LE PREOCCUPAZIONI PER IL RITORNO DI ELSA FORNERO

Elsa Fornero nelle ultime settimane ha rilasciato diverse interviste e dichiarazioni, nelle quali ha evidenziato che cancellare la riforma delle pensioni che porta il suo nome sarebbe molto costoso e comporterebbe sacrifici per gli italiani, specie i giovani. Secondo quanto scritto dal Corriere della Sera, l’ex ministra del Lavoro potrebbe essere candidata dalla lista +Europa di Emma Bonino alle prossime elezioni. Un’ipotesi che non sembra piacere a Walter Rizzetto. Il deputato di Fratelli d’Italia, sulla sua pagina Facebook ha infatti scritto: “Quando, pochi giorni fa, ho detto che +Europa di Emma Bonino più che un partito è una minaccia non pensavo a tanto. La (fortunatamente) ex Ministro Elsa Fornero oltre che a non entrare in Parlamento spero non si faccia vedere nemmeno più nelle frequenti ospitate televisive che fa. Spesso la (fortunatamente) ex Ministro dice di essere fuori dalla politica: bene, confermi pure il suo attuale status”.



PADOAN: PREZZO ALTISSIMO SE SI CANCELLA LA LEGGE FORNERO

Pier Carlo Padoan ha cominciato la campagna elettorale incontrando i militanti del circolo Pd dell’Esquilino a Roma. Il ministro dell’Economia ha evidenziato i risultati economici dell’Italia degli ultimi 5 anni, in deciso miglioramento, grazie alle politiche messe in atto dai Governi. “Nella prossima legislatura, già semplicemente continuare a fare quello che si è fatto fin qui darebbe risultati positivi”, ha detto. Secondo quanto riporta Reuters, l’ex economista dell’Ocse ha ribadito la sua contrarietà alla cancellazione della Legge Fornero proposta da Lega e Movimento 5 Stelle. “Bisogna avere la assoluta avvertenza di non modificare la sostenibilità a lungo termine, perché farebbe pagare un prezzo altissimo ai nostri figli e nipoti”, ha dichiarato Padoan, che si è anche espresso contro l’ipotesi di cancellare il canone Rai, spiegando che casomai si può pensare a una riduzione del suo importo, oggi pari a 90 euro all’anno.



LE PROPOSTE DI CUPERLO

C’è movimento all’interno del Partito democratico, nell’attesa di stilare le liste e il programma per le elezioni del 4 marzo. Gianni Cuperlo, aprendo i lavori dell’Assemblea nazionale di SinistraDem – CampoAperto, ha parlato anche di pensioni. “Tocca alla sinistra proporre un assegno previdenziale da assicurare come base di partenza per la carriera pensionistica di chi entra ora nel mercato del lavoro. Non una pensione di garanzia ma per chi ha 20 o 30 anni la garanzia di avere un giorno una pensione”, ha detto l’ex Presidente dei democratici secondo quanto riportato da diariodelweb.it. Cuperlo vorrebbe anche che si introducesse un salario minimo orario che sia in grado anche di rassicurare i sindacati circa il fatto che non servirà a scardinare i contratti nazionali di lavoro e delle modifiche al Jobs Act, soprattutto nella parte relativa agli indennizzi per i licenziamenti illegittimi.



LE PROPOSTE DI LIBERI E UGUALI

Liberi e Uguali ha di fronte a sé una campagna elettorale impegnativa, visto che il partito guidato da Pietro Grasso affronta le sue prime elezioni. Nel fermano Daniela Lattanzi, Serenella Lamponi ed Enrico Martini hanno organizzato un incontro di presentazione alla stampa, per spiegare anche quello che LeU intende fare per il territorio. Secondo quanto riporta cronachefermane.it, i tre hanno anche affrontato temi di politica nazionale, tra cui quelle pensioni, spiegando che “la Legge Fornero andava evitata per evitare il fenomeno degli esodati e il fatto che non si è rigenerato il mercato del lavoro. È evidente che il sistema pensionistico deve essere sostenibile, vedere chi sono i percettori di pensione. Una delle misure che andrebbe presa è porre un tetto alle pensioni. Ci sono pensioni di 93mila euro al mese”. Non è chiaro se queste dichiarazioni lasciano intravvedere una possibile convergenze con il Movimento 5 Stelle circa un intervento sulle pensioni d’oro.

LA CRITICA ALLA DIFESA DELLA LEGGE FORNERO

Elide Rossi e Alfredo Mosca difendono il programma elettorale del centrodestra, ricordando che “negli anni, comunisti, postcomunisti, cattocomunisti, hanno votato e fatto approvare ogni legge assurda, antieconomica, discriminatoria, in tema previdenziale da sbancare i conti dell’Inps. Parliamo di baby pensioni, scivoli, pensioni d’oro, vantaggi settoriali, insomma tutto ciò che ha condotto alla ‘giustificazione’ della Legge Fornero. Eppure oggi il centrosinistra difende a spada tratta l’utilità di una legge, la cosiddetta Fornero, che anziché togliere a chi prende troppo e immeritatamente, bastona i poveri cristi a un passo dalla pensione”. Sulle pagine dell’Opinione delle libertà, i due ricordano quindi che “la voragine del debito pubblico l’hanno creata i cattocomunisti” e dunque non sono credibili “quando dal pulpito attaccano il programma elettorale di Berlusconi, Salvini e Meloni”.

L’OCCASIONE PERSA DAL GOVERNO

In un lungo intervento sulle pagine del sito di Rassegna Sindacale, Michele Raitano ha evidenziato come la Legge Fornero avesse dei limiti che nel 2016 il Governo aveva deciso di cominciare ad affrontare, introducendo, per esempio, l’Ape sociale e lasciando intendere che l’anno seguente ci sarebbe stata una “fase due” con cui individuare nuove forme di flessibilità in uscita. “Il dibattito che si è succeduto nelle scorse settimane e le decisioni di policy a cui si è giunti – bloccare per un biennio per 15 categorie di lavoratori l’aumento di 5 mesi dell’età pensionabile (che rimarrà, dunque, ferma a 66 anni e 7 mesi, anziché crescere a 67 anni, come avviene invece per la generalità dei lavoratori) ed estendere ad altre 4 categorie l’accesso all’Ape sociale laddove si rispettino i requisiti relativi alla definizione della gravosità dell’occupazione – hanno rappresentato invece l’ennesima occasione persa per ragionare in modo approfondito su una questione con ricadute rilevanti, sia per gli individui che per il sistema economico italiano”, ha scritto il Professore di Politica economia alla Sapienza di Roma.

Nel suo intervento ha anche segnalato che è stata l’impostazione delle misure a essere sbagliata, dato che “ci si è limitati a stabilire esogenamente le risorse pubbliche che si potevano destinare alla definizione di regole più favorevoli e, in modo abbastanza discutibile, si è stabilito fra quali categorie di lavoratori distribuire le limitate risorse a disposizione”. Dal suo punto di vista, le misure approvate con la Legge di bilancio 2018 posso persino “condizionare in negativo il futuro percorso di riforme che intendano rispondere in maniera più adeguata alle sfide oggi sul tappeto”.

COTTARELLI CRITICA LEGA E M5S

Carlo Cottarelli torna ancora sull’ipotesi di cancellare la Legge Fornero formulata sia dal Movimento 5 Stelle che dalla Lega. In un intervento su Repubblica, l’ex commissario alla spending review spiega che “l’abolizione o l’annacquamento del dl 201/ 2011 causerebbe una maggiore spesa per pensioni per l’abbassamento dell’età di pensionamento e, forse, per un aumento del livello delle pensioni”. Dato che il Pil non crescerebbe abbastanza per contenere questo aumento, si andrebbe incontro a “maggiori tasse o tagli ad altri tipi di spesa (che già sono stati compressi negli ultimi anni visto che la spesa per pensioni è stata la parte di gran lunga più dinamica della spesa pubblica, incluso negli ultimi 10 anni). A meno di voler scaricare tutto sul debito pubblico, ancora una volta”. Su quest’ultimo punto Cottarelli evidenzia che “c’è chi pensa che il debito pubblico sia irrilevante perché, se uscissimo dall’euro, potremmo avere a disposizione risorse infinite stampando nuove lire, anche per pagare le pensioni. Magari i pensionati preferirebbero essere pagati in valuta pesante, ma non si può avere tutto. In ogni caso, se questa è l’intenzione, allora diciamolo chiaramente”.