Rinnovo dei contratti statali, ora tocca al comparto scuola. La proposta dell’Aran sta prendendo però una forma che non convince i sindacati, in particolare Anief. Per i docenti aumenterebbero gli obblighi, e non di poco. Oltre alle ore frontali di cattedrale e a tutte le attività funzionali all’insegnamento, come preparazione delle lezioni e correzioni dei compiti, si aggiungerebbero il tutoraggio per le attività di alternanza scuola-lavoro e la formazione in servizio. Ma diventano obbligatori anche altri due gruppi di attività: potenziamento dell’offerta formativa e quelle organizzative e amministrative. Una serie di attività extra-istituzionali che al momento sono volontarie, diventerebbero obbligatorio. E su questo aspetto, stando a quanto riportato da La Repubblica, i sindacati sono pronti a dar battaglia ed eventualmente a far naufragare la trattativa. «Non bastavano gli aumenti di stipendio miserevoli… I tavoli contrattuali servono per migliorare le norme, non per introdurre quelle di cui nessuno sente il bisogno», ha dichiarato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, il quale ha confermato l’intenzione di scioperare. «Due volte: a fine mese e a febbraio». (agg. di Silvana Palazzo)



INTESA SU AUMENTI E ARRETRATI, MADIA: “ORA SCUOLA E SANITÀ”

Nuovo contratto per gli statali: è arrivato il via libera dal Consiglio dei ministri all’accordo del 23 dicembre tra i sindacati e l’Aran, l’agenzia che rappresenta il governo nelle trattative. Per l’ok definitivo bisognerà aspettare la Corte dei Conti: se in questo passaggio non ci saranno intoppi, gli arretrati potrebbero arrivare già nella busta paga di febbraio. «L’auspicio, anche se ci sono dei passaggi formali, è che, sì, avvenga il prima possibile», ha dichiarato Marianna Madia, ministro per la Pa, al Giornale Radio Rai. Modulati in base alla qualifica, vanno dai 370 euro della fascia più bassa ai 712 della più alta, per una media di 492 euro. Lo scatto contrattuale di 85 euro medi potrebbe invece partire da marzo. Gli arretrati sono legati al fatto che il rinnovo contrattuale copre tutto il triennio 2016-2018. Dopo il Consiglio dei ministri, l’Aran girerà il contratto alla Corte dei Conti, che deve certificare anche la compatibilità dei costi. Il via libera definitivo dovrebbe arrivare entro quindici giorni, quindi le parti dovranno poi darsi nuovo appuntamento per sottoscrivere definitivamente l’intesa. Da quel giorno il contratto sarà poi efficace. 



CONTRATTI STATALI, LE PROSSIME TAPPE

La lunga trafila tecnica non finisce qui, perché poi la Ragioneria dovrà preparare i verdolini e caricare i soldi sulle buste paga. La macchina si è già messa in moto, ma la messa in pagamento di solito avviene ai primi del mese per arrivare alla fine nelle tasche dei lavoratori. Insomma, i tempi sono stretti. Queste le novità per 270mila statali “puri”, cioè quei dipendenti della pubblica amministrazione centrale (ministeri, agenzie fiscali e parastato), mentre gli altri tre comparti che completano il pubblico impiego sono invece in piena trattativa. L’accordo, siglato nella notte dell’antivigilia di Natale, aveva fissato la linea che sarà seguita anche per gli altri comparti, dalla sanità alla scuola passando per gli enti territoriali. Ed evidenzia il compito principale dei nuovi contratti: recuperare almeno in parte il tempo perduto con gli otto anni di blocco, rinviando al futuro le sfide più complicate, come l’allineamento degli stipendi tra vecchi comparti confluiti sotto un’unica etichetta. «Stiamo lavorando ininterrottamente – ha assicurato Madia al Giornale Radio Rai – l’Aran non si è mai fermata, in particolare sta lavorando molto sul comparto conoscenza che ha dentro la scuola. Spero, come ha già detto anche la Ministra Fedeli, che si arrivi a breve rinnovo per questo comparto. E poi stiamo lavorando su enti locali e sanità ma anche su tutti i non contrattualizzati».

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