È uscito ieri il periodico rapporto dell’Istat sullo stato di salute del nostro mercato del lavoro. I dati, sempre oggetto di analisi da parte dei tecnici, e della politica, oggi sono ancora più rilevanti in vista delle prossime elezioni del 4 marzo. L’Istat ci dice che a novembre 2017 il numero degli occupati torna a crescere (+0,3% rispetto a ottobre, pari a +65 mila), così come il tasso di occupazione che sale al 58,4% (+0,2 punti percentuali).



La crescita dell’occupazione nell’ultimo mese interessa uomini e donne di tutte le classi di età a eccezione, ahimè, dei 35-49enni. Risultano in aumento i lavoratori dipendenti, sia a tempo indeterminato “a tutele crescenti”, sia, in misura maggiore, a tempo determinato, mentre sono in lieve calo i lavoratori autonomi. Se si amplia lo specchio temporale a tre mesi si registra, allo stesso modo, una crescita degli occupati rispetto al trimestre precedente (+0,4%, +83 mila) che interessa donne e uomini e si concentra soprattutto tra gli over 50. Il dato è positivo anche tra i 15-24enni mentre cala, anche in questo caso, tra i 25-49enni. L’aumento è, anche nell’ultimo trimestre, prodotto quasi esclusivamente dai lavoratori a termine, mentre calano i contratti a tempo indeterminato post “Jobs Act” e rimangono stabili gli autonomi.



Nello stesso periodo il tasso di disoccupazione cala, finalmente, tra i giovani di 15-24 anni (-1,4 punti) e, anche grazie alla tanto criticata “Legge Fornero”, tra gli over 50 (-0,2 punti), mentre rimane stabile per i lavoratori tra i 25 e i 49 anni. Il tasso di occupazione cresce, così, in tutte le classi di età, con variazioni comprese tra lo +0,3 punti percentuali (35-49enni) e +1,5 punti (gli over 50).

Anche su base annua si conferma l’aumento degli occupati (+1,5%, +345 mila) che riguarda sia donne che uomini. La crescita si concentra, in particolare, tra i lavoratori dipendenti nella gran parte a termine (+497 mila, di cui +450 mila a termine e +48 mila tempi indeterminato), mentre calano gli autonomi (-152 mila). In valori assoluti aumentano soprattutto gli occupati over 50 (+396 mila), ma anche i 15-34enni (+110 mila), mentre calano i 35-49enni (-161 mila). Nello stesso periodo diminuiscono, quindi, sia i disoccupati (-7,8%, -243 mila) che gli inattivi (-1,3%,-173 mila).



Da questo quadro, insomma, si deve partire per immaginare i programmi, e le proposte, elettorali da avanzare ai cittadini nei prossimi mesi e su quale chiedere il voto il prossimo 4 marzo. Se, quindi, i dati sui giovani sembrano, pur con molti limiti, essere un po’ più positivi degli ultimi anni, sembra emergere il tema degli “ex” giovani che dovrebbero rappresentare, altresì, la spina dorsale del sistema-Paese.