RIZZO CONTRO GENTILONI: LEGGE FORNERO VA ABOLITA

Marco Rizzo non ha gradito affatto le parole di Paolo Gentiloni a difesa dell’attuale sistema pensionistico. “Gentiloni parla nell’università di Confindustria, e non a caso dice che i “pilastri” del sistema pensionistico e fiscale vanno preservati. Ma questo significa preservare un sistema pensionistico in cui si va in pensione a 67 anni mentre i giovani sono disoccupati”, ha dichiarato il Segretario generale del Partito comunista. Rizzo, nella nota riportata da romadailynews.it, evidenzia che “l’80% del gettito fiscale viene dai redditi da lavoro, ma i soldi sono usati per salvare banche e risanare imprese che restano private, trasferendo di fatto ricchezza dal basso verso l’alto. Oggi sono proprio questi pilastri che vanno scardinati. Abolire la legge Fornero, ristabilire il criterio di progressività delle imposte che viene sempre più abbandonato. Tassare i grandi patrimoni e stabilire una web tax al 20%, altrimenti è un grande regalo ai colossi del web che oggi pagano pochi spiccioli rispetto ad artigiani e piccoli commercianti”.



I TIMORI DEI PRECOCI SULLA PROPOSTA DELLA LEGA

Nonostante voglia cancellare la Legge Fornero, c’è chi non condivide le idee di Matteo Salvini sulle pensioni, nonostante sia stato penalizzato dalla riforma del 2011. Tra i lavoratori precoci c’è infatti chi fa notare che la Lega vuole creare un sistema pensionistico completamente contributivo. Quindi ci sarebbe sì la Quota 41 che permetterebbe ai precoci di andare in pensione dopo 41 anni di lavoro senza aspettare i tempi previsti dall’attuale normativa, tuttavia l’assegno che si andrebbe a incassare, a quel che sembra dalle dichiarazioni di Salvini, sarebbe calcolato con il sistema contributivo e dunque c’è il rischio di perdere una cifra consistente rispetto al calcolo attuale (misto retributivo/contributivo). Bisognerà probabilmente attendere maggiori dettagli sulle proposte elettorali per avere una conferma sulla fondatezza o meno di questo timore.



SALVINI APRE A TESTO UNICO SULLE PENSIONI

Matteo Salvini è tornato a ribadire la necessità di cancellare la Legge Fornero, insistendo quindi su uno dei punti caratterizzanti del programma elettorale della Lega. “Dopo 41 anni di lavoro, devono andare tutti in pensione. Costringere a lavorare fino a 66 anni è una follia, anche perché quando ci lamentiamo che i giovani vanno all’estero è ovvio perché se ci sono quelli inchiodati al lavoro fino ai 66 anni loro non entrano”, ha detto il leader della Lega ospite a Dalla vostra parte, la trasmissione di Rete 4. Secondo quanto riporta italiachiamaitalia.it, il leader del Carroccio ha anche evidenziato che alcuni aspetti dell’attuale sistema pensionistico potrebbero essere mantenuti confluendo in un “testo unico” sulle pensioni, incentrato basato sul metodo contributivo, che la Lega condivide. In questo modo si andrebbero a eliminare alcune parte della Legge Fornero, come aveva annunciato Silvio Berlusconi.



INPS: IN AUMENTO LE PENSIONI LIQUIDATE

Secondo i dati diffusi dall’Inps, le nuove pensioni liquidate nel 2017 hanno avuto un importo medio pari a 1.039 euro al mese, con un aumento del 7% rispetto ai 970 euro del 2016. Le nuove pensioni sono state 516.000, con un incremento del 6% rispetto alle 486.000 dell’anno precedente. In particolare sono cresciute le pensioni di vecchiaia (+30.000) e di anzianità (+20.000), mentre sono scese quelle di invalidità e reversibilità. Ad avere le pensioni più alte sono stati i lavoratori dipendenti (1.293 euro), seguiti dagli artigiani (1.009 euro). La pensione media dei parasubordinati è stata invece di 221 euro. Nel 2017 sono cresciuti i percettori di assegni superiori ai 3.000 euro al mese (+4.026), mentre sono diminuite le pensioni sotto i 500 euro e quelle tra i 500 e i 1.000 euro. Resta il dato di quasi 158.000 nuove pensioni con un importo mensile fino a 1.000 euro.

CUMULO CONTRIBUTIVO PER I PROFESSIONISTI VERSO SBLOCCO

Sembra che presto potrebbero esserci novità sul cumulo contributivo gratuito per i professionisti. Nonostante, infatti, la circolare Inps dell’ottobre scorso, ancora per molti lavoratori non è possibile usufruire di questa innovazione della Legge di bilancio 2017 che potrebbe avvicinare l’ingresso in quiescenza, per alcuni fondamentale visto che sono disoccupati. Secondo quanto scrive Il Messaggero, infatti, martedì è in programma un incontro tra l’Inps e le casse che potrebbe essere decisivo per sbloccare la situazione. Il quotidiano romano cita anche il Presidente del comitato “Cumulo e casse professionali”, Marco Nicoletti, il quale auspica una soluzione alla vicenda, soprattutto per “i colleghi che sono rimasti senza reddito”. Il comitato stime che nel 2018 potrebbero essere ben 10.000 i professionisti a utilizzare il cumulo contributivo.

LE PAROLE DI GIULIANO POLETTI

Giuliano Poletti ha già detto che non intende candidarsi alle elezioni politiche del 4 marzo. Tuttavia, come altri ministri, non sta rinunciando alla campagna elettorale, anche per ricordare quanto è già stato fatto in questa legislatura in tema di pensioni. Su questo fronte, dal suo punto di vista, “sono state fatte cose importanti, nella Legge di bilancio dello scorso anno abbiamo messo 7 miliardi per intervenire su cumulo, Ape sociale e altro. La direzione è questa”. Il ministro del Lavoro, ospite dell’ultima puntata della trasmissione diMartedì, ha anche evidenziato che la Legge Fornero “è rigida, lo dimostrano le otto salvaguardie che abbiamo dovuto fare. Ed è un blocco che non si riesce a scalfire. Noi abbiamo cominciato a cambiarla attraverso questi interventi. La direzione è quella giusta, si può fare di più e meglio in questa direzione, rendendola più flessibile”. Dunque, pensare di cancellare la riforma delle pensioni del 2011 è sbagliato, perché “è stata un intervento di politica finanziaria riferita a come tenere in equilibrio i conti dello Stato”.

Secondo quanto riporta Askanews, Poletti ha sottolineato che “bisognerebbe sempre ricordare che siamo arrivati a quel punto perché c’era un governo presieduto da Silvio Berlusconi e bisogna ricordare che c’è una dimensione economica che oggi non è possibile immaginare di risolvere senza trovare delle coperture, perché altrimenti rischieremmo di far saltare in aria un’altra volta i conti pubblici. Siamo in campagna elettorale e mi sembra, come dire, che si legano i cani con le salsicce. Non mi pare una buona soluzione”.

ESODATI, DAMIANO E I DUBBI SULLA NONA SALVAGUARDIA

Le ultime dichiarazioni di Cesare Damiano, ripetute anche in televisione, fanno ben sperare gli esodati ancora privi di salvaguardia. L’ex ministro del Lavoro ha infatti di sostenere la necessità di una nona salvaguardia. Cosa che potrà essere eventualmente realizzata nella prossima legislatura. Anche se resta da chiedersi come mai questo provvedimento non sia stato approvato con l’ultima Legge di bilancio e se tutto il Partito democratico condivide la tesi di Damiano. Probabilmente quando ci sarà la stesura definitiva del programma elettorale si capirà se il partito di Matteo Renzi intende presentarsi agli elettori proponendo questo intervento nell’ambito delle politiche previdenziali o se invece quella di Damiano resterà una battaglia che bisognerà portare avanti con non poche difficoltà, sebbene si possa trovare la convergenza di altre forze politiche.