PEDRETTI: VA BLOCCATA ASPETTATIVA DI VITA
La riforma delle pensioni è uno dei temi protagonisti della campagna elettorale in corso e Ivan Pedretti ritiene che sull’argomento ci siano poche e confuse idee, nonché tante promesse irrealizzabili. “Sulle pensioni basterebbe dire che si vuole bloccare l’aspettativa di vita anziché spararla grossa. Avrebbe un costo sostenibile e garantirebbe a tante persone di potersi ritirare prima dal lavoro”, scrive sul suo profilo Facebook il Segretario generale dello Spi-Cgil, secondo cui poi “nulla invece viene detto su temi altamente rilevanti come la sanità e la non autosufficienza anche se riguardano milioni di anziani e le loro famiglie”. Il sindacalista si dice quindi convinto del fatto che “oggi più che mai la Cgil debba riaffermare la sua totale e incondizionata autonomia e lavorare alla costruzione di un progetto con cui incalzare la politica. Il mio auspicio è che la Conferenza di programma di fine gennaio sia l’occasione giusta per farlo”.
MELONI: SISTEMA SIA UGUALE PER TUTTI
A stoppare Matteo Salvini sulla cancellazione della Legge Fornero è intervenuta anche Giorgia Meloni, che intervenendo a Radio 24 ha spiegato che nel comunicato uscito dopo il vertice di Arcore non si parla di abolizione della riforma delle pensioni del 2011, ma di cancellazione degli “effetti degenerativi”. Secondo quanto riporta agenziastampaitalia.it, la leader di Fratelli d’Italia ha chiarito che “a 65 anni si andrebbe in pensione anche senza la Legge Fornero in ragione della Legge Amato. Quindi bisogna chiarirci le idee su cosa vogliamo fare. Il principio su cui Fratelli d’Italia si è battuto è: il sistema pensionistico deve essere il migliore possibile ma deve essere uguale per tutti. Non puoi avere nella stessa Italia chi oggi ha 55 anni e va in pensione secondo alcuni criteri e chi oggi ne ha 35 di anni che andrà in pensione con altri criteri trent’anni dopo”. Per Meloni “nella Legge Fornero ci sono storture che vanno sistemate e la pensione di anzianità è uno dei temi”.
LA CRITICA DI CAZZOLA A SALVINI E DI MAIO
Intervenendo a Radio Cusano Campus, Giuliano Cazzola ha detto di non vedere la necessità di abolire la Legge Fornero. Dal suo punto di vista il Movimento 5 Stelle “parla di superamento della legge Fornero in 5 anni che è una roba che non ha nessun valore tecnico”. Invece nel centrodestra “è uscito un ragionamento diverso da quello che fa Salvini: si è detto di eliminare gli effetti della legge Fornero, non si parla più di abolirla”. In questo senso ha aggiunto che “gli effetti sono già stati eliminati con 8 sanatorie e con l’Ape social”. Riguardo le pensioni d’oro, Cazzola ha spiegato che “un conto è mettere un contributo di solidarietà, un altro conto è ricalcolare pensioni troppo premiate dal calcolo contributivo, un altro conto ancora è tagliare una pensione meritata, in regola con i contributi versati. Questo è un esproprio proletario”.
DAMIANO SPIEGA COME COMPLETARE I CAMBIAMENTI INIZIATI
Cesare Damiano è stato intervistato da Radio Radicale a proposito delle promesse elettorali riguardanti l’abrogazione della Legge Fornero. Dal suo punto di vista non si può né agitare la bandiera della cancellazione, né difendere il sistema pensionistico così com’è come ha fatto Pier Carlo Padoan. “La Legge Fornero ha un impianto sbagliato ed è già diventata un groviera, nel senso che abbiamo aperto dei varchi, dei buchi significativi rispetto alla situazione iniziale”. In questo senso l’ex ministro del Lavoro ha ricordato le otto salvaguardie degli esodati, la prosecuzione dell’Opzione donna, l’introduzione dell’Ape, l’esenzione per 15 categorie di lavori gravosi dall’aumento dei requisiti pensionistici in base all’aspettativa di vita che scatterà dal 2019.
“Non possiamo quindi più parlare di Legge Fornero come se fossimo all’inizio del 2012”, ha aggiunto Damiano, spiegando poi quello che secondo lui si può ancora fare per completare l’opera: rendere strutturale l’accesso all’Ape social, visto che scadrà a fine anno; allargare le platee di beneficiari dell’Anticipo pensionistico agevolato, in particolare dei lavori gravosi, i quali sarebbero anche esentati dai nuovi requisiti pensionistici. Secondo il deputato dem, in vista della campagna elettorale il Partito democratico dovrebbe cercare “di dare un segno di discontinuità. Non tutto quello che abbiamo fatto è sbagliato, non tutto quello che abbiamo fatto è giusto. Quello che non è giusto possiamo, da un punto di vista laico-riformista-ragionevole, cambiarlo. Vale per la Fornero, vale per il Jobs Act”.
GIACOBBE (PD): LEGGE FORNERO NON È NOSTRA
Pier Carlo Padoan si è schierato a favore della Legge Fornero, ma Anna Giacobbe ci tiene a spiegare al ministro dell’Economia che “la legge Fornero non è un pilastro del sistema previdenziale; è stato un pilastro della manovra del 2011 per salvare l’Italia dalla crisi finanziaria. Quello che è stato risparmiato allora non è servito a dare stabilità al sistema, ma a coprire una quota consistente di debito pubblico. E i risparmi reali sono stati maggiori di quelli dichiarati allora”. La deputata del Pd, sulla sua pagina Facebook, ricorda anche che “in questi anni siamo riusciti a riportare nel sistema previdenziale un po’ di risorse per sanare le ingiustizie più gravi. Ma molto rimane da fare”. Giacobbe conclude il suo post spiegando che “nel Pd c’è chi ci ha lavorato e cominciato a costruire ipotesi e proposte. Ministro Padoan, con rispetto: la legge Fornero non è la ‘nostra legge’”.