La vertenza dei contratti statali tiene con il fiato sospeso tutti i dipendenti del pubblico impiego. Il nodo principale riguardante il previsto aumento del tetto salariale è sempre quello del famoso bonus di 80 euro di marca Renziana. Come riportato da Termometro Politico, tutti quei dipendenti il cui stipendio annuo supera quota 26mila euro, ad oggi sono destinati a rinunciarvi. Si tratta di circa 300mila dipendenti, in attesa che il governo trovi una soluzione. Al momento la pista più credibile è quella che porta ad una sua defiscalizzazione. Nelle ultime ore, però, è emersa anche la possibilità di istituire una voce specifica da non includere nei compensi base delle buste paga. Quale sarà l’opzione privilegiata dall’esecutivo Gentiloni? Lo scopriremo molto presto: nel frattempo ai dipendenti non resta che augurarsi che l’aumento dei contratti non si riduca a soli 5 euro mensili, una vera e propria beffa. (agg. di Dario D’Angelo)
CACCIA AI 48 EURO MANCANTI
La partita per il rinnovo dei contratti statali è quanto mai delicata per tutti gli impiegati del pubblico impiego e anche per il governo, che si gioca molto della sua credibilità. In questo senso, come riportato dall’Ansa, pare intravedersi un piccolo spiraglio di luce in fondo al tunnel. Nello specifico l’esecutivo starebbe facendo di tutto per reperire una cifra compresa tra 1,5 e 1,7 miliardi di euro, così da innalzare a 5 miliardi il budget a disposizione. In questo modo il governo avrebbe la possibilità di aumentare di 48 euro l’aumento finora stanziato da 36 euro, raggiungendo così quegli 85 euro medi lordi al mese, più volte indicato come obiettivo per il rinnovo dei salari. La caccia ai 48 euro è partita: il governo fa le sue mosse, i dipendenti pubblici e in particolare quelli della scuola, attendono speranzosi. (agg. di Dario D’Angelo)
IL PARERE DELL’ANIEF
La discussione sul rinnovo dei contratti statali in favore dei dipendenti del Pubblico Impiego, si fa sempre più accesa soprattutto sul piano della scuola. E’ qui che si incontrano le maggiori critiche al governo, dal momento che, come ribadito in diverse altre occasioni, sempre questo settore rappresenta anche quello meno pagato rispetto ai restanti ambiti della Pubblica Amministrazione e non solo. A scendere in campo, come riporta Orizzonte Scuola, è ora anche Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal. Il rappresentante delle due organizzazioni ha voluto commentare le ultime notizie secondo le quali il governo starebbe pensando di inserire nella prossima Legge di Bilancio una terza tranche per il rinnovo contrattuale, paventando ulteriori 1,5-1,6 miliardi da stanziare, in aggiunta a quelli previsti dalle passate Leggi di Bilancio. Troppo pochi a detta di Pacifico, che ha quindi commentato: “Pensare di risolvere con 2,7-2,8 miliardi complessivi l’inadeguatezza degli stipendi dei dipendenti pubblici, fermi da quasi nove anni, è un insulto a chi svolge questa professione, ad iniziare dagli insegnanti”. Il rappresentante Anief e Cisal ha ricordato come proprio lo stipendio dei professori in Italia sia inferiore rispetto al resto d’Europa, addirittura anche meno di Grecia e Slovenia. “Per un equo rinnovo del contratto degli statali, il Governo deve assolutamente trovare 12 miliardi”, ha quindi chiosato. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
PREMIO AD HOC PER GLI INSEGNANTI?
Sono ancora numerosi i temi in ballo in merito ai Contratti Statali in vista di un rinnovo che i dipendenti del pubblico impiego attendono da anni. I nodi restano ancora numerosi: dalle risorse effettivamente disponibili ad alcuni aspetti che negli ultimi anni sembrano aver fatto acqua da tutte le parti, a partire dai cosiddetti “furbetti del cartellino” o coloro che hanno finora approfittato in modo esagerato dei permessi riconosciuti dalla legge 104. Una novità in particolare però, potrebbe riguardare gli insegnanti. A loro si è rivolta il ministro Fedeli confermando l’intenzione di inserire in contratto un “premio per i docenti” al fine di valorizzare il proprio lavoro. Come ricorda Money.it, infatti, non è un segreto il fatto che lo stipendio dei professori sia tra i più bassi della Pubblica amministrazione, per non parlare d’Europa. Per tale ragione, intervenuta ai microfoni di Radio 24 la rappresentante del Miur ha ribadito la necessità e la volontà di voler a tutti i costi equiparare lo stipendio dei dipendenti della scuola a quello degli altri dipendenti del pubblico impiego. A questo punto è un altro il quesito che necessariamente andrebbe posto: il governo riuscirà a trovare le risorse necessarie per far fronte alle tante promesse avanzate da più parti in merito all’aumento degli stipendi, senza incorrere nella “beffa” rappresentata dalla perdita del Bonus di 80 euro di Renzi? (Aggiornamento di Emanuela Longo)
IL COMMENTO DI MAURIZIO PETRICCIOLI (CISL)
Intervistato da il quotidiano online IlDenaro.it, ha parlato sulla complessa trattativa di rinnovo dei contratti statali il nuovo commissario della Funzione Pubblica della Cisl: Maurizio Petriccioli spiega nella lunga intervista quale sia ad oggi il punto più delicato della trattativa tra Aran, Governo e sindacati stessi. «Il punto più delicato è quello di assicurare il necessario riequilibrio fra legge e contratto, secondo lo spirito dell’intesa del 30 Novembre»; secondo Petriccioli tale equilibrio è precario e comunque obiettivo prioritario dell’intera dell’intera azione contrattuale. «La valorizzazione del lavoro pubblico passa attraverso un maggiore ruolo della contrattazione collettiva ai diversi livelli e per lo sviluppo di relazioni sindacali autenticamente partecipative», conclude ancora il sindacalista Cisl.
IL NODO MANOVRA
Sul piatto del rinnovo dei contratti statali il nodo-risorse è ovviamente centrale: i rumors negli ultimi giorni parlano di un rinnovo ufficiale con altri 1,6 miliardi stanziati per provare a rilanciare e aumentare gli stipendi per tutti i dipendenti pubblici che da 9 anni attendono il tanto atteso momento. Secondo l’analisi di Franchi su Il Manifesto stamattina i “famosi” 400 milioni di euro in più che il Governo sarebbe pronto a stanziare rispetto alle previsioni pre-Manovra, sarebbero un’opportunità sostanzialmente politica più che pratica. «Una cifra che il ministero dell’Economia utilizzerebbe per stoppare le richieste sulle pensioni. La priorità dei sindacati continua ad essere il congelamento dell’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita», scrive l’editorialista assai critico con le mosse del Governo Gentiloni e con la strategia del Ministro Padoan. Alle trattative con Aran ora toccheranno mettere i puntini sulle “i” per le richieste finali da presentare al Ministro della Pubblica Amministrazione.
PERMESSI 104, ACCORDO E MALATTIE
Come abbiamo già anticipato e trattato su queste pagine riguardo al rinnovo dei contratti statali sul fronte dei permessi della Legge 104, resta utile come sempre provare a capire cosa cambierà per davvero con il rinnovo a buon fine del contratto per tutti i dipendenti pubblici italiani. Di fatti, l’Aran ha chiesto ai sindacati nelle nuove trattative post-ferie l’introduzione di un limite temprale per l’invio delle richieste per i permessi 104. Il numero di giorni prefissato sarebbe quello di tre: questo dovrà valere sia per chi richiede un permesso con legge 104 e sia per chi ha invece bisogno di assentarsi dal lavoro per le donazioni come midollo e sangue. Come garantito dalla stessa Aran – l’agenzia che rappresenta il governo e portavoce dell’atto di indirizzo firmato dal ministro Madia – «resta salva la possibilità per i dipendenti pubblici di comunicare l’assenza il giorno stesso per i casi più gravi ed urgenti».