Con il via libera del Consiglio dei Ministri gli aumenti dei contratti per i comparti “centrali” saranno effettivi già da marzo e ora si tende a raggiungere lo stesso scopo in Aran anche per Scuola e Sanità, anche se la strada è decisamente più impervia. Intanto, un risultato per il Governo è stato raggiunto: a pochi giorni dalle Elezioni del 4 marzo arriveranno in busta paga il “tesoretto” degli arretrati per 270mila statali: questi conguagli sono spiegati dal fatto che il rinnovo del contratto va a coprire tutto il triennio 2016-2018 e quindi tutte quelle mensilità passate e finora non coperte dall’aumento stipendiale fissato in Pubblica Amministrazione. Si tratta di 370 euro delle fascia retributiva più bassa per arrivare ai 712 di quella più alta: un bel ‘tesoretto’ appunto che se i prossimi passi vanno tutti in porto, si concretizzerà poco prima delle urne, con un buon ritorno di immagine probabile per il governo di centrosinistra.
CDM, “VIA LIBERA A RINNOVO STATALI”
L’ultimo Consiglio dei Ministri appena concluso ha dato finalmente il via libera all’accordo sui contratti statali per il rinnovo in toto, il ripristino degli aumenti e l’atteso aumento degli stipendi dei vari dipendenti statali. Il Cdm ha dato perciò vi libera all’intesa siglata lo scorso 23 dicembre tra Aran e sindacati per il rinnovo completo del comparto “centrale” (dipendenti della pubblica amministrazione centrale: ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici «non economici» come l’Enac, l’Inps o il Cnel) in attesa del vaglio ultimo, una formalità, dalla Corte dei Conti nei prossimi giorni. Manca ovviamente ora tutte le restanti parti della Pa, le più spinose come quelle di Scuola, Sanità ed Enti Locali: intanto però festeggiano i 270mila dipendenti in question, con l’aumento di 85 euro lordi garantito da marzo 2018. «Ci sono anche gli arretrati: dai 370euro della fascia più bassa ai 712 della più alta (media 492). Se si va spediti l’una tantum dotrebbe arrivare a febbraio, anticipando così di pochi giorni l’appuntamento del voto», sottolinea il Sole 24 ore poco fa. Qui sotto invece il primo commento del ministro Pa, Marianna Madia, dopo la firma in Consiglio dei Ministri.
Dopo il CDM di oggi via libera al pagamento degli arretrati e degli aumenti previsti dal nuovo #contratto per la #PA centrale. #RiformaPA
— Marianna Madia (@mariannamadia) 19 gennaio 2018
RINNOVO PRONTO PER LE ELEZIONI?
Se per il comparto centrale il rinnovo dei contratti statali prosegue spedito, non si può dire lo stesso per Scuola e Sanità: le trattative in corso sono sempre più complesse e l’impressione è che in Aran non si arriverà tanto presto ad una firma come quella invece vista a fine 2017 appena dopo Natale. Dopo gli ultimissimi incontri avuti con i sindacati, lo stallo è calato sul rinnovo dei dipendenti scolastici: i finanziamenti di copertura della Manovra ancora tardano ad essere confermati ma soprattutto l’Aran starebbe provando la rischiosa proposta di alcune norme che di fatto porterebbero nuove sanzioni per il personale dovente con maggior facilità e immediatezza. L’agenzia che rappresenta il Governo nelle trattative sugli statali vorrebbe in sostanza far lavorare i docenti su più “fronti” per sfruttare al meglio le varie possibilità in uno stato di permanente crisi e buchi in organico, senza però prevedere particolari compensi aggiuntivi. Come prevedibile i sindacati si sono impuntati e al momento lo stallo è massimo sul tavolo delle trattative.
GLI AUMENTI PA IN TEMPO PER LE ELEZIONI
In un approfondimento uscito sul Sole 24 della domenica, Gianni Trovati analizzava la possibilità concreta che il rinnovo dei contratti statali in Pubblica Amministrazione potranno avere vita propria e effettivo inizio prima delle elezioni, portando così a termine il “progetto” del governo di aumentare oltre agli stipendi anche qualche consenso per il centrosinistra non proprio in piena forma finora. «Sono 2,8 milioni, invece, le persone che lavorano negli altri settori del pubblico impiego: e le trattative che li riguardano entrano nel vivo da domani (oggi)», spiega il collega del Sole facendo riferimento agli aumenti per Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco, Polizia e ovviamente anche Scuola e Sanità. Ecco allora qualche ulteriore anticipazioni redatta dal quotidiano economico e che si affaccia ai giorni delicati e importanti che seguiranno nelle prossime settimane: «c’è un aumento medio di base che è lineare, uguale per tutti, e porta a far crescere la retribuzione complessiva del 3,48 per cento. La sua traduzione in euro, quindi, dipende dalla base di partenza: quella più bassa è rappresentata dal personale tecnico delle scuole, che con uno stipendio medio effettivo calcolato dall’Aran a 22.186 euro prospetta un aumento lordo da 59 euro lordi al mese. Per gli insegnanti il livello di riferimento si colloca invece a 75 euro, cifra analoga a quella attesa dal personale di Regioni ed enti locali».