Le nuove norme sulle visite fiscali agli statali previste dalla riforma Madia hanno già sollevato un polverone di proteste da parte di quei dipendenti pubblici che rischiano di vedersi piombare a casa il medico più di una volta al giorno. Ma cosa succede se il medico arriva e a casa non trova il paziente? Come si può leggere nel testo del decreto entrato in vigore oggi, “qualora il dipendente sia assente al controllo all’indirizzo di reperibilità fornito, il medico fiscale rilascia apposito invito a visita ambulatoriale per il primo giorno utile presso l’Ufficio medico legale dell’INPS competente per territorio. Immediata comunicazione motivata a riguardo, viene data al datore di lavoro che l’ha richiesta”. Insomma, spetterà ad una seconda visita in ambulatorio accertare che la malattia del dipendente statale sia reale e non un pretesto per saltare un giorno di lavoro…(agg. di Dario D’Angelo)



DECRETO ANTI-ASSENTEISTI

Cambiano le regole per gli statali che si assentano per malattia: la riforma Madia incentiva le visite fiscali, soprattutto a ridosso del weekend o in prossimità delle feste. Rispetto a quanto ipotizzato con l’approvazione della legge Madia, la riforma per ora non modifica gli orari di reperibilità dei lavoratori che si assentano dall’ufficio. Restano di sette ore per i dipendenti delle amministrazioni pubbliche, così come avviene attualmente. Si tratta, come riportato dal Messaggero, di una retromarcia rispetto a quanto annunciato nei mesi scorsi, ma giustificato dal fatto che con la parificazione delle fasce ci sarebbe stata una riduzione delle finestre orarie per i lavoratori statali e quindi una minore incisività della disciplina dei controlli. Le ore di reperibilità restano 9-13 e dalle 15-18 per chi lavora nelle Pa centrali e negli enti territoriali. I controlli, inoltre, potranno essere reiterati, quindi il medico durante la malattia potrebbe recarsi più volte a casa del lavoratore a fargli visita, anche a distanza di poche ore nella stessa giornata. Gli accertamenti potrebbero essere selettivi per verificare se chi si assenta lo fa a ridosso del weekend o delle feste. (agg. di Silvana Palazzo)



PROTESTE, “ARRESTI DOMICILIARI”

Sta già destando polemiche la novità relativa alle visite fiscali introdotta dalla riforma Madia per cui il medico potrà controllare i dipendenti statali in malattia più di una volta al giorno. A lamentarsi della possibilità che i medici possano effettuare questi accertamenti a ripetizione è anche il reparto insegnanti. Antonino Girardi, dipendente pubblico settore scuola evoca addirittura gli “arresti domiciliari” per i lavoratori in malattia e su Orizzonte Scuola parla di “campagna mediatica contro i lavoratori pubblici definiti “fannulloni ed assenteisti”, portata avanti da anni per nascondere le gravi carenze nelle piante organiche dovuta ai blocchi dei turnover, ha creato lo scenario ideale per dar sfogo a questo ulteriore accanimento”. Infine chiede:”Che senso ha per esempio, per il lavoratore in infortunio, essere controllato dall’INPS quando già è costantemente monitorato dall’INAIL? Che senso ha signor Ministro Madia tutto questo accanimento: Oggi con la tecnologia che ci ritroviamo bastava effettuare controlli mirati sulla base della storia lavorativa delle singole persone anziché cambiare o peggiorare le regole sulle visite fiscali”. (agg. di Dario D’Angelo)



VISITE FISCALI DUE VOLTE AL GIORNO

Si preannunciano tempi dure per gli assenteisti cronici, i dipendenti che dietro la parvenza di un malessere si godono in realtà una vacanza, tranquilli che tanto la visita fiscale difficilmente arriverà. Le novità contenute all’interno della riforma Madia, che interessa 3 milioni di statali, sono infatti una dichiarazione di guerra in piena regola agli assenteisti e ai cosiddetti “furbetti del weekend”. Nel decreto numero 206/2017 firmato dal ministro della Pubblica amministrazione di concerto con il ministro del lavoro Poletti, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 29 dicembre, una delle svolte di maggiore impatto riguarda proprio le visite fiscali. A partire da oggi, infatti, le visite fiscali per gli statali in malattia potranno essere svolte anche più volte al dì ed eseguite in prossimità dei giorni festivi e di riposo settimanali. Insomma, adesso il medico può bussare più di una volta, anche a distanza di poche ore: i furbetti non dicano che non erano stati avvisati.

INCENTIVI AI MEDICI CHE CONTROLLANO

Per stimolare la categoria a collaborare con il governo nella lotta agli assenteisti, l’esecutivo ha previsto nella riforma l’inserimento di incentivi economici a quei medici che si spingeranno ad effettuare più accertamenti nelle zone d’Italia meno battute. Come riportato da TgCom24, almeno per il momento resteranno invariate, le fasce orarie di reperibilità. Questo significa che le visite fiscali potranno avvenire nell’arco di sette ore per i dipendenti pubblici (contro le 4 dei privati), e cioè dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. Quello che viene comunemente definito “obbligo di reperibilità” resterà in vigore anche nei giorni non lavorativi e festivi. Starà al dipendente comunicare preventivamente al datore di lavoro l’eventuale variazione di indirizzo durante il periodo di prognosi. Questi, a sua volta, informerà l’Inps. Prosegue dunque la politica anti-assenteisti originatasi all’indomani del famigerato Capodanno 2014/2015 in cui l’85% dei vigili di Roma rimase a casa per “malattia”.