GENTILONI: NON È IL TEMPO DELLE CICALE
Matteo Renzi ieri ha annunciato che Paolo Gentiloni e i ministri del Pd saranno candidati alle elezioni del 4 marzo. Il Premier deve essere quindi entrato nella modalità “campagna elettorale” quando questa mattina, intervenendo all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Luiss Guido Carli, ha detto: “Non è il momento di scardinare i pilastri del nostro sistema, da quello pensionistico a quello fiscale. Non è il tempo delle cicale, ma è il tempo della competenza e dell’investimento sul futuro”. Di fatto Gentiloni ha criticato le proposte politiche degli avversari del Pd, in particolare del centrodestra, potendosi trovare nelle sue parole riferimenti sia alla flat tax che agli interventi sul sistema previdenziali promessi da Lega e Forza Italia. Va anche detto che il Premier parlava all’Università legata a Confindustria, che si è sempre espressa contro modifiche all’attuale sistema pensionistico.
I RISCHI RITARDI PER I DECRETI
Non manca molto all’appuntamento con le urne in Italia, ma ci sono diversi provvedimenti che vanno completati dall’attuale governo in tempi brevi. Repubblica, per esempio, ricorda che entro fine mese il ministero del Lavoro dovrebbe approvare il decreto per allargare da 11 a 15 le categorie di lavori gravosi che oltre all’accesso all’Ape social si vedrebbero garantita l’esenzione dall’aumento dei requisiti pensionistici in base all’aspettativa di vita previsto a partire dal 2019. “Ma si tratta di un termine ‘ordinatorio’ e non ‘perentorio’, ossia non ci sono sanzioni in caso di inosservanza. E sempre sulle pensioni, sono attesi due decreti di Palazzo Chigi per spiegare che cosa si intende per gravosità dei lavori e per distinguere la spesa previdenziale da quella assistenziale”, scrive il quotidiano romano. Insomma, potrebbero esserci quei ritardi già visti in occasione dell’Ape.
DAMIANO DIFENDE ELSA FORNERO
Secondo Cesare Damiano, “Elsa Fornero fa bene a dire che ‘parlare della abolizione della mia legge sulle pensioni è un inganno’”, visto che la riforma delle pensioni del 2011 è già stata cambiata. Per l’ex ministro del Lavoro “anche Salvini dovrebbe rendersene conto: pragmaticamente potrebbe sostenere la necessità di proseguire sulla strada già imboccata nel corso dell’ultima legislatura”. In questo senso ha quindi ribadito che occorre rendere strutturale l’Ape social, allargando anche la platea dei lavori gravosi, che vengono anche esentati dall’aumento dei requisiti pensionistici in base all’aspettativa di vita. Inoltre, andrebbe varata la nona salvaguardia per risolvere definitivamente il problema esodati. “In questo modo completiamo l’opera senza la necessità di avere coperture finanziarie impossibili da trovare e senza il bisogno di fare inutili proclami”, ha aggiunto.
MONTI AI POLITICI: ABROGHINO LA LEGGE FORNERO
Mario Monti è tornato in televisione e ha attaccato duramente la classe politica italiana, che in questa campagna elettorale starebbe mostrando la propria “irresponsabilità”. L’ex Premier, intervenuto a diMartedì, ha anche detto: “Abroghino la legge Fornero. Lo facciano. Sono 5 anni che spiriti più o meno giulivi dicono che si è inutilmente colpita l’economia e la società italiana con la legge Fornero”. Secondo quanto riportato da Adnkronos, il Senatore a vita ha attaccato i politici, dicendo: “Ciarlatani nel loro insieme si stanno indirizzando a noi nella campagna elettorale e che meriterebbero solo una cosa, dato l’atteggiamento irresponsabile, che noi cittadini ci rifiutassimo di andare a votare. Questo è un atteggiamento che non consiglio, ma questa sarebbe la reazione di un popolo che sente la propria maturità assolutamente non riconosciuta da imbonitori di varia coloritura”.
EMMOTT: IN ITALIA ETÀ PENSIONABILE TROPPO BASSA
In un articolo pubblicato su La Stampa, Bill Emmott, ex direttore de L’Economist, ha fatto un punto sulla campagna elettorale italiana, dedicando alcune righe anche al dibattito sulle pensioni. “Berlusconi sembra Trump quando parla di modificare la legge Fornero del 2012. Ma questo è l’opposto di ciò che serve a un Paese che per le pensioni pubbliche spende, in percentuale sul Pil, più soldi dei contribuenti (il 16%) di qualsiasi altra grande nazione europea, e cioè quattro volte di più che per l’istruzione e la formazione. L’età pensionabile è troppo bassa, non troppo alta: il 76% degli svedesi di età compresa tra i 55 e i 64 anni è in attività rispetto al 52% degli italiani (e al 51% dei francesi)”, ha scritto Emmotti, secondo cui “promettere una politica pensionistica così sconsiderata e generosa significa minare la credibilità dell’imposta sul reddito forfettaria; promettere uno scontro con Bruxelles sulla politica fiscale significa minare la credibilità delle promesse di un’assistenza sociale in stile scandinavo”.
DI BATTISTA: TAGLIEREMO LE PENSIONI DAI 5.000 EURO IN SU
Alessandro Di Battista non si ricandiderà alle elezioni del 4 marzo, ma è comunque impegnato nella campagna elettorale del Movimento 5 Stelle. Ieri ha partecipato alla trasmissione “Dalla vostra parte” di Maurizio Belpietro e, secondo quanto riporta Adnkronos, ha detto: “Taglieremo le pensioni dai cinque mila euro in su. Se si vuole, i soldi si possono trovare. Il punto è provare ad aggredire la corruzione per poi investire nei settori in cui c’è maggiormente bisogno. Parlo di una manovra economica che consenta di far rimettere in circolo dei denari, far sì che le persone che ne hanno maggiormente bisogno possano campare in maniera dignitosa perché se l’Istat certifica a 780 euro la soglia di povertà per me è intollerabile che un paese nel 2018 consenta a milioni di cittadini di vivere al di sotto di quella soglia”. Dunque resta confermata la proposta dei pentastellati: un reddito di cittadinanza, che alzerebbe le pensioni minime, da finanziare anche con un taglio di quelle più alte.
LE PAROLE DI ELSA FORNERO
Elsa Fornero è stata ospite di Radio Cusano Campus, dov’è tornata a commentare le promesse di cancellazione della riforma delle pensioni che porta il suo nome entrate nella campagna elettorale. “Parlare dell’abolizione della Legge Fornero è un inganno. Si parla di cose buttate nel dibattito la cui concreta possibilità è vicina allo zero”, ha detto l’ex ministra del Lavoro, spiegando che Matteo Salvini “gioca in maniera disinvolta con le parole, neanche lui ci crede che sarà possibile abolire la legge, mettendosi insieme a Berlusconi mette le mani avanti. Potranno fare qualche piccolo aggiustamento, ma abolirla non è possibile”. Questo non solo per una questione contabile, ma si tratta di “una questione di economia reale, di società. Nessuno parla di demografia. Tutti quelli che dicono di abolirla non tengono conto che la demografia ci dice che tra qualche anno mancheranno le forze di lavoro e che siamo ancora un Paese in cui la gente va in pensione in età effettiva più bassa rispetto alla media europea. Bisogna lasciare che le persone in età non più giovane, che stiano bene fisicamente e in un buona salute, possano continuare a lavorare”.
Elsa Fornero è poi tornata alla fine del 2011, quando “ho preparato una riforma in 20 giorni, con una pressione di chi diceva che bisognava fare di più, perché i nostri conti erano disastrati e avevamo il rischio di trovarci in una situazione finanziaria con qualcuno che arrivava da fuori e ci diceva cosa fare”. Infine, ha detto che a oggi voterebbe la lista di Emma Bonino, e ha espresso l’auspicio che l’elettorato di centrodestra scelga Silvio Berlusconi e non i suoi alleati.
ESODATI, RICHIESTA NONA SALVAGUARDIA DA RUBIU
Il Governo Gentiloni, con la Legge di bilancio 2018, non ha varato un nuovo intervento a favore degli esodati che sono rimasti esclusi dagli otto provvedimenti di salvaguardia che si sono susseguiti negli anni dopo la Legge Fornero. Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc al Consiglio regionale della Sardegna, ha chiesto quindi che il “presidente Pigliaru e l’assessore al Lavoro promuovano un intervento immediato nei confronti del Governo per il varo della nona salvaguardia”. Secondo quanto riporta alguer.it, il consigliere regionale ha evidenziato che sono 6.000 gli esodati che rischiano di restare beffati. “Per questo auspichiamo che la Giunta si faccia parte attiva per un intervento presso il Governo per un’ulteriore salvaguardia”, ha aggiunto Rubiu, spiegando che molti cittadini sardi in difficoltà ne trarrebbero giovamento.
LE PROPOSTE DI CIDA AI PARTITI
Giorgio Ambrogioni, Presidente di Cida, la confederazione di quadri, dirigenti e alte professionalità del pubblico e del privato, non nasconde una certa delusione per i programmi elettorali dei partiti, ricchi di slogan e promesse di corto respiro, che riguardano anche il tema delle pensioni, “diventate terra di scorribande e razzie, senza uno ‘sceriffo’ che mantenga il rispetto dei diritti e la tutela dei più deboli”. Ambrogioni, parlando con Labitalia, ha quindi spiegato che Cida ha deciso di proporre ai partiti un confronto a partire da un documento di politica economica da lei stessa elaborato. “Chiediamo ai partiti di condividerlo e, magari, di farlo proprio, di prenderne ispirazione per i propri programmi. Cida lo ha inviato a tutti e a tutti chiede un confronto nel merito delle proposte. Per i partiti può essere l’occasione per uscire dal mondo degli slogan e calarsi in quello reale del lavoro, della produzione, dello sviluppo”, ha aggiunto.