggi.
BARBAGALLO: NON VOGLIAMO ESSERE CONSIDERATI POLLI
I sindacati continuano a considerare importanti le richieste avanzate al Governo sul fronte delle pensioni. Carmelo Barbagallo, secondo quanto riporta orizzontescuola.it, è tornato infatti sul possibile aumento dell’età pensionabile che potrebbe scattare dal 2019. “Abbiamo detto al Governo di congelare lo scatto automatico dell’aspettativa di vita e discutere con noi, con una commissione, per analizzare le patologie che ci sono in ogni settore”, ha detto il Segretario generale della Uil, che ha anche spiegato come uno dei punti che il sindacato considera importante è quella della flessibilità in uscita, in quanto “non si può andare in pensione a 80 anni”. Il sindacalista ha poi detto che “noi, in quanto lavoratori, non vogliamo essere considerati polli quindi quindi vogliamo discutere seriamente di come si affronta la questione dell’aspettativa di vita”. In questo senso ha sottolineato che Poletti si è impegnato a discutere con i sindacati prima del varo della manovra.