Secondo quanto riporta questa mattina il Messaggero di Roma, la vicenda rinnovo dei contratti statali per i docenti e tutto il personale scolastico vedrebbe un possibile momento di svolta con una nuova bozza di proposta che l’Aran avrebbe consegnato ai sindacati Scuola. Il nuovo mandato prevede la possibile aggiunta dei 200 milioni del bonus merito senza però tutte le somme destinate annualmente alla card docenti (il noto bonus 500 euro per autoformazione e aggiornamento professionale); in questo modo l’Aran spiega che i sindacati possano accettare l’accordo, mettendo magari anche qualche altra pezza sulle parti normative che ancora vedono parecchie distanze tra le parti. Gli ultimi giorni sono stati di pausa per poter formulare al meglio un nuovo atto di indirizzo da presentare alle nuove trattative delle prossime settimane, ma siamo al momento lontani dall’ipotesi che la firma sul contratto si chiuda entro le prossime elezioni.
BRUNETTA VS MADIA, “AUMENTI NON MANTENUTI”
Non ci va giù proprio pianissimo il capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, con il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia: oggetto della contesa ancora i rinnovi sui contratti statali “promessi” entro fine febbraio in quasi tutti i comparti Pa dalla titolare di Palazzo Visoni. Secondo il braccio destro di Berlusconi, «La Madia afferma che gli arretrati per il rinnovo del contratto degli statali verranno pagati a febbraio, ma che non è una mancia pre-elettorale. Strano perché i tempi del procedimento di approvazione del contratto non lo consentono. In realtà la ministra ci ha provato, ma fa una promessa che non riuscirà a mantenere». ll consigliere economico – e protagonista della penultima legge sulla Pubblica Amministrazione prima della Madia, il contratto firmato finora dagli statali non basta a decretare il successo paventato dal governo. «Mancano i docenti e il personale amministrativo della Scuola, Sanità, regioni ed enti locali, e tutto il personale del comparto sicurezza. Per quest’ultimo settore poi la procedura è molto più complessa». Ritornando poi sulla questione degli arretrati che i dipendenti pubblici aspettano da ormai mesi, Brunetta calca la mano ancora: «Quindi a meno che non si paghi senza la firma del contratto, il pagamento degli arretrati solo per una minima parte degli statali è una promessa pre-elettorale non mantenuta. In ogni caso tutto il restante mondo del pubblico impiego rimarrà senza aumenti».
CONFIMPRENDITORI, “AUMENTI? NO, MANCE ELETTORALI”
Non sono bastate le assicurazioni del ministro Madia, il mondo che gravita attorno ai dipendenti statali non ritiene realmente risolte le vertenze presenti nel contratto del settore pubblico e men che meno i rinnovi previsti da qui alle prossime settimane sono considerati “bastevoli”. «Impressiona la serenità con cui la ministra Marianna Madia racconta che il rinnovo del contratto degli statali e il pagamento dei suoi effetti nelle buste paga di febbraio – a meno una settimana dal voto – è “il frutto di un lavoro complesso di 4 anni”». La dura critica arriva da Confimprenditori, nelle parole del presidente Stefano Ruvolo. Il concetto della critica è chiaro: rinnovi “minimi” in vista delle elezioni, la cosiddetta “mancetta” per guadagnare qualche voto in campagna elettorale. Ed ecco la “conferma”: «Ma ci faccia il piacere avrebbe detto il principe della risata Totò. La realtà è che il governo vuole rendere disponibili gli arretrati (in media 500 euro) nelle buste paga di ministeriali, impiegati dell’Inps o dell’Aci all’immediata vigilia del fatidico 4 marzo», prosegue la nota di Ruvolo, che definisce “scandalo” l’intera vicenda rinnovi statali, con anche la dimostrazione che la «pubblica amministrazione è capace di tendere le forze per arrivare a un obiettivo. Ci sarebbe piaciuto che lo stesso sforzo si fosse impiegato in questi anni per saldare il mostruoso debito della Pa con le imprese – di 60miliardi di euro – che provoca danni alle aziende coinvolte, costringendole a ridimensionarsi, comprimere investimenti o addirittura a dichiarare fallimento», conclude la nota di Confimprenditori.