Discutendo al tavolo sindacati-Scuola, pare che l’Aran abbia proposto nella bozza di rinnovo contratti una clausola particolare che non sarebbe per nulla piaciuta alle sigle che rappresentano i docenti e dipendenti del largo comparto Miur. In particolare, segnala La Tecnica della Scuola, sembra che ai sindacati sia stata consegnata una novità peggiorativa per quanto riguarda le modalità di assegnazione dei giorni di permesso annui, rivista al ribasso. Questa, unita alle critiche sull’aumento degli orari di lavoro (senza però un relativo aumento stipendiale “ulteriore” rispetto alla nuova riforma Madia, ndr) avrebbe generato ancora di più lo stallo in sede di trattativa, per cui ieri sia Madia che Fedeli hanno cercato di smuovere qualcosa per far procedere alla firma in tempi brevi. Al momento però, l’operazione rinnovo statali, è tutt’altro che prossima alla conclusione. 



MADIA: “FACCIAMO PRESTO, LE RISORSE CI SONO”

Il Ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, è intervenuta in una intervista al Corriere.it per spiegare le ultime novità in fatto di contratti statali, i cui rinnovi sono giunti dopo 8 anni di blocco. Gli arretrati saranno pagati a febbraio come da promesse, ma secondo le opposizioni si sarebbe trattato di una sorta di “mancia preelettorale”. Cosa ne pensa? La Madia smentisce ed aggiunge: “è il frutto di un lavoro complesso di 4 anni”. Il ministro chiarisce come il lungo lavoro compiuto non poteva essere realizzato in un solo giorno. “Prima abbiamo ridotto i comparti da 11 a 4 e poi abbiamo dovuto cambiare la legge Brunetta, che avrebbe reso impossibile il rinnovo dei contratti”, spiega. In attesa del rinnovo però, restano ancora oltre tre milioni di dipendenti della scuola, sanità, enti pubblici e sicurezza. Lo sblocco avverrà prima delle elezioni? Secondo i sindacati e le Regioni ma anche gli enti locali, non ci sarebbero le risorse adeguate per poter garantire a tutti gli 85 euro promessi come avvenuto per gli statali. “Si lavora senza soste per rinnovare i contratti. Ci vorrà il tempo necessario ma vogliamo fare presto”, ha commentato il ministro Madia, che spiega come le ultime tre leggi di Bilancio conterrebbero di fatto gli stanziamenti sufficienti a garantire l’impegno preso. “Le risorse ci sono”, ha quindi chiarito. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



SCUOLA, AUMENTO STIPENDI MA ANCHE ORARI

La scuola è ancora una polveriera: dopo le ultime rassicurazioni del ministro Fedeli sul rinnovo dei contratti statali nel Comparto Scuola, «la firma arriverà a breve», emergono nuovi problemi e dettagli rivelati nella trattativa Aran-sindacati che non fanno ben sperare. Secondo quanto riportato dal Messaggero, gli aumenti stipendiali ancora sono lontano dal vedere una conferma-quadra d’accordo tra le parti, e inoltre ci sarebbe un ulteriore problema per i dipendenti statali del mondo Scuola, per quanto riguarda l’orario lavorativo degli stessi. Da regolamento – come ricorda Tg Com24 – l’orario vero e proprio da contratto «prevede che l’ attività di insegnamento si svolga in 25 ore settimanali alla materna, in 22 ore settimanali nella scuola elementare e in 18 ore settimanali nelle scuole medie e superiori, distribuite in non meno di cinque giornate settimanali». Ebbene ora potrebbe esserci nella bozza dell’Aran anche un aumento degli orari lavorativi settimanali, argomento non nuovo nelle discussioni Miur-sindacati: i docenti di contro alzano le barricata e ricordano al Ministro Fedeli come il lavoro degli insegnanti non è calcolabile e “limitabile” agli orari in classe.



Insegnamento di recupero, preparazione delle lezioni, correzioni dei compiti, consigli in classe, colloqui con i genitori e scrutini, giusto per ricordare i primissimi ruoli di un normale insegnante-medio. «Non possiamo avere aumenti di ore di lavoro senza una retribuzione adeguata», dice il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi. Maddalena Gissi invece, responsabile della Cisl Scuola, invita a «non entrare nel tritacarne della campagna elettorale» e non prendere idee/proposte bizzarre in questi pochi mesi che preparano alle elezioni 2018. Come si può ben vedere, la firma del contratto è tutt’altro che “vicina”.

ANIEF, “PROPOSTA ARAN INDECENTE”

«Dopo i comparti centrali, via libera a Scuola e Sanità nei prossimi giorni»: così aveva detto il Ministro Marianna Madia dopo il via libera avuto in Consiglio dei Ministri e così avverrà nelle trattative delle prossime settimane. Il problema è che gli animi all’interno delle forze sindacali e nei confronti dell’Aran – l’agenzia che rappresenta il ministero della Pa nelle trattative – sono tutt’altro che sereni. Come scrive l’Anief in un comunicato durissimo uscito ieri sera, «Arriva il rinnovo del contratto per gli statali e la proposta indecente dell’Aran prende forma: ai docenti più mansioni e ore di lavoro in cambio di aumenti miserevoli».

La lista degli incarichi possibili “messi dentro” dall’Aran è molto dettagliata: «si va dalla formazione coatta senza alcuna indennità al tutoraggio gratuito degli studenti delle superiori impegnati nelle esperienze di scuola-lavoro; da tutte le attività progettuali che hanno a che fare con il potenziamento scolastico agli aspetti organizzativi e pure amministrativi». Secondo Marcello Pacifico, presidente di Anief gli aumenti stipendiali sono irrisori ma la proposta per i contratti del mondo Scuola è forse ancora peggio: «ora gli esperti di gestione pubblica si inventano delle formule che penalizzano la loro professionalità, quasi dovessero scontare chissà cosa.

È questa la valorizzazione della categoria di cui parla insistentemente il Ministro Fedeli e che sarebbe confluita nella Legge di Stabilità 2018? L’amministrazione farebbe bene a concentrarsi sull’annullamento delle tante discriminazioni che continuano a perpetrarsi nei confronti dei precari, ad iniziare dalla non assegnazione degli scatti automatici di anzianità, sui quali in più occasioni i Tribunali e pure la Cassazione hanno espresso il loro parere positivo a favore dell’allineamento».