OPZIONE DONNA, CHIESTA PROROGA A BRUNETTA

Il Movimento Opzione donna ha scritto a Renato Brunetta, che ha curato il programma economico di Forza Italia (e di conseguenza del centrodestra) per chiedere che, qualunque sia la decisione finale sulla cancellazione della Legge Fornero, si intervenga con urgenza e priorità sulla situazione previdenziale delle donne. “La questione della previdenza femminile è divenuto un tema urgente da affrontare per l’assurda condanna decretata nei confronti delle donne dalla riforma Fornero e per la successiva colpevole scelta di inerzia e l’ulteriore danno procurato ad esse negli ultimi anni dal governo uscente”, si legge nel messaggio pubblicato sulla pagina Facebook del Movimento. E viene quindi ricordato che Opzione donna sarebbe la soluzione ottimale, capace anche di far risparmiare lo Stato. Per questo il Movimento chiede che nel programma elettorale del centrodestra venga inserita la proroga di Opzione donna. 



LE SPERANZE DI DAMIANO

Ieri l’Inps ha comunicato i dati relativi alle pensioni liquidate lo scorso anno, dai quali emerge un incremento sia del numero delle stesse che dell’importo medio. Cesare Damiano, in particolare, ha evidenziato che “si registra un aumento del 6% di quelle liquidate nel 2017 e un balzo degli assegni sociali del 18%. Aumenta anche la media degli assegni che salgono del 7%, a quota 1.039 euro”. Numeri che fanno emergere quanto siano stati positivi gli interventi messi in campo nel corso della legislatura ormai chiusa. “Sulla previdenza, negli ultimi 5 anni, sono stati fatti interventi importanti: bisogna continuare sulla strada tracciata”, ha infatti sottolineato l’ex ministro del Lavoro, il quale si augura “che nel programma del Pd ci sia, tra le altre cose, la proposta di rendere strutturale l’Ape, di prevedere la nona e conclusiva salvaguardia degli esodati e la prosecuzione della sperimentazione di Opzione Donna”.



RE DAVID: SU PENSIONI SI È FATTA CASSA

La Fiom è oggi in piazza con Fim e Uilm a Milano per chiedere più sicurezza sul lavoro dopo il tragico incidente avvenuta alla Lamina. Sarà presente anche Francesca Re David, che ha anche rilasciato un’intervista al Manifesto in cui ha parlato di campagna elettorale e pensioni. La Segretaria generale della Fiom-Cgil ha detto che “il mondo del lavoro non si sente rappresentato ormai da molto tempo, ed è un problema enorme perché le leggi sul lavoro le fa il Parlamento. Negli ultimi anni su lavoro e pensioni si è fatta cassa in assenza di politiche industriali, e la legislazione ha aumentato la precarietà. La Cgil ha avuto il merito di riportare le pensioni al centro già mesi fa, al di là dei risultati ottenuti al tavolo con il governo, e poi con i referendum abbiamo acceso un faro sui voucher e i nuovi precari. La nostra impostazione rimane quella della Carta dei diritti universali del lavoro, ci impegniamo perché sia realizzata”.



LE PAROLE DI GIANNI GEROLDI

Non c’è dubbio che l’inserimento della cancellazione della Legge Fornero nel programma elettorale di Lega e Movimento 5 Stelle sia stata una delle notizie principali delle ultime settimane, su cui non sono mancati commenti e prese di posizione. L’economista Gianni Geroldi ha voluto ricordare che abolire la riforma delle pensioni del 2011 è impossibile, “perché bisognerebbe trovare una copertura finanziaria di dimensioni insostenibili”. Intervistato da Labitalia, l’ex consigliere di diversi ministri del Lavoro ha spiegato che “quando si parla di pensioni il costo da calcolare di un’eventuale revisione o abolizione del sistema in vigore, non è mai solo quello dell’anno corrente, ma quello dato dalla sommatoria di anni”. Inoltre, ha evidenziato che “la legge Fornero è stata varata in un momento di emergenza e sotto la spinta di pressioni internazionali, per questo è una misura rigida che però ha già cominciato a essere resa più flessibile, come dimostra l’accordo siglato dal governo Gentiloni coi sindacati sulle categorie che non saranno soggetto all’adeguamento automatico dell’età di pensione all’aspettativa di vita”.

L’economista ha aggiunto che a suo parere “su questa strada, di rendere meno rigide le regole di uscita, si stiano avviando anche Pier Carlo Padoan e alcune dichiarazioni della stessa Fornero”. Geroldi non ha però nascosto che con un sistema che piano piano diventerà sempre più solo contributivo, “l’età anagrafica avrà importanza solo ai fini dell’adeguatezza dell’assegno pensionistico”. e quindi occorre “andare avanti nella strada di individuare categorie cui dare l’opportunità di essere ‘flessibili’”.

VITALIZI, NUOVO TAGLIO IN VISTA IN VENETO

La Legge di bilancio 2018 ha lasciato delusi quanti speravano in interventi più decisi in tema di pensioni. Ma a provocare maggior malessere verso la classe politica nei cittadini è stata la notizia che il ddl Richetti non è stato discusso in Senato e che in molte regioni è scaduto il taglio triennale dei vitalizi, tornati quindi ai livelli precedenti il 2014. Di fatto, proprio in un anno elettorale, gli ex politici si ritrovano ad avere pensioni più consistenti. Il Consiglio regionale del Veneto si appresta però a varare il rinnovo del taglio per altri tre anni. Il Corriere Veneto scrive infatti che in prima commissione è stata approvata la proposta con voto contrario del Movimento 5 Stelle, che chiede l’abolizione retroattiva. Si stima che la Regione risparmierà così circa 900.000 euro l’anno. Ora non resta che attendere il voto dell’aula sul provvedimento.