Lunedì potrebbe essere il giorno della svolta per il rinnovo dei contratti statali che riguardano il comparto scuola. Lo ha anticipato Valeria Fedeli, ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, a margine di un evento organizzato ieri mattina a Roma. «La trattativa sul contratto nazionale sta andando avanti, a mio parere nel modo più utile e corretto», ha dichiarato Fedeli all’agenzia Dire. Il ministro ha spiegato che le parti tra cui Aran e le Organizzazioni sindacali dei testi scritti «hanno chiesto di aggiornarsi a lunedì prossimo», perché «hanno bisogno di tempo». Fedeli ha anche chiarito quale sarà il tema da affrontare: «Sono le relazioni sindacali in quanto sanno già che lo schema economico elaborato per gli statali vale anche per la Scuola, l’Università e la Ricerca». La firma del contratto per il comparto Istruzione e Ricerca potrebbe rappresentare l’ultimo atto di rilievo prima delle elezioni del 4 marzo 2018. (agg. di Silvana Palazzo)
“RIVOLTA” DELLE FORZE ARMATE, SALTATO TAVOLO CON ARAN
Non solo la Scuola anche le Forze Armate si “ribellano” alle condizioni poste e proposte dall’Aran (e quindi dal Governo) per il rinnovo dei contratti statali di settore: si è tentato un “blitz” per provare a trovare l’accordo sugli aumenti stipendiali ma il Cocer – sindacato di rappresentazione Militari – ha fatto saltare il tavolo. «Non si riconosce il ruolo pieno di parte sociale (Ruolo negoziale) alle Rappresentanze Militari. Non ci sarà un contratto dopo oltre 8 anni di attesa; con i sindacati confederali il Governo ha concertato negli scorsi mesi in merito al contratto/aumenti per gli statali incontrandoli più volte. Sotto l’aspetto mediatico alcuni giornali e telegiornali evidenziano che già dalla busta paga si percepirà 650 euro. All’opinione pubblica arriva il messaggio del doppio privilegio (quello di statale e di militare). Non si evidenzia contestualmente che i 650 euro sono medi lordi e arretrati di 2 anni. Quindi il danno e la beffa. In realtà il tutto si risolverebbe in 88 euro medi lordi (42 netti circa)», spiega Antonello Ciavarelli, rappresentante Cocer MM, in una durissima nota contro l’intervento dell’Aran e della Pa nella concertazione sindacale per l’aumento del contratto.
SNALS, “AUMENTI SENZA RISORSE”
Potremmo definirla una semi-bocciatura la riunione tenutasi ieri in Aran tra sindacati e rappresentati del governo sul rinnovo dei contratti statali per il mondo Scuola: stando a quanto riportato da un duro comunicato del sindacato Snals, in Aran non sono apparsi grandi risorse in più e inoltre il testo del “nuovo” Atto di Indirizzo è in molti punti “peggiorativo”. «Nessuna risorsa in più presentata oggi alle 14 ai sindacati durante l’incontro all’Aran per il rinnovo del contratto della scuola con relativi aumenti stipendiali. Non c’erano risorse», lamentano i sindacati che avrebbero ricevuto un atto «incoerente e incompleto». Non solo, sempre secondo lo Snals a differenza di quanto annunciato da alcune testate giornalistiche come Italia Oggi, «non ci sarebbe traccia del possibile utilizzo delle risorse per la formazione dei docenti (500 euro) e del bonus merito ai fini dell’aumento degli stipendi». Ultimo aspetto della critica viene riverso tutto sul presidente Aran, Sergio Gasparrini: «dopo aver presentato un articolato solo sulla parte normativa, tra l’altro peggiorativo delle attuali norme, ha fatto alle organizzazioni sindacali un annuncio che ha destato perplessità, proponendo di discutere un testo in assenza di un atto d’indirizzo definitivo. Un testo che pertanto risulta “non coerente”».
IL NODO ARRETRATI
Secondo quanto riportato da Italia Oggi sull’atto di indirizzo che l’Aran sarebbe pronto a rinviare a sindacati e associazioni di categorie per il rinnovo dei contratti statali della Scuola, vi sarebbe un aspetto particolarmente curato – come andiamo ripetendo ormai da mesi – che riguarda gli arretrati per i lavoratori del comparto scolastico. Se infatti la firma avverrà a breve, come Italia Oggi ormai ritiene assai probabile, gli arrestati potrebbero essere in busta paga già dal prossimo mese, a fine febbraio: il calcolo vedrebbe cifre che si aggirano tra i 350 e i 710 euro a copertura delle annate 2016 e 2017. Certo, se così andasse realmente, si avrebbe una importante novità in ambito di Pubblica Amministrazione appena prima delle Elezioni, calcolo di certo non “secondario” nelle dinamiche del Governo e del Ministero guidato da Marianna Madia. Sul fronte aumenti stipendiali invece, l’aumento promesso dalla riforma di 85 euro (e confermato dalla Manovra Economica) dovrebbe decorrere ufficialmente dal marzo 2018, sempre fermo restando la firma in tempi “brevi” nelle prossime settimane.