BERLUSCONI: LASCIARE ETÀ PENSIONABILE A 67 ANNI
Silvio Berlusconi manda un nuovo messaggio sulla riforma delle pensioni che sembra contrastare con la volontà e la promessa di Matteo Salvini di cancellare la Legge Fornero. Intervistato dal Sole 24 Ore, l’ex Premier ha infatti detto che “per evitare gravi effetti sui conti previdenziali”, occorre confermare l’età pensionabile a 67 anni, salvo che “in alcuni casi, individuati con equità, e per un periodo di tempo limitato”. Nello specifico “si tratta di tutelare i lavoratori che sono stati discriminati dai criteri rozzi e frettolosi adottati dalla Legge Fornero, che hanno sconvolto improvvisamente le attese e i programmi di vita di tante persone e messo in grave difficoltà i lavoratori più anziani, che non sono più in condizioni di lavorare, e che invece sono lasciati a carico delle aziende oppure senza reddito”. Dunque si tratterebbe di intervenire sui cittadini vicini alla pensione e non su tutti. Berlusconi ha infine detto che fra i primi provvedimenti del governo di centrodestra ci sarebbe l’aumento delle pensioni minime a 1.000 euro.
GHISELLI: SUPERARE LA LEGGE FORNERO
Roberto Ghiselli ritiene che “la prossima legislatura dovrà mettere mano ai nodi strutturali della previdenza superando l’impianto della legge Fornero, che non è stata una riforma delle pensioni ma, impropriamente, una manovra finanziaria”. Secondo il Segretario confederale della Cgil, “occorre ridefinire un sistema che sia flessibile, che fermi l’illimitata crescita dei requisiti per la pensione, che offra una prospettiva previdenziale ai giovani e al lavoro debole, e che riconosca il lavoro di cura e delle donne”. Il sindacalista, secondo quanto riporta il sito di Rassegna sindacale, non nasconde che parlare di previdenza “in un periodo pre elettorale rischia di essere un esercizio complesso”, anche perché “i temi in discussione sono così profondi e radicali che richiamano la necessità di avere una visione di lungo periodo, un’idea di coesione sociale che rifugga le contrapposizioni generazionali o di altro tipo, e un senso di equità che sappia anche redistribuire in modo più giusto il carico dei conti pubblici”.
POLETTI: APE VOLONTARIA È UN’OPPORTUNITÀ
Giuliano Poletti replica a Tito Boeri (che aveva parlato di “promesse da marinaio” da parte dei politici sulle pensioni) e a margine del convegno per i 120 anni dell’Inps ha detto: “Noi di promesse non ne abbiamo fatte, se non poi aver fatto cose concrete, come i 7 miliardi sulle pensioni. Abbiamo fatto cose nella filiera dell’equità e della giustizia”. Il ministro del Lavoro ha poi voluto evidenziare che il Governo ha cercato di rendere più flessibile un sistema troppo rigido e che “su questa strada si può continuare”, sempre con costi compatibili con le finanze pubbliche e senza aumentare il debito che pesa sulle giovani generazioni. Poletti, secondo quanto riporta Mf-Dow Jones, ha anche parlata di Ape volontaria, spiegando che “va considerata per quello che è, cioè un’opportunità che mette il cittadino nelle condizioni di valutare e scegliere quello che è meglio per sé”. Gli italiani “la useranno o no, offrire un’opportunità è comunque un atto di libertà”.
BOERI: PRESTO SIMULATORE INPS SU APE VOLONTARIA
Tito Boeri, durante un convegno organizzato per celebrare i 120 anni dell’Inps, ha detto che sono state inviate 3,2 milioni di buste arancioni ad altrettanti italiani. Si è discusso non poco in passato dell’utilità di questo strumento, che dovrebbe consentire di poter capire quando si andrà in pensione e incassando quale cifra. Secondo quanto riporta Mf-Dow Jones, Boeri ha anche spiegato che sul sito dell’Inps presto verrà reso disponibile un simulatore che consentirà agli utenti di capire se sarà o meno conveniente per loro far ricorso all’Ape volontaria. La quale, ha evidenziato il Professore della Bocconi, “ha uno schema estremamente complesso”. Di conseguenza “questo nuovo strumento virtuale può essere un modo efficace per aumentare la consapevolezza del suo funzionamento”. Vedremo se effettivamente servirà agli italiani per valutare meglio l’opportunità di ricorrere all’Anticipo pensionistico volontario.
LE NOVITÀ SUI LAVORI GRAVOSI
Domenico Proietti ha richiamato il Governo ad approvare i decreti attuativi necessari a rendere esecutive le norme previdenziali contenute nella Legge di bilancio entro il termine previsto del 1° febbraio. E, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, il testo del decreto relativo all’elenco dei profili lavorativi delle quattro categorie da aggiungere alle attività gravose che possono usufruire dell’Ape social sarebbe sostanzialmente pronto. “Ci saranno, secondo quanto risulta, gli operai siderurgici impegnati su impianti di prima e seconda fusione (rientrano quelli dell’Ilva), nonché gli operai che si occupano del trattamento termico dei metalli. Ci saranno poi i pescatori d’alto mare e, tra i marittimi, anche il personale viaggiante dei trasporti marini e delle acque interne. E, ancora, gli agricoltori, tra i quali rientreranno gli operai specializzati della zootecnia”.
Il Sole 24 Ore riporta anche le parole di Marco Leonardi, secondo cui nelle prossime settimane partiranno anche l’Ape volontaria e quella aziendale. Un dato interessante che viene segnalato dal quotidiano di Confindustria è che, come si ricorderà, le categorie di lavori gravosi saranno esentate dall’aumento dei requisiti pensionistici che scatterà dal 2019. Tuttavia ciò non avverrà in maniera automatica, ma gli interessati dovranno presentare una specifica domanda all’Inps, “seguendo una procedura che i tecnici governativi vogliono semplificare al massimo” e che sarà oggetto di un decreto attuativo che dovrebbe però essere emanato più avanti.
LA CRITICA DI CAZZOLA A BERLUSCONI
In un intervento su Formiche.net, Giuliano Cazzola evidenzia come Silvio Berlusconi sia riuscito a fare molto “non solo sul terreno delle alleanze, ma anche su quello dei programmi: è stato capace di mescolare l’acqua con l’olio, nel contesto di un documento programmatico, composto di titoli e di frasi in cui la seconda parte contraddice la prima”. L’ex deputato si spiega in termini molto concreti: “Prendiamo l’esempio delle pensioni, un tema centrale nella campagna elettorale. ‘Azzeramento della legge Fornero e nuova riforma previdenziale economicamente e socialmente sostenibile’. Così sta scritto, come se una nuova riforma con quelle caratteristiche di sostenibilità non dovesse misurarsi con i medesimi aspetti (a partire dall’età pensionabile) azzerati insieme con le norme del 2011”.
COTTARELLI E IL RICALCOLO DELLE PENSIONI
Secondo Carlo Cottarelli, “qualcosa è stato fatto per la spending review”. Ma il Direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’Università Cattolica di Milano non nasconde che restano tante cose da fare sul fronte del miglioramento della spesa pubblica. Intervistato da Il Ducato, la testata dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino, ha infatti detto che “bisogna affrontare la questione dell’organizzazione dello Stato, la spesa di gestione delle pubbliche amministrazioni, ma anche degli enti territoriali”. Anche perché “quanti comuni ci sono in Italia, quante Prefetture, quante le forze di polizia? La guardia forestale è stata fusa con i carabinieri, ma il risparmio è stato zero. Perché si fanno certe cose se non c’è il risparmio? C’è ancora tutta la questione dei trasferimenti che la pubblica amministrazione fa a famiglie e imprese”. Secondo Cottarelli, però, “il tema più grosso sono le pensioni: la questione è se si debba in qualche modo ricalcolare il loro livello, ovviamente al di sopra di una certa soglia di reddito”.