Stando alle anticipazioni confermate dai sindacati, il Miur starebbe pensando non solo ad un nuovo atto di indirizzo da inoltrare la prossima settimana – per provare ad accelerare il rinnovo dei contratti statali – ma anche ad una serie di altre proposte da inserire nella trattativa sul comparto Scuola. Ebbene, tra i punti principali, si segnala il contratto di mobilità 2019-2020 che si dovrebbe rinnovare ogni tre anni: non solo, pare che vi sarà anche il vincolo triennale prima di poter chiedere un trasferimento in un’altra scuola. Orizzonte Scuola ha contattato Pino Turi per avere un commento sulle possibili nuove misure nel rinnovo e il risultato è comprensibilmente una forte critica al Miur: «Un contratto triennale con vincolo pone dei limiti. Irrigidirsi oggi sul contratto nazionale senza sapere cosa succederà i prossimi anni è un errore. Diventa un fatto ideologico e a noi danno fastidio divieti e blocchi». Va anche detto che di recente alcuni avvicinamenti tra il fronte sindacale e quello dell’Aran è effettivamente avvenuto e forse qualche posizione potrebbe ammorbidirsi, anche se Turi spiega ancora a Orizzonte Scuola come «abbiamo chiesto che i 200mln del bonus merito abbia un doppio passaggio: a livello nazionale e di trattativa a livello di scuola. Va capito se c’è uno scambio da fare, se c’è out out ci si irrigidisce». 



ENTI LOCALI, FIRMA RINNOVO A BREVE?

Mentre per Scuola e Forze dell’Ordine il rinnovo del contratto statale continua ad essere un punto piuttosto complesso e ostico da raggiungere, per gli Enti Locali la strada sempre “leggermente” più spianata per i tecnici della Pubblica Amministrazione, almeno stando a quanto affermato dal sindaco di Chieti e delegato Anci al Personale e Presidente del Comitato di settore Autonomie locali. Secondo Umberto Di Primio il comitato di settore, l’Aran e i sindacati al lavoro da anni per rilanciare gli aumenti stipendiali, «devono far progredire le trattative per giungere rapidamente dalla firma del contratto», anche per recuperare il gap determinato da un blocco contrattuale protratto per troppi anni. Non solo, secondo Di Primio è doveroso riconoscere «al nostro personale gli incrementi retributivi, ma dobbiamo approfittare di questa occasione – sottolinea ancora il sindaco di Chieti – anche per mettere mano ad un quadro di norme contrattuali ormai non più attuale. Per quanto ci riguarda rimane aperto il nodo fondamentale delle risorse: in occasione della legge di Bilancio abbiamo chiesto al Governo risorse aggiuntive per i Comuni e soprattutto di rendere più flessibili le regole della contabilità armonizzata per consentirci di coprire gli oneri dei rinnovi contrattuali». È una esigenza che rimane comunque stabile per il comparto di Enti Locali che sottolinea una volta di più l’impatto dei nuovi rinnovi contrattuali che potrebbero risultare insostenibili per i bilanci: «non è stata accolta la nostra richiesta di neutralizzare le risorse ai fini del rispetto del saldo. C’è un problema che chiediamo al Governo di risolvere. Non deve assolutamente ricadere sui bilanci comunali alcun onere aggiuntivo per compensare il bonus fiscale 80 euro che va integrato con risorse statali», conclude il Presidente del Comitato di settore Autonomie locali.



COMPARTI CENTRALI: OK RINNOVO DA RAGIONERIA DI STATO

La Ragioneria di Stato ha dato il suo personale via libera al rinnovo dei contratti statali per circa 240mila lavoratori (enti centrali, Comparto Pa per Ministeri e istituzioni): ora mancano “solo” gli ok del Mef e della Corte dei Conti ma sarebbero delle formalità visto l’appoggio del Governo intenzionato a far scattare gli aumenti stipendiali già nella busta paga di febbraio. Se così non fosse, per motivi di scadenze burocratiche, comunque da marzo l’aumento stipendiali per quei comparti si avrà senza alcun dubbio. 85 euro medi di incremento lordo, come stabilito a Palazzo Vidoni più di un anno fa e dipendenti pubblici interessati che dopo 8 anni vedranno finalmente avversarsi la promessa: ancora dura invece la strada per Scuola, Sanità ed Enti Locali con solo questi ultimi che hanno più possibilità di vedere concretizzarsi il rinnovo nel giro, forse, di qualche settimana. Per i comparti centrali invece, assicura Tecnica della Scuola, «il disco verde dell’esecutivo potrebbe però arrivare a breve, con un passaggio in Consiglio dei ministri forse già venerdì 19 gennaio». 



I CONTI SUL CONTRATTO SCUOLA

Gli aumenti degli stipendi per tutti gli statali che ancora attendono il rinnovo dopo il principio avvenuto – pur con qualche problema di troppo a fine dicembre per i reparti ministeriali della Pa centrale – si vedranno snocciolare nelle prossime settimane, come raccontato qualche riga più sotto. In termini di costi particolari, la retribuzione dovrebbe crescere in media del 3,48% che potrebbe tradursi, per le quote più basse, in un aumento effettivo de 59 euro lordi al mese. Sul fronte delle forze armate e di sicurezza invece, la vicenda degli aumenti, è di minore complessa rispetto alla Scuola dove ancora si attendono giorni di “fuoco” tra sindacati, Miur e Aran: «Numeri e tabelle non sono ancora arrivati sul tavolo, anche perché l’Aran attende le decisioni ministeriali sulla possibilità di destinare al contratto almeno una parte delle risorse messe in campo dalla legge sulla «buona scuola» per il «merito»?(200 milioni) e la «formazione», spiega il Sole24 ore nelle sue anticipazioni questa mattina.

CONTRATTI STATALI, MANOVRA APRE AGLI AUMENTI, MA…

La Manovra Economica approvata e in via di stabilizzazione per i prossimi mesi è molto chiara sul nodo-statali: il rinnovo dei contratti e l’aumento degli stipendi è garantito per legge e attivo già da questo 2018 appena cominciato. Sono stanziate infatti le risorse per avviare il rinnovo nel pubblico impiego dopo anni di proteste e immobilismo: a fine 2017 la firma finale del comparto Pa centrale ha messo un punto importante, ma per Scuola e Sanità i dubbi e le difficoltà sono ancora quasi completamente sul tavolo e le trame tra Aran, sindacati e Pa andranno avanti ancora per molte settimane a venire. Per le sigle nazionali, il Governo deve garantire meglio e con più chiarezza le cifre “in ballo” visto che finora le promesse sono rimaste tali e ad oggi non vi sono dinamiche “esatte” per i comparti Scuola e Sanità. Da ultimo, la legge di bilancio affronta il trattamento retributivo dei dirigenti scolastici a quello degli altri dirigenti statali: da questo punto di vista, almeno qui, l’accordo è siglato con 50 milioni nel 2018 e altri 150 milioni l’anno dal 2019 per aprire la strada alla stabilizzazione di 18mila insegnanti precari.